Silent Land, di Aga Woszczynska

Silent Land è una critica alla supponenza e alla superficialità di una società borghese arroccata nei suoi bisogni. Dal Festival CiakPolska di Roma

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Nel suo debutto alla regia la regista polacca Aga Woszczynska realizza una piccata critica alla società borghese e alle sue fissazioni. L’idea posticcia di benessere, l’industria del turismo e il mito eteronormativo dell’uomo che deve salvare la situazione vengono messe alla berlina nel suo Silent Land.

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Adam e Anna si trovano in Italia per una vacanza ma l’isolata villetta in collina con vista mare che hanno affittato non è perfetta come se la aspettavano: la piscina è rotta. Davanti ad un’imperfezione di questa portata i due non possono soprassedere e decidono di contattare il proprietario di casa per imporgli la riparazione, non curanti della vicinanza del mare o del problema idrico di cui l’uomo li mette in guardia. Viene così incaricato un giovane muratore arabo, la cui presenza mette in crisi il rapporto di coppia. Il suo fisico muscoloso, esibito sui pantaloni a vita bassa alletta lo sguardo di Anna e accende la gelosia di Adam. Una banale distrazione è l’innesco di un tragico incidente destinato a cambiare la vita di tutti. Interrogati dai carabinieri la versione dei due turisti sembrerebbe contraddirsi con quanto ripreso dalle videocamere della villa, e il segreto condiviso rode i legami affettivi, esponendo ipocrisie e falsità.

Il film di Woszczynska è una critica all’edonismo borghese e alla sua ricerca forzata di un piacere banale e superficiale, fatto di apparenza e non di sostanza. Non si può parlare di una edonistica del piacere assoluto, Adam ed Anna non sono dei ricchi de Sade che trascorrono le giornate nel sesso e nel piacere. Il loro desiderio egoistico è quello di godersi una vacanza perfetta senza intoppi e senza che niente la turbi. Proprio nella loro banalità si cela il loro peccato più grave. I due borghesucci creano intorno a loro una barriera refrattaria al riconoscimento dell’altro, ai bisogni di chi li circonda o dei membri della comunità in cui si sono inseriti temporaneamente. Il loro individualismo non si spezza neanche di fronte alla necessità di aiutare gli altri, eppure non può che portarli all’autodistruzione.

Purtroppo, si ha sempre la sensazione che il film avrebbe potuto osare di più. Le critiche di Silent Land sono interessanti, ma sembrano scalfire solamente la superficie, senza voler davvero eccedere. Silent Land è sicuramente un film interessante, nonostante il rammarico per un prodotto che avrebbe potuto essere molto più audace.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.7
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Il voto dei lettori
3 (2 voti)
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