SOLVING – Incontro con Giovanni Mazzitelli e Salvatore Mignano

La Casa del Cinema di Roma ha ospitato quest’oggi, 18 febbraio, l’anteprima del film Solving. In conferenza stampa erano presenti il giovane regista Giovanni Mazzitelli e l’imprenditore (nonchè produttore) protagonista del documentario: Salvatore Mignano

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La Casa del Cinema di Roma ha ospitato quest’oggi, 18 febbraio, l’anteprima del film So.lving. In conferenza stampa erano presenti il giovane regista Giovanni Mazzitelli e l’imprenditore (nonchè produttore) protagonista del documentario: Salvatore Mignano. Un docu-film sulla speranza che vacilla tra la vita e la morte di un’Italia immobile, che pesa gravida sulle ossa della piccola e media imprenditoria, il vero scheletro che la sostiene. Molti di loro si suicidano perché attorno vedono solo la solitudine data dalla negazione e sogni infranti Molti altri, come Salvatore, parlano di speranza che è sempre l’ultima a morire. Lui grida per tutti coloro che sono morti nel silenzio.

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Perché la morte non è mai la soluzione?

Giovanni Mazzitelli: prima di rispondere alle domande, vorrei dire due parole sul mio film. Si tratta di un progetto sperimentale, in cui credo molto. Abbiamo optato per una distribuzione in circuiti multiplex uscendo in 16 sale ed è insolito, azzardato ma sulla scia di successi come Sacro GRA e Tir, che però hanno la loro meritata risonanza mediatica, cosa che So.lving ha in misura decisamente inferiore, siamo giunti a questa scelta. Ma soprattutto perché piccola e media imprenditoria sono le basi su cui si fonda il nostro paese e quello che succede agli imprenditori va capito, diffuso, approfondito.

Salvatore Mignano: vorrei aggiungere che per me è stato un piacere collaborare alla realizzazione di quest’ opera a cui mi sono prestato volentieri anche perché i giovani devono far fruttare il loro talento, e Giovanni ne ha davvero. Come imprenditore mi sono preso l’onere di parlare a tutti quelli che come me vivono nella paura del fallimento, a quegli imprenditori strozzati dalle banche che vanno a lavorare tutti i giorni a capo chino senza sapere che cosa succede fuori, e poi quando tutto sembra perduto, s’ammazzano. Io parlo a nome di tutti loro e dico: la speranza è l’ultima a morire. Il giorno seguente è il giorno migliore. Non c’è mai la giusta ricompensa per quello che facciamo ma dobbiamo reinventarci, dobbiamo sposare la nostra causa e la morte non è mai la soluzione.

Giovanni Mazzitelli: basta pensare che nel 2009 l’azienda di Salvatore è andata distrutta a causa di un incendio. Sapete lui che ha fatto? Ha investito nel cinema, uno dei settori in crisi. Rischiando molto.


Giovanni, tu analizzi molto bene “il volto umano” della crisi. I suicidi, le scommesse, le rinascite, la fiducia e la speranza. La fase tecnica, che pure è trattata attraverso figure di professionisti come per esempio gli avvocati, dovrebbe arrivare a dire che il vero nemico da combattere sono le banche. Va ridimensionato il sistema bancario, è questa la verità. I presidenti Kennedy e Lincoln sono stati uccisi perché avevano toccato il sistema bancario. Sei d’accordo?

Giovanni Mazzitelli: penso che uno dei problemi che più mi riguarda da vicino è che il Sud Italia diventerà sempre più una “nazione di servizi”. L’Italia produce verso l’esterno e il sistema bancario in Italia non ha più nulla di italiano. Le banche straniere sono la maggioranza, poi si dovrebbe parlare dell’entrata nell’euro, della Fiat “americanizzata”. Dovrei fare tanti altri film per parlare di tutto questo.


Nel tuo documentario, da un lato viviamo assieme a Salvatore il dramma dell’essere imprenditore oggi, dall’altro Franco di Mare parla della crisi come opportunità, dell’Italia attuale confrontata con quella degli anni ’50 e poi l’intervento di Francesco Alberoni che parla degli “imprenditori coraggiosi”, degli “imprenditori eroi” che non devono abbattersi, che devono pensare sempre positivo, che devono tendere all’ottimismo. Non ti sembrano punti di vista, realtà molto distanti tra di loro? Come teoria e pratica.

Giovanni Mazzitelli: noi pensiamo all’oggi, all’imprenditoria di oggi. Attraverso questo film parliamo all’imprenditoria e dell’imprenditoria gridando che non può più sopravvivere fuori dai concetti di speranza e di fiducia. Alberoni e di Mare portano questo discorso ai massimi sistemi. Ho aperto il film citando Edgar Lee Masters perché con l’Antologia di Spoon River ha parlato di quasi tutte le tipologie di lavoratori. Io ho cercato e voluto l’esempio positivo da poter raccontare e attraverso il quale imparare a conoscere più affondo la nostra situazione.

