SOME PREFER CAKE 2012 – Cloudburst, di Thom Fitzgerald

SOME PREFER CAKE 2012 - Cloudburst, di Thom Fitzgerald
Un road movie scanzonato e romantico tra il Maine e il Canada, interpretato da due attrici premio Oscar nei panni di due ultrasettantenni forti e felici, che dopo 31 anni di amore comune, vivono con umorismo le grandi e piccole difficoltà. Figure che si muovono con vitalità e ironia, con una fierezza e una libertà di pensiero che viene spesso negata alla rappresentazione della tarda età. Premio del pubblico al Some Prefer Cake Festival 2012

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SOME PREFER CAKE 2012 - Cloudburst, di Thom FitzgeraldCloudburst ha conquistato il cuore del pubblico di Some Prefer Cake 2012, vincendo il premio come miglior lungometraggio, come già per il pubblico del MIX di Milano, del San Francisco Frameline Festival e dell'Atlantic Film Festival, dove il regista e produttore (americano, ma attivo in Canada) Thom Fitzgerald, autore della pièce da cui è tratto il film, ha conquistato anche il Gran Premio della Giuria.

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Come 80 Egunean e Nacidas para sufrir, presentati al festival lo scorso anno, il film mette al centro della narrazione donne ultrasettantenni, forti e felici, che dopo trentun anni di amore comune, vivono con umorismo le grandi e piccole difficoltà. Questa volta si tratta di un road movie scanzonato e romantico, con le performance eccellenti di due attrici premio Oscar (Olympia Dukakis, per Stregata dalla Luna; Brenda Fricker, per Il mio piede sinistro). Ultimamente le abbiamo viste rispettivamente in Away from Her e Albert Nobbs: per coincidenza, altri due film, uno bellissimo, l'altro non eccelso, ma entrambi con il merito di contrastare l'idea che i protagonisti di storie d'amore debbano essere necessariamente giovani e allineati all'idea di famiglia nucleare classica.

Stella e Dot compiono un viaggio dal Maine alla Nova Scotia, attraverso uno splendido paesaggio che rispecchia la vita nella sua coesistenza di bellezza (il gioco sulla forma delle nuvole, la gioia per la pioggia, il tramonto che le due donne sono abituate a vedere insieme, così amato che anche quando una delle due perde la vista sente di poterlo ammirare lo stesso) e di prove difficili (l'alta marea) per raggiungere il luogo in cui è possibile sposarsi legalmente: l'unico modo per sfuggire alla nipote di Dot, Molly (Kristin Booth) convinta che la nonna debba essere rinchiusa in un ospizio e dopo tanti anni ancora ignara dell'evidente rapporto d'amore tra le due anziane signore, anche perchè non assomigliano abbastanza all'idea che lei si è fatta di una coppia lesbica, ovvero quella mutuata dalla tv: Ellen (DeGeneres) e Portia (De Rossi).

SOME PREFER CAKE 2012 - Cloudburst, di Thom FitzgeraldLe prove delle protagoniste, in particolare della Dukakis con cappello texano, whisky e pickup, sono sorprendenti, quantoquella di Felicity Huffman in Transamerica, film con cui Cloudburst ha più di qualche aspetto in comune; anche nel rapporto d'amicizia spontaneo, a prova di differenza di età, che si crea tra le protagoniste e un ragazzo molto più giovane, l'autostoppista Prentice (Ryan Doucette) ballerino e stripper belloccio che torna da New York nella sua minuscola città per fare visita alla madre ammalata e che diventerà un improbabile quanto solidale compagno di viaggio.

A differenza di Transamerica, però, in Cloudburst, coproduzione tra USA (Sydney Kimmel che si è occupata anche di Greg Mottola e Neil LaBute) e Canada (Emotion Pictures) le personalità delle figure di contorno sono poco approfondite, con il rischio di cadere in quell'"effetto Sundance" alla Little Miss Sunshine per cui i personaggi si muovono in un mondo variopinto restando ancorati a un'eccentricità amabile e un po' soffocati dalla simpatia che suscitano. Malgrado ciò, il film dosa bene i momenti comici (l'esilarante incursione con cui Stella rapisce Dot dalla clinica, tutti gli equivoci legati alla cecità di Dot) con la malinconia di un amore che resiste ad ogni ostacolo ma che verrà comunque interrotto dalla fine biologica.

Il mondo di Cloudburst  funziona soprattutto grazie agli ottimi dialoghi (l'icona k.d. lang come oggetto dei desideri in punto di morte) che offrono risate genuine: per il turpiloquio della butch Stella (la Dukakis si dice entusiasta della definizione del suo personaggio, "una versione lesbica e sboccata di Walter Matthau") che riesce a conquistare un passaggio solo calzando un fazzoletto da vecchia signora, ma presto viene gettata giù dal veicolo per il suo linguaggio colorito e la spregiudicatezza con cui racconta i suoi desideri sessuali, per gli scoppi d'ira (impagabile il momento in cui affronta il poliziotto, che la chiama nonna, ricordandogli che non è sua nonna, ma che che molti anni prima è arrivata in seconda base con la sua nonna) e per la sua energia nell'affrontare il mondo (all'infermiera che si schermisce dicendo di non essere lei a fare le regole, Stella ribatte che anche Joseph Goebbels si difendeva così).

Olympia Dukakis e Brenda Fricker in CLOUDBURST, di Thom FitzgeraldLe fa da contraltare la tenerezza ferma della sua Dot, che sembrerebbe la più fragile, almeno fisicamente, ma si dimostra capace di un'ironia irresistibile che la rende un faro e un sostegno per la compagna (le gag in cui "molesta" suo malgrado il patrigno redneck di Prentice) oltre che la rappresentazione di una donna che con l'età e l'ovvia decadenza fisica non ha perso la fierezza e la libertà del pensiero (i momenti in cui si sottrae all'idea del matrimonio paragonandolo a un embolo).

E ai dialoghi brillanti sono affidati anche i momenti di riflessione sulla sostanza calorosa e appagante dell'affermazione della propria libertà, in un tempo che sopravvalutiamo in durata, che ci spinge troppo spesso ad acccettare i vincoli sociali in nome di una calma temporanea. "Bisogna viversi il qui e ora" sentenzia a un certo punto Prentice, rivelata la sua candida confusione di ragazzo di provincia che cerca di sfangarla nella vita. La risposta di Stella è di una saggezza diversa da quella che siamo abituati ad associare alla tarda età: è la celebrazione di una determinazione necessaria a prendere in mano la propria vita quando il pregiudizio degli altri la mette in pericolo: "Non se il qui e ora fa cagare!"
 


 

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