"Space Chimps", di Kirk De Micco

Space Chimps cerca di inserirsi in un terreno largamente dominato dalla Disney/Pixar e dalla Dreamworks: purtroppo, non punta alla rottura, ma all'imitazione. Il gap tecnologico con i colossi dell'animazione digitale diventa così evidente ed impietoso, e il film non riesce a regalare emozioni di lunga durata, perdendo sia sul campo della fascinazione visiva che in quello dei sentimenti.

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Sia in Madagascar che nel suo brillante seguito, gli animali chiamano gli uomini usando il termine sapiens: sono figure marginali, alla cui superbia e arroganza i protagonisti reagiscono con indifferenza, quando non con una certa commiserazione. In Space Chimps, gli esseri umani sono invece decisamente ostili: o stupidi o tirannici, sono in ogni caso di gran lunga inferiori alle scimmie di cui sottovalutano le capacità, che mandano nello spazio come semplici cavie da laboratorio. Al massimo, si può strizzare l'occhio agli ingegneri nerd della NASA, avanzi del MIT con il mito di Bill Gates, vessati e spinti all'inedia da una burocrazia che minaccia il loro talento. A differenza di WALL-E, per loro non c'è però alcuna speranza di riscatto, nessuna possibilità di una nuova civiltà da rifondare, e lo script vola troppo basso per sfiorare una minaccia sul modello de Il pianeta delle scimmie. Se non altro, gli scimpanzè sognano tutti di andare sulla Luna, anche se la sfiorano soltanto, lanciate in aria da un cannone, come un'attrazione da circo. C'è poco altro di valido nel film di Kirk De Micco, modesto tentativo della Fox di ottenere il miglior risultato con il minimo sforzo: in qualche modo, si può legare alle recenti pretese della Universal – ugualmente fallite, come nel caso di The Tale of Desperaux – di intaccare il monopolio della Disney/Pixar e della Dreamworks nel campo dell'animazione. Tuttavia, il gap tecnologico nella resa e nella complessità delle immagini si può ancora misurare nell'unità dei lustri: così, il viaggio dell'astronave Horizon verso il pianeta alieno non può rivaleggiare con quello di WALL-E e di Eve verso l'Axiom ed è costretto a tentare la strada di un'inopportuna ironia cinefila (con evidenti richiami a 2001): il risultato è che ci si stupisce ben poco, e manca del tutto quella capacità del digitale di rendere nuovo ed inedito persino il già visto. Anche l'intreccio cerca di seguire a ruota la rivoluzione copernicana del nuovo eroe dell'animazione (spesso associato all'esperienza del Frat Pack: Ben Stiller che presta la voce ad Alex in Madagascar e Jack Black che la da a Pu in Kung Fu Panda), quella di consegnare eroi funzionali nella loro diversità: anche Ham III (doppiato da un altro prodotto del Saturday Night Live come Andy Samberg) scopre che le sue qualità di clown sono più utili in un altro pianeta che non nel circo in cui lavora. Si avverte però la mancanza di originalità, e Space Chimps si regge quasi interamente su gag che non durano più del tempo della visione.

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Regia: Kirk De Micco
Interpreti (voci originali): Andy Samberg, Cheryl Hines, Jane Lynch, Jeff Daniels, Stanley Tucci
Distribuzione: Medusa
Durata: 81'
Origine: USA, 2008

 

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