"Shakespeare nel fatto di cronaca": Welcome to New York di Abel Ferrara, foto e trailer

Non un biopic di Strauss-Kahn, ma un affresco sul tema della caduta dalla grazia e sulla dipendenza, una riflessione sui rapporti tra poteri forti, sesso, corruzione, politica e media nel 21° secolo. Welcome to New York di Abel Ferrara, foto e trailer

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Mentre Abel Ferrara lavora a un attesissimo film sulla morte di Pier Paolo Pasolini, un progetto inseguito da lungo tempo e interpretato da Willem Dafoe, sono online la prima immagine e un trailer  provvisorio di Welcome to New York, film annunciato come un ritratto delle relazioni tra poteri forti, corruzione, politica, media, sesso e dipendenze nel ventunesimo secolo.


Gérard Depardieu in Welcome to New York di Abel FerraraGérard Depardieu è Mr. Deveraux, personaggio ispirato alla figura dell'ex direttore dell'FMI recentemente coinvolto nello scandalo dell'accusa di stupro di una cameriera, Dominique Strauss-Kahn, con Jacqueline Bisset, chiamata a sostituire Isabelle Adjani nei panni della giornalista moglie di  Strauss-Kahn; tuttavia il film non è affatto un biopic, ma un affresco "sul tema della caduta dalla grazia, che attraversa tutte le opere di Ferrara: è riuscito a cogliere una dimensione shakespeariana a partire dal fatto di cronaca": così Vincent Maraval di Wild Bunch, che distribuisce il film, citando come esempio Il cattivo tenente con il calvario newyorchese del bad lieutenant in cerca di redenzione Harvey Keitel.

Deveraux viene descritto come un uomo di potere che maneggia ogni giorno miliardi di dollari e controlla i destini economici di intere nazioni; soprattutto, "un uomo animato da una fame sessuale frenetica e sfrenata, qualcuno che sognava di salvare il mondo e che non può salvare se stesso. Un uomo terrorizzato, un uomo perduto ". Non certo un personaggio gradevole, ma complesso e sfaccettato, come sempre chi abita l'universo del regista americano.

La sinossi è ancora più Welcome to New York di Abel Ferrara - traileresplicita riguardo al cuore del film: "Questo non è un film su ciò che è successo, ma su ciò che accadrà. Un film ambientato in un mondo di ricchi e potenti, i ricchi, i non abbienti e coloro che hanno ancora meno, sui potenti e sugli impotenti. Di re e mendicanti, di puttane, papponi e amanti, di giudici e giudicati. Mr. Deveraux è in piedi, in cima al mondo. Guardatelo cadere".

L'idea nasce sul set di 4:44 Last Day on Earth, dove giunge la notizia sullo scandalo Strauss-Kahn. Ferrara ha associato la notizia a un momento personale di pubblica umiliazione, nel 1990, quando il mondo degli studios di Hollywood viene a conoscenza della sua tossicodipendenza, causandogli grosse difficoltà lavorative – al tempo era occupato nel remake de L'invasione degli ultracorpi – e in qualche modo provocando il fallimento di una relazione coniugale. Oggi Ferrara è pulito, e buddista (dei suoi trascorsi ha parlato recentemente con molta onestà al 64° Festival di Locarno).

Gérard Depardieu in Welcome to New York di Abel FerraraCome leggiamo in un dettagliato report di ScreenDaily, il primo a cogliere questo parallelo è stato Peter Danner, coproduttore di 4:44 Last Days on Earth, facendo notare a Ferrara che sostituendo la dipendenza sessuale con la dipendenza dalla droga, lo scandalo Strauss-Kahn che imperversava su tutti i media avrebbe potuto avere dei punti di contatto con la vicenda autobiografica del regista. La risposta di Abel è stata che la storia avrebbe potuto trasformarsi in un buon soggetto su sesso e politica, e il progetto ha iniziato a concretizzarsi.

"A Ferrara non interessa affatto la politica francese o il caso Strauss-Kahn. Ciò che gli preme è l'essere pubblicamente svelato come "addicted" –  in questo caso una dipendenza sessuale, e quali sono le implicazioni per una coppia che vive nella negazione. Quando il problema viene alla luce del sole, li riunirà o li farà a pezzi?".

La dipendenza, quindi, naturalmente, più che il mondo del capitalismo selvaggio affrontato da Costa-Gavras in chiave (anche) satirica nell'ultimo Le Capital. E affrontare a testa bassa ogni argomento senza paura di mostrare le proprie vulnerabilità, temi familiari a chi segue il cinema di Ferrara. Il cosceneggiatore di Welcome to New York è Chris Zois, già psicoterapeuta del regista e coautore di Blackout, uno dei suoi film più sottovalutati.

Welcome to New York, Abel Ferrara sul setLo stesso Ferrara aveva annunciato che si sarebbe ispirato anche alle vicende giudiziarie e non di altri personaggi di potere (Berlusconi, Clinton, Weiner, Caine) sempre però senza citarli direttamente, anche per proteggersi da eventuali azioni legali. Inoltre una dozzina di avvocati ha controllato durante le riprese di ogni singola scena, perfino  le sequenze improvvisate, ed è stata stipulata un'assicurazione ad hoc per eventuali errori o omissioni, racconta Maraval; che offre alcune riflessioni interessanti anche parlando delle difficoltà di finanziamento della pellicola.

I francesi non sono stati bendisposti verso il progetto, nemmeno quelli tradizionalmente più impegnati nel supporto come il CNC o i responsabili dell'erogazione di fondi regionali. "Sono stati realizzati sette film su Berlusconi, dal Caimano di Nanni Moretti a Draquila di Sabina Guzzanti, con denaro italiano. Con denaro statunitense, Oliver Stone ha realizzato W., Michael Moore ha girato Fahrenheit 9/11". In Francia la situazione è diversa, afferma Maraval, denunciando una situazione di autocensura nel sistema produttivo nazionale.

 

Se lWelcome to New York di Abel Ferrara, il teaser poster di Cannesa prima parte del film si basa effettivamente sui fatti di pubblico dominio (Ferrara ha studiato il caso per due anni) che riguardano la vicenda Strauss-Kahn e l'arresto dell'uomo, la seconda parte, ambientata nella casa di lusso di Tribeca nella quale Strauss-Kahn ha trascorso quattro mesi agli arresti domiciliari con la moglie al suo fianco, è pura fiction.

Le riprese si sono svolte a New York, in un clima che Maraval definisce poco propizio anche a causa delle dichiarazioni di Depardieu, al centro di una polemica legata a vicende fiscali e passaporti di altre nazionalità: "non abbiamo mai avuto tanto clamore e interesse dai parte dei media per una produzione, il che è ironico, perchè in questo caso ne volevamo il meno possibile. Sulla produzione è stato scritto tutto e niente, molte inesattezze e pochi fatti circostanziati: le persone tendono a dimenticare che questo è solo un film": qualcuno ha perfino ipotizzato che il film sia stato commissionato dagli oppositori politici di DSK, ipotesi abbastanza fantascientifica considerando la carriera e la storia di un Abel Ferrara.

Qui di seguito, un trailer provvisorio di Welcome to New York. Già a maggio il direttore della fotografia Ken Kelsch, storico collaboratore di Ferrara, aveva pubblicato un premontato presentato a Cannes.
Nella nostra gallery, tutte le immagini dal set.

 

 

 

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