"So Close", di Cory Yuen

Combinazione di danza e arti marziali. Il "femminile" riacquista movenze di sensuale seduzione e, in alcuni frangenti, attraverso fugaci volteggi, regala erotismo mimetizzato tra le curve del destino. Cinema, inconscio, azione: tre (i)stanze dello stesso impianto in continuo riflusso e perenne attività di riassestamento.

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Non è la versione orientale di Charlie's Angels, non è neanche uno di quei film che rischia di inflazionare, oggi, il genere "action-movie" al femminile. Spessore narrativo e tecnico consente di respirare aria certamente non viziata da sudditanze o alleanze corporative con i colossi americani. Le tre eroine, d'altra parte, per ragioni diverse, si combattono e nutrono sfiducia o diffidenza reciproca. È l'aspetto psicologico che anticipa sempre di qualche istante l'azione, lo "spettacolo". Cory Yuen, mago delle arti marziali, compatta le vie di fuga e fa sparire i combattimenti minuziosamente progettati dei kolossal alla "Schwarzy", dove vivacità ed eleganza sono rimpiazzate da interminabili sparatorie. Un certo senso dell'assurdo e un magistrale dominio della macchina cinematografica concepiscono in contemporanea l'azione e ogni inquadratura. Combinazione di danza e arti marziali. Il "femminile" riacquista movenze di sensuale seduzione e, in alcuni frangenti, attraverso fugaci volteggi, regala erotismo mimetizzato tra le curve del destino. Cinema, inconscio, azione: tre (i)stanze dello stesso impianto in continuo riflusso e perenne attività di riassestamento.

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Lynn (Shu Qi), sorella di Sue (Vicki Zhao), è una killer professionista; è più matura e il suo stile nei combattimenti è di conseguenza improntato ad una forza tranquilla. Uccide solo se è necessario e prova tormento nel farlo. Gli hanno ucciso il padre e la madre e prova un terribile desiderio di vendetta. Ferisce gli avversari agli arti e la sorella al cuore trattandola ancora come una bambina. Sue vive in uno stato emulativo. Prova ad imitare la sorella, ma non possiede la sua calma. Il sentimento lesbico, che si insinua tra lei e la poliziotta (Karen Mok) che le da la caccia, è l'espressione diretta di forti sensazioni contrastanti assopite dal desiderio di superarsi. Si lotta tra azione e intimismo per un'organico modello generativo/causale mai fine a se stesso, in cui la linea di pertinenza contrappone l'istinto e la ragione, il virtuale e il manifesto.


 


Titolo originale: Chik yeung tin sai


Regia:Cory Yuen


Sceneggiatura: Jeff Lau


Fotografia: Venus Keung


Montaggio: Cheung Ka-Fai


Musiche: Sam Kao, Kenjo Tam


Scenografia: Eddy Wong


Costumi: Yee Chung Man, Jessie Dai


Interpreti: Shu Qi (Lynn), Karen Mok (Hong Yat Hong), Vicki Zhao (Sue), Song Seung-Heun (Yan), Michael Wei (Mark), Ricardo Mamood (Pierre)


Produzione: Columbia Pictures Film Production Asia, Eastern Productions


Distribuzione: Columbia TriStar Italia


Durata: 110'


Origine: Hong Kong, 2002


 


 

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