“Sheer”, di Ruben Mazzoleni

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Il debutto newyorkese del giovane cineasta torinese, filmato in un bianco e nero che potrebbe far pensare visivamente a quello di Jim Jarmusch, appare privo di suspence al punto tale da poter anticipare le mosse e le battute dei protagonisti, vittime di un copione che non lascia spazio alle sfumature e li imprigiona in schemi rigidi togliendo loro naturalezza e spontaneità

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sheerDebutto newyorchese per Ruben Mazzoleni, giovane cineasta torinese trapiantato nelle Grande Mela. Dopo l'esperienza come aiuto regista per Dario Argento (La terza madre) e Giuliano Montaldo (I demoni di San Pietroburgo) e la regia di svariati corti, Mazzoleni esordisce con il suo primo lungometraggio: Sheer.

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Ambientato interamente a New York, il film è incentrato sul rapporto d'amicizia tra due persone agli antipodi per caratteri e scelte di vita. Joe (Michael Jefferson), giovane scapestrato che vive alla giornata tra piccoli furti e frequentazioni poco raccomandabili, e Nick (Aaron Barcelo), studente ambizioso della borghesia newyorchese al quale la vita sembra aver dato tutto. La loro amicizia sarà messa alla prova quando Joe, dopo essersi messo in affari con un delinquente, chiede a Nick di custodire per una notte una borsa nera dal contenuto misterioso. Nick, in nome del forte rapporto che li lega, accetta senza sapere che l'amico ha intenzione di fare il doppio gioco per ottenere più di quello che gli spetta. Da qui inizia l'angosciosa fuga dei due nelle notti newyorchesi, nel tentativo di sottrarsi alla rabbia dei boss ai cui Joe ha sottratto il denaro.

 

Filmato in bianco e nero, Sheer, rimanda alla mente, sul piano meramente visivo, il lavoro di altri cineasti come Jim Jarmusch. Peccato però che la night on earth newyorchese dei personaggi di Mazzoleni non abbia nulla della imprevedibilità e originalità dei suo illustre collega. Lo spettatore avverte la mancanza totale della suspence al punto tale da poter anticipare le mosse e le battute dei protagonisti, vittime di un copione che non lascia spazio alle sfumature e li imprigiona in schemi rigidi togliendo loro naturalezza e spontaneità. Si sfiora, poi, il grottesco nelle figure dei delinquenti che appaiono come caricaturali, trovando nelle atmosfere di Carlito's Way e Boardwalk Empire i loro illustri modelli.

 

Girato in 15 giorni e con un budget di soli 50.000 dollari, sebbene filmato con uno stile interessante, non convince a causa di una sceneggiatura, scritta da Mazzoleni e Juan Cruz Pochat (anche produttore), che non presenta nulla di innovativo e che toglie genuinità agli interpreti. Vera co-protagonista della pellicola appare soprattutto New York, con le sue facciate dei palazzi e la sua periferia.

 

Regia: Ruben Mazzoleni

Interpreti: Michael Jefferson, Aaron Barcelo, Frances E. Koepenick, Rachel Brookner, Jan Cruz Pochat, Kazy Tauginas, Robert Ross

Origine: USA, 2012

Distribuzione: Microcinema Distribuzione e Slow Cinema

Durata: 91'

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