Simone Veil – La donna del secolo, di Olivier Dahan

Un ritratto commemorativo di una figura chiave della politica francese. Nonostante la buona resa visiva, l’eccessiva decostruzione narrativa finisce per penalizzare lo sviluppo della storia.

-----------------------------------------------------------------
PRODUZIONE DEL DOCUMENTARIO corso online con Raffaele Brunetti, dall’11 febbraio

-----------------------------------------------------------------

BANDO CRITICA DIGITALE, partecipa entro il 20 febbraio!


Corso Trimestrale di Montaggio in presenza, da 19 marzo


Nel 2014, in occasione di una serata dedicata al 40º anniversario della Legge Veil, il canale France 2 passava il film per la televisione francese, La loi, le combat d’une femme pour toutes les femmes, diretto da Christian Faure. “La battaglia di una donna per tutte le donne” che riportava alle nuove generazioni le lotte politiche di Simone Veil, una leader che, pur trovandosi in minoranza all’interno del proprio schieramento politico, ha affrontato la sfida con determinazione, scontrandosi e negoziando con il mondo politico e il clero. Questa volta a portare sul grande schermo la storia di questa donna che ha attraversato l’orrore dell’Olocausto fino a diventare protagonista dell’integrazione europea è il regista Olivier Dahan, già noto per i suoi intensi ritratti femminili. Nel 2007 ha diretto La vie en rose, che è valso l’Oscar a Marion Cotillard per l’interpretazione di Edith Piaf, e nel 2014 Grace di Monaco, con Nicole Kidman nel ruolo di Grace Kelly. Simone Veil. La donna del secolo, premiato nel 2023 con il César per costumi e scenografia, ha invece come protagonista Elsa Zylberstein, già molto apprezzata in Francia per la sua interpretazione in Ti amerò sempre.

Il destino di Simone Veil, la sua infanzia, le sue battaglie politiche, le sue tragedie. Da Auschwitz ai vertici della politica europea, il ritratto epico e intimo di una donna dal percorso straordinario che ha attraversato e plasmato la sua epoca diffondendo un messaggio umanista che rimane ancora oggi di un’attualità ardente. Magistrata e prima presidente donna del Consiglio Superiore della Magistratura, Simone Veil diventa una statista negli anni Settanta, prima come Ministro della salute, fautrice della depenalizzazione dell’aborto in Francia, e in seguito come europarlamentare e prima donna presidente del Parlamento europeo dal 1978 al 1982. La sua vita privata e la sua grande eredità ideale e civile sono uno specchio emblematico della nostra storia europea ma il suo nome è legato soprattutto alla legge a favore dell’aborto che nel 1975 cessò di essere un reato punibile con la detenzione.

Il film di Olivier Dahan si apre proprio dal voto all’Assemblea nazionale, mettendo in scena una serie di sequenze in cui gli uomini politici sbraitano mentre le donne reagiscono con indignazione, evidenziando da subito il potere ottusamente maschile di quegli anni a conferma di un genere cinematografico capace di segnare il tempo dell’uomo, ma anche quello delle sue culture. Tuttavia, Simone Veil. La donna del secolo non segue la struttura classica di un biopic, ma racconta la vita di Simone Veil attraverso episodi chiave, alternando piani temporali. La narrazione è incorniciata dalla figura di Veil ormai anziana mentre scrive la sua autobiografia e ripercorre la sua esistenza, dall’infanzia in una famiglia ebrea laica alla deportazione, fino al suo impegno politico a sostegno di donne, malati di AIDS e detenuti. La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, rimanda al precedente La vie en rose, dove però ogni frammento di vita sembrava giustificarsi grazie a quello precedente. In Simone Veil.La donna del secolo l’arco narrativo finisce invece per avvitarsi su sé stesso, sacrificando la linearità a favore di una decostruzione narrativa che, pur ricca di potenzialità ed enfatizzata da buoni movimenti di macchina, piani-sequenza e primi piani in chiaroscuro, risulta confusa e dispersiva, pur riuscendo a svolgere il suo compito divulgativo, e in gran parte commemorativo, di una figura centrale della politica francese.

 

Titolo originale: Simone, le voyage du siècle
Regia: Olivier Dahan
Interpreti: Elsa Zylberstein, Rebecca Marder, Élodie Bouchez, Judith Chemla, Olivier Gourmet, Mathieu Spinosi, Philippe Lellouche, Bastien Bouillon, Lubna Azabal
Distribuzione: Wanted Cinema
Durata: 140′
Origine: Francia, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.7
Sending
Il voto dei lettori
5 (1 voto)

Sentieriselvaggi21st n.19: cartacea o digitale


    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    ----------------------------
    Sostenete Sentieri selvaggi!


    ----------------------------