"Sotto falso nome", di Roberto Andò
È un cinema al tempo stesso rigoroso e fluttuante, quello di Andò, un cinema che spesso si condensa in soluzioni rarefatte e che pure si fonda su intreccio compiuto e verosimile, che nulla ha da invidiare ai thriller americani.
L'insana passione tra un ricco scrittore che protegge la propria privacy con uno pseudonimo e la moglie del figlio; una catena di eventi che collega questa donna al passato dello scrittore, al suo romanzo d'esordio, fino a compromettere la sua stabilità affettiva; un misterioso segreto del quale solo lo scrittore e il suo fedele agente sono a conoscenza. Sono questi gli ingredienti di Sotto falso nome, ultimo lavoro di Roberto Andò, già apprezzato autore di Il manoscritto del principe.
Un film che parte come un dramma familiare e che, poco alla volta, si carica di elementi più che mai desunti dal giallo, senza peraltro perdere la vocazione intimista e manifestata fin dalle prime inquadrature.
Il rapporto pseudo-incestuoso tra padre e moglie dello sposo ricorda quello che coinvolgeva Jeremy Irons e Juliette Binoche in Il danno, ma la morbosità che avviluppava i due amanti nel film di Malle è qui stemperata da una minore attenzione agli aspetti erotici e sensuali (nonostante il folgorante pathos di Anna Mouglalis), colti con fugaci flash visivi o rapide panoramiche e, successivamente, dall'innesto del vero nodo drammatico del film, che incatena la storia e la costringe su binari precisi fino alla tragedia finale.
Sotto falso nome concede sovente spazio a un lirismo fatto di paesaggi ampi e desolati (come nella parte ambientata in Polonia), a una voice-over emozionante ma anche troppo estemporanea e spesso inutilmente didascalica, e a sguardi controllati, trattenuti, rappresi (sintomatica la gelida recitazione di Daniel Auteil, che ricorda quella di L'avversario), quasi a voler evidenziare l'impossibilità dei sentimenti di esplodere davvero.
È un cinema al tempo stesso rigoroso e fluttuante, quello di Andò, in bilico tra l'efficacia plastica delle sequenze, le inavvertibili cesure tra esse e la loro consequenzialità, che spesso avanza a sprazzi, frutto di rallentamenti e accelerazioni improvvise. Un cinema che spesso si condensa in soluzioni rarefatte, fatta salva l'innegabile maestria di Andò e del cosceneggiatore Salvatore Marcarelli nel saper ideare un intreccio compiuto e verosimile, che nulla ha da invidiare ai thriller americani.
Regia: Roberto Andò
Sceneggiatura: Roberto Andò e Salvatore Marcarelli
Fotografia: Maurizio Calvesi
Montaggio: Claudio Di Mauro
Musiche: Ludovico Einaudi
Scenografia: Andrea Crisanti
Costumi: Nanà Cecchi
Interpreti: Daniel Auteuil (Daniel), Greta Scacchi (Nicoletta), Anna Mouglalis (Milla), Giorgio Lupano (Fabrizio), Michael Lonsdale (David Ginsberg)
Produzione: Fabrizio Mosca
Distribuzione: Medusa
Durata: 102'
Origine: Italia/Svizzera, 2004