SOL LEVANTE – Inuyasha

L'ultima serie tratta da un fumetto di Rumiko Takahashi è un'avventura dai risvolti horror che esplora il rapporto fra i sessi e diventa una emozionante riflessione sul valore intrinseco della comunicazione e del sentimento

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La bellezza delle serie animate giapponesi sta nella loro capacità di veicolare intelligenti riflessioni sulla realtà autoctona all'interno di strutture di genere ben codificate. Se la serie in questione è poi realizzata a partire da un fumetto di Rumiko Takashi, si può star certi che l'insieme sarà assolutamente significativo. L'autrice in questione, nata il 10 ottobre del 1957, è infatti alla base di anime molto amati anche in Italia, quali Lamù, Cara dolce Kyoko e Ranma 1/2. A queste serie dobbiamo ora aggiungere Inuyasha, diretta da Masashi Ikeda, prodotta dalla Sunrise (la casa di Gundam) e distribuita nel nostro paese dalla Dynamic Italia.

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La storia, ambientata nell'epoca Sengoku (1482-1564), ha per protagonista l'eponimo personaggio, nato da madre umana e padre demone: l'aspetto un po' buffo (sulla sua chioma argentea svettano due orecchie canine) non deve trarre in inganno perché Inuyasha è molto potente, nonché determinato ad impadronirsi della mistica Sfera dei Quattro Spiriti, che gli consentirà di diventare un demone completo. La sacerdotessa Kikyo, però, prima di morire, lo inchioda con una freccia sacra a un albero. Cinquant'anni dopo Kagome Igurashi, giunta in quei luoghi dalla nostra epoca attraverso un pozzo presente nel tempio shintoista della sua famiglia, libera il mezzo-demone e si vede ben presto costretta ad allearsi con lui per recuperare i frammenti della Sfera, da lei incautamente ridotta in pezzi. Questo il pretesto per un racconto fluviale (tuttora in programmazione in patria, dove ha già superato quota 150 puntate) che vede la strana coppia alleata contro demoni sempre più pericolosi e pronti a tutto pur di impadronirsi per primi dei magici frammenti.


Il target giovanile della serie tv, pubblicizzata come un vero evento (è la prima volta che la Sunrise produce una serie tratta dai fumetti della Takahashi), ha mitigato parecchio l'atmosfera horror del manga, in favore di un taglio maggiormente avventuroso ed epico, che lascia risaltare soprattutto le battaglie e il misticismo del Giappone d'epoca, piuttosto che le atmosfere spaventose. Il successo di pubblico è stato comunque molto ampio sin dall'inizio e in effetti la cosa non stupisce: chiunque conosca le opere della Takahashi sa infatti che contesti e stili hanno un'importanza relativa dinanzi al tema più caro all'autrice, maestra nell'esplorazione del rapporto fra i due sessi, che nelle sue mani diventa una riflessione sul valore intrinseco della comunicazione e del sentimento.


Con innata sensibilità e senza alcun pregiudizio, l'artista giapponese ci ha infatti abituato negli anni a storie complesse, dove risaltano i ruoli dell'uomo e della donna nella società che cambia e le difficoltà di relazione imposte dal retaggio culturale: non si tratta solo di repressione dell'Io, ma di una educazione che dai tempi remoti impone ruoli ben specifici, messi in discussione dall'autrice, in ossequio a una visione femminile (e non banalmente femminista) che le è propria.


In tal senso Inuyasha è una serie che mette in scena la riscoperta di un amore impossibile, quello che lega il mezzo-demone protagonista alla sua storica nemesi Kikyo, paradigma di tutti i rapporti irrealizzati e difficili fra l'uomo e la donna. Opposti i fronti (l'uno demone, l'altra sacerdotessa), diversi i caratteri (Inuyasha, lo si scopre nel prosieguo della serie, ha un'indole molto infantile, mentre Kikyo è determinata e salda nel suo ruolo), i due sono rivali per un disegno immutabile, imposto dal destino. Il loro (ri)avvicinamento avviene per l'interposizione di Kagome, che di Kikyo è la reincarnazione, e che, nel suo essere donna di un altro tempo (il nostro), ribadisce la necessità di tornare alle origini del Giappone per rinegoziare i rapporti di forza fra i due sessi, rovesciandoli rispetto al modello imposto dalla storia e dall'evoluzione sociale: come da tradizione nelle storie dell'autrice, infatti, è la ragazza a imporsi come il personaggio più volitivo e determinato del duo, tanto da piegare ben presto il carattere solitario e rissoso del compagno.


Tutto questo non esclude comunque una convivenza non facile tra i due, perlomeno all'inizio: non manca infatti la classica ironia che ha reso celebri le storie della Takahashi, fatta di sublimi battibecchi fra i due protagonisti, che riecheggiano un modello già visto in altre serie (tornano alla mente anche i litigi fra Koji e Sayaka in Mazinga Z).


