"Si può fare l'amore vestiti?", di Donato Ursitti
Il film inciampa nella sua stessa trappola e ricade nello stereotipo, in particolare nella seconda parte, che vira più esplicitamente verso la classica storia d'amore con tratti (melo)drammatici. Paradossalmente, sono i personaggi più giovani a rappresentare, da un punto di vista cinematografico, il “già visto”, ciò che frena la carica comica del film, in particolare la protagonista, quasi appiattita rispetto agli altri personaggi, semplice catalizzatore, piuttosto che vero punto focale.
Lo spunto di Si può fare l'amore vestiti? è abbastanza classico: la ragazza di città torna al proprio paese natale, sempre odiato per la sua chiusura mentale e i pettegolezzi, portando scompiglio. L'originalità sta nella professione della protagonista, non una poco di buono come le immancabili vecchiette del paese pensano, ma semplicemente una sessuologa, mestiere tanto incompreso quanto fonte di fascinazione per i compaesani.
Il film di Donato Ursitti prende tutti gli stereotipi del provincialismo italiano e li mescola a luoghi comuni sul sesso e statistiche (presentati attraverso animazioni e dati sovrimpressione), giocando con essi nel creare tutta una galleria di personaggi che circondano la protagonista e danno vera anima al film. Il piccolo paesetto della Puglia in cui è ambientata la storia, incorniciato attraverso una serie di inquadrature da cartolina, diventa allora una sorta di simbolo della provincia italiana, a tratti ancora indietro nel tempo, ancorata a tradizioni e apparenze. È dal contrasto tra questo contesto e il nuovo elemento che viene inserito in esso – non tanto la protagonista quanto la tematica del sesso – che nasce la comicità della pellicola, andando ad insistere in maniera parodistica proprio sugli stereotipi che vengono così esorcizzati, sdoganati in qualche modo, svelando un'altra realtà, un'altra faccia della provincia, più genuina, ma soprattutto liberando i personaggi dalla loro maschera e facendoli emergere come persone.
Tuttavia, il film inciampa nella sua stessa trappola e ricade nello stereotipo, in particolare nella seconda parte, che vira più esplicitamente verso la classica storia d'amore con tratti (melo)drammatici. Paradossalmente, sono i personaggi più giovani a rappresentare, da un punto di vista cinematografico, il “già visto”, ciò che frena la carica comica del film, in particolare la protagonista, quasi appiattita rispetto agli altri personaggi, semplice catalizzatore, piuttosto che vero punto focale. Il finale affrettato e un po' scontato restaura allora proprio quel provincialismo che si era riusciti ad esorcizzare senza via di scampo.
Regia: Donato Ursitti
Interpreti: Bianca Guaccero, Anna Ferruzzo, Corrado Fortuna, Marina Rocco, Maurizio Battista, Bonaria Decorato, Daniela Marazita, Michele Venitucci, Paolo De Vita, Cosetta Turco, Francesca Ceci, Fabio Ferri
Origine: Italia, 2012
Distribuzione: Ai Entertainment
Durata: 90'
Origine: Italia, 2012