Salvatore Mignano: Alberoni potrà sembrare distante dalla realtà che vivo io. Lui parla così perché si basa sull’esperienza di grandi imprenditori, suoi amici, come Barilla. Per loro, anche se colpiti dalla crisi, è sempre molto più facile. Alberoni e di Mare parlano con termini tecnici ma la realtà è un po’ diversa e questo film rappresenta proprio quella realtà.

Giovanni Mazzitelli: Effettivamente sembra un ping-pong tra Salvatore da un lato e Alberoni/di Mare dall’altro. La verità è che io ho volutamente assunto un punto di vista voyeurista, osservo da dietro la serratura ciò che intimamente accade.

Salvatore Mignano: il piccolo imprenditore non accetta il fallimento, il buco. Fino all’ultimo momento. Ecco perché poi si suicidano, perché per agire aspettano sempre l’ultimo momento, quando ormai è troppo tardi. Spesso mi domando “se io non sono più un imprenditore, chi sono allora?”. Sono come un soldato al fronte che combatte fino alla morte per un ideale. Così fa l’imprenditore.


Forse gli imprenditori vedono come unica fonte di salvezza le banche da cui attingere nel momento del bisogno. Lei Salvatore ha avuto il coraggio di optare per una diversificazione investendo dalle batterie al cinema, mentre gli altri imprenditori tendenzialmente non lo fanno mai. Quanti realmente possono e o vogliono pensare al domani? Le banche non ti aiutano, le banche “aprono l’ombrello quando non piove”. Allora come far capire agli imprenditore che non è l’unica via?

Giovanni Mazzitelli: guardando ciò che ha fatto Salvatore, ossia scegliere una diversificazione addirittura a rischio perché orientata ad un settore completamente diverso da quello di appartenenza. In questi anni ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare imprenditori del sud, del centro, del nord Italia e molti imprenditori stranieri per imparare, per capire e conoscere il significato della parola crisi. Ripenso poi al discorso delle banche e degli imprenditori. Le banche che aprono gli ombrelli solo quando non piove. Penso alle carte di credito che sono la forma più scema di debito indotto (tu porti soldi e ricevi in cambio una tassa da pagare) e allora mi chiedo quale sia l’alternativa. Ma nello stesso tempo, grazie anche a persone come Salvatore, so che non si deve mai perdere la speranza.


Alberoni parlava appunto di ottimismo. Salvatore a lei questo film ha dato un pizzico di ottimismo in più?

Salvatore Mignano: alla luce di tutta questa sofferenza, ciò che importa è far capire agli altri quali possano essere le possibili mosse da fare per risollevarsi. E’ come un grido di speranza. Le opportunità ci passano davanti e dobbiamo coglierle, sempre rimanendo nei limiti di ciò che riusciamo a fare.

Giovanni Mazzitelli: ho presentato questo film in anteprima alla Commissione Fallimentare del Tribunale di Napoli e ciò che mi è stato detto è che nella stragrande maggioranza dei casi i piccoli imprenditori non segnalano mai al livello legale i loro problemi. Aspettano finché ormai è già troppo tardi. Dobbiamo imparare a conoscere la crisi, specie noi giovani. Altrimenti come potremmo affrontarla?

Salvatore Mignano: conoscerla e conoscere i nostri limiti imprenditoriali, conoscere i problemi e pensare delle soluzioni possibili. Come mai la scelta di scrivere So.lving con il punto in mezzo? E’ una scelta puramente grafica. Ho lascito libero il professionista che se ne è occupato.


Nel film sfiora molti temi tra cui anche quello degli stagisti non retribuiti che rappresentano una risorsa importantissima ma quasi non riconosciuta e sfruttata. Farai un film anche su di loro?

Giovanni Mazzitelli: vorrei precisare che gli stagisti che si vedono nel film non erano stipendiati ma Salvatore, di tasca propria, ha fatto loro un grande regalo perché se lo meritano come lo meritano tanti altri. Dovrei fare un film su ogni tematica sfiorata: sugli stagisti, sugli operai, sulla frode fiscale. Ma il film che davvero vorrei fare è sulla terra dei fuochi perché ci sta davvero strozzando.


Quando uscirà il film?

Salvatore Mignano: uscirà il 20 marzo in 16 copie. Nel Lazio il film uscirà in tre sale: al The Space a Parco de’ Medici, all’UCI Cinema a Porta di Roma e all’UCI Cinema a Parco Leonardo (Fiumicino).

Giovanni Mazzitelli: questo è un film che può vivere grazie al passaparola e spero che sarà così!

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