Sbarcato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, tra qualche polemica per la mancata selezione nel concorso ufficiale, Si può fare è l'ultima fatica di Giulio Manfredonia (Se fossi in te, É già ieri), romano e nipote di Luigi Comencini. La pellicola: siamo negli anni'80, Nello (Claudio Bisio – Asini, Manuale d'amore 2, La cura del Gorilla) è un sindacalista scomodo che finisce per gestire una cooperativa di ex pazienti dimessi da un ospedale psichiatrico grazie alla riforma della Legge Basaglia. Una banda di "matti da legare" che però è confinata ad attaccare francobolli. Nello si ribella a questa condizione e da esperto del mondo del lavoro decide di trasformare questo gruppo di irregolari in efficenti posatori di parquet. Un lavoro difficile, ma la strategia di Nello è quella di dare delle responsabilità e dei ruoli a tutti. I picchiatelli reagiscono bene, e riescono a portare a termine un lavoro in assenza di Nello con una geniale trovata creativa. Per la cooperativa si aprono le porte degli architetti milanesi alla pagé. Tratto dall'esperienza vera di una cooperativa di Pordenone, il film di Manfredonia si arricchisce delle interpretazioni di Anita Caprioli (La guerra di Mario, Non pensarci), Giuseppe Battiston (Non prendere impegni stasera, Amore, Bugie e Calcetto), Giorgio Colangeli (Signorina Effe, Galantuomini) e Bebo Storti (Amnèsia, La cura del gorilla). 

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