Sophie Thatcher, la scream queen di Companion
Un’attrice ribelle interessata all’arte e non al successo monetario che vive e urla negli horror indipendenti, rifiutando le grandi produzioni e la dolce immagine della ragazza della porta accanto.

Il 30 gennaio è uscito in sala il film d’esordio di Drew Hancock, prodotto dal regista dell’horror Barbarian, Zach Cregger. Il titolo è Companion, un horror indipendente americano a basso budget, 10 milioni di dollari. Racconta di un tranquillo week end tra amici stroncato dalla scoperta che uno degli invitati è in realtà un pericoloso robot da compagnia. La star del film è Sophie Thatcher, classe 2000, già nota per alcuni ruoli tra film e serie tv in una carriera iniziata solamente nel 2018.
Oltre oceano sono tutti convinti che Sophie Thatcher sia la nuova scream queen del cinema americano, ma sarà davvero così? La produzione di Companion cercava la tipica ragazza della porta accanto per la protagonista del film. Un viso angelico unito ad un carattere altrettanto docile. Sophie Thatcher è sicuramente angelica nelle fattezze, ma è l’esatto opposto nelle intenzioni. Nel casting di Companion ha quindi voluto fare di testa sua, prendendo references dalla Nouvelle Vague e inviando al regista le colonne sonore di Rosemary’s Baby e Cannibal Holocaust. Questa è solo una delle storie di un’attrice dall’anima punk, ma da dove arriva?
Sophie Thatcher è nata a Chicago in una famiglia mormone, religione che poi ha ripudiato. È così innamorata dell’arte che, a detta sua, non vorrà mai prendere parte in film ad altissimo budget. Marvel e altre grandi produzioni pensano solo ai soldi e lei non ha alcun interesse ad arricchirsi. Un pensiero a dir poco alternativo nell’era dell’edonismo social, tirato fuori da una ragazza che studia canto e recitazione da quando ha quattro anni. Un pensiero che soprattutto sa di ribellione, libertà e indipendenza.
Il suo primo ruolo importante l’ha avuto nel 2018, al fianco di Pedro Pascal e Jay Dupless in Prospect, film di fantascienza diretto da Zeek Earl e Chris Caldwell. Un budget di neanche 4 milioni di dollari, per una storia di astronauti cacciatori di gemme in una foresta piena di pericoli. Sin da questa interpretazione, la giovane attrice lascia intendere le sue qualità nelle scene di suspense e di tensione. Questo e un piccolo ruolo nel film indipendente The Tomorrow Man di Noble Jones, dove interpreta Jeanine, le hanno permesso di avere un ruolo fisso nella serie Yellowjackets. Questa serie tv racconta, tra horror e dramma, i sopravvissuti ad un incidente aereo in una fitta foresta canadese. I tanti personaggi devono far fronte al freddo, ai pericoli e alla fame, che porta alcuni all’inevitabile cannibalismo. Sophie Thatcher interpreta Natalie, asociale e ninfomane, con grossi problemi tra alcool e droghe varie. Ancora in produzione dal 2021, la serie ha raggiunto 19 episodi divisi in due stagioni, in attesa di una terza in arrivo a febbraio 2025.
Sophie Thatcher ha raggiunto però maggiore notorietà con The Boogeyman del 2023 di Rob Savage, rifacimento di un racconto di Stephen King. Questa veloce ascesa, impreziosita da una piccola comparsa in MaXXXine di Ty West, l’ha resa la prima scelta per i registi indipendenti americani. Ecco quindi che si arriva ad Heretic del 2024 di Scott Beck e Bryan Woods. L’ennesimo horror indipendente a basso budget, ma distribuito da A24, e questa volta recita al fianco di Hugh Grant.
In Heretic, Sophie Thatcher interpreta una mormone. Il film infatti racconta di due sorelle missionarie che per loro sfortuna bussano alla porta di uno squilibrato che le rinchiude in uno scantinato. Tra discorsi religiosi e strane allucinazioni, il film claustrofobico è un horror angoscioso che non si risparmia in sangue e visioni orrorifiche. L’attrice ha lasciato il mormonismo a 14 anni, quindi ha potuto attingere dal suo passato per il ruolo, dichiarando “È stato autoironico, mi sono sentita proprio come quando ero più giovane”.
Sophie Thatcher dà l’impressione di essere un’artista indipendente fino al midollo, dall’animo gotico e rivoluzionario. Forse prova a riempire un vuoto nel cinema, quello lasciato ormai tanti anni fa da attrici come Winona Ryder negli anni ’90. Un personaggio fuori dal comune che distrugge i vecchi canoni. Una rottura totale con la visione arcaica della tipica ragazza nel cinema mainstream. C’è molta curiosità per il continuo della sua carriera, per vedere se davvero sarà sempre devota all’arte, o se un giorno deciderà di allontanarsi dall’horror e dal cinema indipendente.