In quest'ottica tematica i demoni finiscono dunque per assumere valenza metaforica, e danno concretezza ai timori tipici del rapporto uomo/donna, oppure pongono al centro dell'attenzione i non meno significativi legami familiari: buon esempio è lo straordinario arco narrativo nel quale Inuyasha affronta il fratellastro Sesshomaru (un demone completo) per il possesso della spada paterna Tessaiga. Per ingannare il fratello minore, Sesshomaru utilizza uno spirito che ha le sembianze della madre di Inuyasha. Fatto che, inevitabilmente, porterà quest'ultimo a indagare l'intimità del rapporto che lo legava alla genitrice e che lui aveva preferito rimuovere.


Il desiderio di Inuyasha di diventare un demone completo e il disprezzo che inizialmente lo oppone agli umani corteggia dunque l'indecisione tipica dell'universo maschile, diviso fra le proprie spinte individualistiche e la maturità imposta dalle responsabilità e dal ruolo sociale. Pertanto Inuyasha è l'ultimo anti-eroe della Takahashi, dopo l'Ataru Moroboshi di Lamù e il Godai di Cara dolce Kyoko, e probabilmente costituisce il modello perfezionato dell'ideale paradigma: perché è realmente un eroe, forte e temibile esteriormente, ma per vincere deve imparare a superare delle debolezze che sono interiori. Sono quelle dell'indifferenza verso il prossimo e gli affetti personali.


Kagome dal canto suo, in quanto ragazza emancipata ed energica, refrattaria agli insegnamenti della tradizione (non ha alcun interesse per le parole del nonno, sacerdote del tempio di famiglia) ha in mente un ideale d'uomo che è sublimazione irrealistica e priva di difetti, l'esatto opposto di Inuyasha, insomma. L'avventura acquisisce senso anche per lei, perché la mette di fronte alla complessità dell'animo umano e le fa capire come la costruzione di un rapporto sentimentale possa portare a risultati inediti, imperfetti ma veri, in grado di riempire la vita.


Il viaggio assume così una caratura iniziatica, dove ogni avventura arricchisce l'esperienza comune: non meno importanti risultano poi i vari comprimari che i due protagonisti annettono alla causa nel prosieguo della narrazione. La stessa nemesi definitiva compare solo a metà della prima serie, si tratta di Naraku, un demone frutto della sintesi di mille spiriti maligni, generato da desideri perversi come la bramosia e la concupiscenza, che nell'ombra manovra umani e demoni con le armi dell'inganno e della doppiezza: una antitesi vivente a quei sentimenti di comunione cari all'autrice, nonché il vero responsabile della mancata realizzazione dell'amore fra Inuyasha e Kikyo.


Per tutto questo Inuyasha risulta fra le migliori serie prodotte in Giappone negli ultimi anni. Diversamente da altri prodotti spesso tirati in ballo come esempio di perfezione tecnica, è poco appariscente: le animazioni e i disegni, per quanto ben fatti e spettacolari, sono nella media di questi anni, il carachter design rispetta quello dell'autrice (con i personaggi dagli occhi grandi e le tipiche pupille verticali) e il ritmo si prende i suoi giusti tempi. Non un vuoto esercizio di tecnica, dunque, ma un racconto profondo e vero, capace di rinnovare il classico piacere della narrazione.

TV e DVD


Già trasmessa interamente da Mtv, la prima serie di 26 episodi è stata raccolta dalla Dynamic Italia in 8 dvd. La quinta uscita, con la quale la serializzazione è ripresa dopo una pausa dovuta al cambio di gestione ai vertici dell'azienda bolognese, ha compreso anche il box cartonato per raccogliere l'intera raccolta. Contestualmente però la qualità video ha segnato un lieve calo, mentre poco si può eccepire all'audio, che comprende anche una traccia in DTS, certamente in grado di valorizzare la splendida colonna sonora. A tal proposito segnaliamo che l'edizione nostrana è caratterizzata dalla cover in inglese della bella sigla di testa "Change the World", cantata da Massimiliano Alto, l'ottimo doppiatore di Inuyasha (esiste anche il cd single, prodotto sempre dalla Dynamic). Per motivi ignoti, questa cover non si trova comunque in tutte le uscite. Gli extra, invece, comprendono le anticipazioni originali giapponesi di ogni episodio, art gallery, trailers, spot tv e, soprattutto, le utilissime schede che permettono di approfondire i riferimenti al Giappone antico, molto frequenti nell'opera.


Per quanto riguarda la seconda stagione, sempre di 26 episodi, la trasmissione su Mtv è già iniziata da qualche settimana, e il primo dvd si trova ora nei negozi. Purtroppo il cast di doppiaggio è stato letteralmente stravolto, e sebbene la Dynamic abbia scelto delle voci somiglianti alle precedenti, il cambiamento non è indolore. Peraltro, nel primo dei 6 dvd previsti (sempre accompagnato dal box in cartone), oltre a trailer, spot televisivi, art gallery e schede informative sono disponibili fra gli extra un'intervista a Francesco Pezzulli (la nuova voce di Inuyasha) e al grande Fabrizio Mazzotta, direttore di doppiaggio, nonché storica voce italiana di tanti personaggi animati classici. Le caratteristiche audio del dvd restano inalterate, mentre si nota una rinnovata cura per l'immagine e i menù animati.

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