SOL LEVANTE: Holly e Benji

Mentre si disputano i mondiali di calcio, per la prima volta ambientati proprio nel paese del Sol Levante, riscopriamo la serie-cult dedicata allo sport più famoso del mondo, con uno sguardo alle nuove puntate, recentemente trasmesse anche in Italia.

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Considerando il successo di cui godono sia il calcio che gli anime in Italia, non stupisce che la serie “Holly & Benji – due fuoriclasse” (poi rititolata “Che campioni Holly & Benji!!!”, in originale “Captain Tsubasa”) sia da anni un continuo successo delle nostre programmazioni televisive pomeridiane: tutto parte da un fluviale manga dell’esperto in vicende sportive Yoichi Takahashi (pubblicato in Italia dalla Star Comics), ispiratore, nel 1983, della prima serie. Questa segue la carriera sportiva del giovane attaccante giapponese Oliver “Holly” Hutton dalle elementari alle superiori, l’amicizia con il bravissimo portiere Benjamin “Benji” Price, la militanza dei due nella New Team, e la rivalità con il grintoso Mark Landers della Muppet.
Asse portante dell’intera epopea, comunque, è la godibile mescolanza del senso competitivo che è alla base del sistema educativo e scolastico giapponese, seppure rivisitato – come vedremo – in un’ottica meno ossessiva, con uno stile narrativo improntato all’iperbole e grondante sentimenti di lealtà verso lo sport, i compagni e gli avversari, in spregio all’individualismo di certo Giappone d’annata. Va infatti precisato che “Holly & Benji” non è certo la prima serie sull’argomento, titolo che spetta invece al non dimenticato “Arrivano i Superboys!” (visto in Italia dal 1981 grazie alla Doro Tv), dove si narravano le imprese sportive del bomber Shingo Tamai. In quel caso la storia risentiva dello spossante senso di abnegazione caro all’autore Ikki Kajiwara (creatore anche del capolavoro “L’Uomo Tigre” e di “Tommy, la stella dei Giants”), che si estrinsecava in una visione dolorifica e spietata del gioco (per dirne una, il protagonista lasciava che l’allenatore, per rinforzargli le gambe, gli passasse sopra con una jeep!), metafora dell’orgoglio di una nazione che proprio grazie al suo ‘senso del dovere’ si era risollevata dai disastri provocati dalla seconda guerra mondiale. Certo Kajiwara scardinava in parte la sua visione buia con il grottesco, che trovava estrinsecazione nei fantasiosi tiri dei suoi atleti, omaggiati anche da “Holly & Benji” (un esempio è il primo gol della finale fra New Team e Muppet).

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Takahashi ha dunque preso esempio da Kajiwara, ma se ne è al contempo affrancato, grazie ad una visione della competitività più solare incarnata da Holly: questi, infatti, esprime nello sport la sua voglia di vivere, diversamente dalla concezione sportiva più marziale di Landers, che di Tamai potrebbe essere l’erede e che perciò è di fatto costretto alla sconfitta. Il che rappresenta una coraggiosa secessione dai dettami della cultura giapponese più retriva, nella quale si cela la grande forza di questo serial.
Per noi italiani, poco avvezzi a queste problematiche, il cartone è comunque diventato un ironico argomento di discussione, soprattutto per le implausibilità narrative, che vedono i giocatori correre su campi che appaiono enormi, o compiere tiri e parate acrobatiche ben oltre i limiti dell’assurdo: un modello comunque fortunato, se è vero che ha poi fornito lo spunto per il recente film “Shaolin Soccer” di Stephen Chiau.
In occasione dei mondiali, Takahashi ha poi ripreso le vicende dei suoi personaggi, ormai adulti e schierati in varie squadre del mondo: ad esempio Mark Landers sfrutta la potenza dei suoi tiri ‘del falco’ e ‘della tigre’ nella nostrana Juventus. La celebrazione della World Cup nel paese natio, comunque, rappresenta un evento che vedrà ovviamente riunita tutta la squadra delle giovani stelle animate. L’autore ha anche ammesso di essersi documentato a lungo sulle principali squadre del mondo: forse così si eviteranno i match con un’Italia in improbabile mise rosa-shocking, verificatisi in passato.
La nuova serie animata parallela (“Road to 2002”, tutt’ora in corso in patria), ha però lasciato da parte, almeno per il momento, questi sviluppi, preferendo concentrarsi sul remake del già visto: una specie di “riassunto delle puntate precedenti” dove vengono ripercorsi sia gli scontri iniziali fra la New Team e la Muppet, che le avventure italiane del giovane Rob Denton, amico di Holly che gioca nell’Inter, e co-protagonista della seconda serie “J”, incentrata sulla coppa del mondo giovanile.
In questi nuovi episodi (al momento gli unici trasmessi anche da noi) gli incontri “storici” sono stati ridisegnati e velocizzati (i match infatti durano poche puntate) e si è puntualizzata maggiormente la psicologia degli atleti, in modo da offrire allo spettatore il più chiaro quadro possibile sui suoi beniamini; l’animazione può contare sul tratto più moderno e pulito che mantiene costanza nei disegni fra le varie puntate (handicap della prima serie) e su tutti gli artifici necessari a rendere ancora più spettacolari le rovesciate di Holly, le parate di Benji e la furia di Mark. Peccato per le musiche di sottofondo, techno-ammiccanti, e imparagonabili a quelle originarie. Restiamo dunque in fervente attesa di vedere trasposte in animazione le nuove imprese “mondiali” delle ormai cresciute stelle del calcio nipponico (per l’Italia già si parla di una trasmissione televisiva in Ottobre).
Per ciò che riguarda la trasmissione nostrana, queste nuove puntate propongono un’edizione di alto livello, che vede nuovamente schierati i doppiatori di sempre. Va comunque detto che nel 1986 (anno della prima trasmissione), in seguito alle polemiche di violenza mosse agli anime, la Mediaset soleva decontestualizzare quanto più possibile gli eventi e per questo ai protagonisti sono stati assegnati nomi anglofoni in luogo di quelli Giapponesi: solo per dirne una, infatti, il vero nome del protagonista è Tsubasa Ozora, da cui il titolo originale. Nella nuova serie, per ragioni di continuità (anche se i tempi sono cambiati), si è tenuto fede a questo dettato, ma qualche passo in avanti si è fatto, dal momento che oggi Holly si presenta come Oliver “Tsubasa” Hutton. La regia delle nuove puntate è di Gisaburo Sugi (“Prendi il mondo e vai”, “Street Fighter II Victory”) e il carachter design è di Minoru Maeda.
Infine non va dimenticata l’iniziativa della Yamato Video, che ha da poco intrapreso la serializzazione della prima serie in una raccolta DVD ‘economica’: i 128 episodi infatti sono stati raccolti in 25 volumi, a prezzo ribassato, ma senza extra. Un’occasione comunque interessante per riscoprire l’origine di una serie che non poteva non diventare un cult anche italiano.

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