Sono solo parole (vuoi mettere struggersi?): l’estate degli influencer

Il mondo degli influencer è subito afferrabile, riducibile a ciò che vediamo e alle parole che leggiamo, il suo significato non spicca il volo verso lidi sconosciuti. Vuoi mettere l’irraggiungibile?

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Da poco, sotto prezioso consiglio, ho visto lo special di un comico americano che non conoscevo, Judah Friedlander, da poco sbarcato su Netflix con America Is The Gratest Country In The Usa. Faccia a faccia con il pubblico, il palco è quello del Comedy Cellar di New York, un anfratto stretto giù in fondo alle scale. La stand up ravvicinata mi è sempre piaciuta, la comicità è un costante flusso di liberazione, uno sforzo continuo e mi piace immaginare il sudore nell’aria. Friedlander è elegante, costruisce con le parole un mondo sopraffino e intelligente. Il volto si vede appena, troppa barba, troppi occhiali. Tutto quello che ci è concesso è una voce profonda e strascicata. Il resto è nascosto.

Ecco scoppia un altro amore quando meno te lo aspetti. Gli amori sono sempre dietro l’angolo, spuntano senza sosta, non c’è mai tempo per stargli appresso. Ad ognuno di questi vorrei scrivere una lettera romantica. Quando avevo 14 anni ricordo bene di averne scritta una a J AX, dove motivavo la mia grande delusione dovuta all’uscita dell’album Italiano Medio. Si era adeguato ai gusti della gente, si era omologato alle tendenze commerciali. Negli anni ha seguito sempre più la strada del successo e oggi è un personaggio di spicco, compare di un famosissimo influencer, Fedez, che da poco ha fatto un figlio influencer, Leo, con una donna che in Italia è la più influencer di tutti, Chiara Ferragni. Da pochi giorni i due genitori più seguiti d’Italia hanno litigato con J AX e con il giovane Rovazzi, e pare davvero che l’amicizia sia finita per sempre. Erano solo voci di corridoio finché la Ferragni ha compiuto l’unico vero gesto di rottura, ossia smettere di seguire i due cantanti sui social.

 

Cool. Insieme ad amazingcool è una parola chiave nel mondo degli influencer. Da quando è mamma la Ferragni è una cool mum che esce con altre cool mums. Chi influenza deve essere cool e ovviamente anche meraviglioso. Il comico Louis CK nel suo Live al Comedy Store si concentra sulla parola amazing, spesso e volentieri usata a sproposito. Una parola che andrebbe ridimensionata e conservata per qualcosa di realmente meraviglioso. La parola influencer invece presuppone una capacità di condizionare e in un certo senso di asservire o forse, visto che siamo in vena di parole, di ammaestrare. L’influencer ti direziona verso la tendenza che va assecondata, verso la moda che in quel momento è giusto seguire. Così tu diventi un follower.

Vintage snack. Nella mia testa un vintage snack potrebbe essere un Soldino della Mulino Bianco. Per Cameron Dallas, uno degli influencer più seguiti al mondo (più di 21 milioni di seguaci sui social), un vintage snack è una foto dentro una macchina anni 50. Lo snack non c’è e se c’è non si vede.

Perfect shot. Lo scatto perfetto è come una magia improvvisa. L’influencer russa Katarina Zarutskie lo cercava immergendosi in una piscina naturale abitata dagli squali nutrice ma è stata morsa ad un braccio. I suoi follower l’hanno attaccata sui social dandole, sostanzialmente, della scema. Lei ha ribattuto che molti alle Bahamas si immergono in quella vasca e che inoltre è risaputo che gli squali nutrice sono innocui. Effettivamente la parola nutrice lo fa pensare.

 

So pretty, so cute, so gorgeous. Sono i complimenti che affollano gli scatti dell’influencer Danielle Bernstein. Il suo profilo si chiama WeWoreWhat, ed è incentrato sulla perfetta mise da indossare per essere splendide in ogni momento delle splendide giornate che viviamo. C’è anche la mise di quando vieni buttata in mare per scherzo, questo perché è fondamentale comunicare che hai degli amici che ti buttano in mare per scherzo. La solitudine non fa tendenza, a meno che non sia un momento della giornata che ti ritagli per concentrarti su te stessa e amarti.

Sweet, love, beautiful. Mentre la stella del fitness Jen Selter posta le sue foto su Instagram queste sono le parole più usate dai followers. Ogni scatto ha come protagonista indiscusso il suo sedere tonico. Nel perfect shot della festa della mamma, Jen posta la foto con l’unico vero idolo della sua vita, la donna che le ha dato i natali e grazie alla quale lei è quella che è. Sono belle e sorridenti. Ma soprattutto sono identiche pur essendo madre e figlia.

Cozy morning, troppolove, VivaiColori, finalmenteestate, outfitoftheday, #DCC ossia Dolce Carina e Coccolosa.

Life style. Il mondo che si apre davanti ai nostri occhi è affascinante perché scatto dopo scatto costruisce qualcosa che per quanto agghiacciante è pur sempre una costruzione, un immaginario dove non esiste povertà, dove basta credere in se stessi per raggiungere picchi altissimi, rosei, paradisiaci. Come con i menù di Benedetta Parodi, che ci propone il suo modello della famiglia perfetta, che un po’ attrae e un po’ disgusta. Anche Benedetta sbaglia qualche piatto e come timer per il conto alla rovescia usa la voce della figlia piccola. Il mondo degli influencer è lontano e vicino a quello della gente comune, è fatto di viaggi da raccontare, di spuntini adorabili e calorici da condividere come piccolo guilty pleasure del momento. Un mondo dove anche essere angry presuppone uno sguardo tenero.

 

Ma poi mi viene l’ansia. Ho bisogno dello sporco, di qualcosa che mi avvilisca, qualcosa di infimo che restituisca dei contorni al mondo. Una cornice alla realtà che non sia composta da macarons o intaccata da fini silenziosamente commerciali. Il mondo degli influencer è  immediatamente raggiungibile, riducibile a quel perfect shot. Quello che vediamo è immobile sullo schermo, non se ne va da nessuna parte, non sfugge. Il suo significato, bidimensionale quanto la foto osservata, non spicca il volo verso lidi sconosciuti e (questa volta sì) meravigliosi. È subito esposto, lampante, comprensibile. Lineare e noioso, un amore che ti ama incondizionatamente, sempre a disposizione per darti tutto quello che vuoi, per viziarti con cose.

Vuoi mettere struggersi? Struggersi per qualcosa di inafferrabile, che non è l’artista in sé ma quello che ti da in preda ad un bisogno impellente, quello che ti attacca addosso attraverso quello che crea, che non è solo gioia colorata ma anche e soprattutto tristezza e oscurità. Non c’è nulla di realmente afferrabile. C’è una contaminazione, una febbre con cui lottare che non ti molla. Non ti lasciano andare le parole di uno scrittore che ti hanno contaminato i pensieri. Non ti molla la visione di quel regista che ti ha ipnotizzato. Una certa musica è un virus nel sangue, non te la scrolli di dosso facilmente. Proprio come un comico quando ti prende di mira. Un po’ c’è da soffrire. Ma è tutta forza, super poteri, riparo nei tempi bui. Sono farfalle nello stomaco. Non è semplice descriverlo. Non si riesce facilmente a trovare le parole, non c’è hashtag microscopico che possa racchiudere tutto questo. Non è così semplice con gli amori infiniti. Però finalmente si può rimanere muti e smettere di parlare.

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