"Sinbad – La leggenda dei sette mari", di Tim Johnson e Patrick Gilmore

Lotte "dimensionali", in superficie e negli abissi marini. Sinbad, formalmente, non raggiunge le profondità di Nemo, ma si destreggia magistralmente nei mondi immaginabili esplorati. La scrittura, rielaborando la leggenda, veleggia spesso però sottovento, tra letteratura e mitologia.

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Sindrome post-traumatica da… cartone. Sembra essere il disturbo pre-natalizio per grandi e per piccini. Sintomo associato: ricordi piacevoli ricorrenti e intrusivi dell'evento animato che si manifestano attraverso  giochi e "tormentoni" più o meno ossessivi. Arduo è il ritorno alla vita quotidiana, porre fine bruscamente ai viaggi in terre fantastiche. Sinbad, l'eroe di Mille e una notte, ne sa qualcosa e nulla gli impedirà di scorazzare liberamente per i mari della libertà. La Dea del caos, Eris, lo ha preso di mira e scommette tutto sulle debolezze umane. Per la prima volta Sinbad sconfina dal magico "stop-motion" di Ray Harryhausen e dalle svariate trasposizioni in carne ed ossa del mito. La Dream Works lascia in mani sicure l'avventuriero: alla regia, Tim Johnson (Z la Formica) e Patrick Gilmore (all'esordio) e John Logan (Il Gladiatore) alla sceneggiatura. Si opta, per lo più, al 2D, con il 3D che fa capolino saltuariamente (scena del mostro marino). Autonome e fluttuanti sono le ricostruzioni dell'ambiente divino e della città di Siracusa. Le fattezze di Eris sono un turbinio di sensuali adattamenti e sconvolgimenti figurativi e, il regno siciliano, una mescolanza della romantica Venezia e l'esoterica Damasco.

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Lotte "dimensionali", in superficie e negli abissi marini. Sinbad, formalmente, non raggiunge le profondità di "Nemo", ma si destreggia magistralmente nei mondi immaginabili esplorati. La scrittura, rielaborando la leggenda, veleggia spesso però sottovento, tra letteratura e mitologia. Il Pirata sembra più una "figurina" nell'immenso oceano della Pixar. Mancato l'impatto transgenerico di Z la Formica, supporto narrativo su cui reggeva l'idea unificante del fortunato formicaio: la massa controllabile e l'unità singola pensante. Sinbad è una favola, un volo dell'immaginazione, ma è anche un pirata "saccheggiato" più volte e probabilmente con ancor meno "preziosi" da offrire. Sinbad è cinema per tutti, adulti e bambini, dall'inizio alla fine, che scorpora "viaggi stratificanti" dopo i quali ci si ritrova nuovamente insieme. "Regressioni" e "progressioni" sono compromessi anziché istinti irrefrenabili.            


 


Titolo originale: Sinbad –  Legend of the Seven Seas


Regia: Tim Johnson, Patrick Gilmore


Sceneggiatura: John Logan


Montaggio: Tom Finan


Musiche: Harry Gregson-Williams


Scenografie: Raymond Zibach


Voci: Brad Pitt (Sinbad), Catherina Zeta-Jones (Marina), Michelle Pfeiffer (Eris), Joseph Fiennes(Proteus), Dennis Haysbert (Kale), Timothy West (Dymas), Adriano Giannini (Rat), Raman Hui (Jin)


Produzione: Dream Works Pictures


Distribuzione: UIP


Durata: 88'


Origine: USA, 2003


 


 

    

 

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