"Sono un pirata, sono un signore" – Incontro con il regista e il cast


L'attore comico teatrale torna al cinema con una nuova regia. Il film, che racconta in chiave comica il rapimento di alcuni italiani da parte di un gruppo di pirati african iè stato presentato dallo stesso regista insieme al resto del cast, formato da Francesco Pannofino, Giorgia Surina, Maurizio Mattioli, Veronica Mazza e Ernesto Mahieux

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Dopo il successo, per lo meno campano, del suo ultimo film La valigia sul letto, l'attore comico teatrale Eduardo Tartaglia torna al cinema con una nuova regia, Sono un pirata, sono un signore. La pellicola, che racconta in chiave comica il rapimento di alcuni italiani da parte di un gruppo di pirati africani, alla presentazione per la stampa, è stata accompagnata dallo stesso Tartaglia (anche sceneggiatore e protagonista) insieme al resto del cast, formato da Francesco Pannofino (Boris, Notturno Bus), Giorgia Surina (Una talpa al Bio Parco), Maurizio Mattioli (Immaturi, Buona Giornata), Veronica Mazza (La valigia sul letto) e Ernesto Mahieux (Fortapasc, L'imbalsamatore).

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Potete raccontarci la vostra opinione sul film?

 

Eduardo Tartaglia: Nonostante il film sia scritto, diretto e interpretato da me non mi sento l'unico artefice del prodotto. La pellicola infatti è nata da uno sforzo collettivo, dal talento e dalla passione di tutti coloro che ci hanno lavorato. E' ovvio che le responsabilità maggiori le prendo io, se dovete colpire qualcuno, colpite me, ma mi sento di ringraziare di cuore tutti. A partire dal produttore che ha creduto subito nella storia fino al consumatore che l'apprezzerà.

 

Francesco Pannofino: Questo film è una commedia deliziosa, scritta con garbo. Tengo a sottolineare che abbiamo improvvisato pochissimo e quel poco è sempre stato concordato con Eduardo. La cosa che mi colpisce è l'alchimia che è nata tra tutti noi, visto che non ci conoscevamo affatto prima delle riprese. Si vede che la comicità è un linguaggio universale che unisce subito. Poi sono entusiasta del fatto di aver lavorato con il più grande attore comico italiano, Maurizio Mattioli.

 

Maurizio Mattioli: Questi complimenti, io e Francesco, ce li facciamo da vent'anni. Lui pensa questo di me e io penso lo stesso di lui. Potremmo andare avanti per ore cosi. Comunque, per tornare a parlare del film, è stato un vero piacere lavorare con questo team, attori e troupe, stare insieme per un mese a Cuba e non aver mai avuto un litigio, uno screzio. Quando questo succede fa bene al lavoro complessivo, oltre che all'attore. L'atmosfera di unione e di amicizia che si era creata fuori dal set, credo si senta nel film, che è una bella favola a lieto fine.

 

Giorgia Surina: Io dovrei ripetere tutte le belle parole che sono state dette finora. A Cuba, tutti insieme, ci siamo divertiti tantissimo e si è creato un bel gruppo. Speriamo di trasmettere al pubblico tutta la gioia che abbiamo provato li. Per il resto, sono contenta di aver girato questa storia semplice, con personaggi veri. L'obiettivo era rappresentare delle persone della porta accanto che, pur in una situazione tragica, riescono ad andare avanti con l'ironia, come fanno milioni d'italiani. 

 

Veronica Mazza: Per quanto riguarda la mia esperienza, io vengo da una forte tradizione teatrale e in questo personaggio ho voluto riversare tutta la mia napoletanità. Il mio è un personaggio autentico, che reagisce alla vita in maniera, forse colorita, ma con sincerità. I nostri personaggi hanno la fortuna, pur in una situazione drammatica, di prendersi un attimo di serenità da un occidente agitato che non li fa vivere. La mia Stefania, ad esempio, riesce finalmente a ragionare su stessa e a decidere cosa è meglio per se.

 

Ernesto Mahieux: Io ho poco da dire, solo che sono orgoglioso di aver lavorato di nuovo con Eduardo. Pensa che la gente a Napoli ancora mi ferma dicendo che la mia migliore interpretazione è stata in Una valigia sul letto! Poi, devo ammettere, è un divertimento lavorare con Pannofino. Ti basta chiudere gli occhi e ti sembra di avere accanto George Clooney,

 

Perchè proprio il tema dei pirati?

 

Eduardo Tartaglia: Il mio obiettivo non era realizzare un istant-movie. Non sono operazioni che mi interessano. Piuttosto io cerco sempre di agganciarmi alla realtà senza toccare temi troppo inflazionati. Nella mia carriera ho sempre cercato questo. Poi, se devo essere sincero, è scattato qualcosa quando per caso ho visto un'intervista surreale su una televisione regionale fatta alla famiglia di un rapito. Nonostante la tragedia e il trasporto umano verso questa famiglia di povera gente, c'era qualcosa di grottesco che mi ha conquistato.

 

La sua carriera si divide tra teatro e cinema. Quale delle due forme d'arte preferisce?

 

Eduardo Tartaglia:Io vengo dal teatro e li sta la mia casa. Certo ormai sono diversi anni che faccio film, quindi penso di potermi considerare un uomo di cinema. Comunque, nella regia, nella recitazione e soprattutto nella scrittura, sento che pur facendo cinema ho una fortissima impostazione teatrale. Non la nego, anzi è la mia forza. Il piccolo successo che ho avuto e il calore che mi accompagna sempre quando sono a Napoli sono la dimostrazione che non devo cambiare strada.

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