SPECIALE AMELIE – le opinioni dei lettori

tutte a favore de "Il favoloso mondo di Amèlie"…

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——————————————————-Amèlie osserva in silenzio la realtà, ma pure agisce in silenzio. Le sue non sono mai vie dirette, non si espone, non si ribella apertamente contro nessuno, non riesce a porsi in relazione con gli altri, eppure per gli altri si muove . Lo sguardo che ha sul mondo si rivolve un puro e sempice invito alla vita, anzi un richiamo alla vita, lanciato nella dimensione quotidiana, nel perimetro delle piccole cose attraverso piccoli gesti. Di lei mi ha colpito proprio questo, il modo di comunicare: non lunghi discorsi su come tornare a sperare e liberarsi da ippocondrie varie: le persone alle parole, ormai, sono impermiabili, e lei sceglie la strada più breve per raggiungerle, quella di azioni minute ed insieme efficaci, proprio perchè minute. La realtà a cui appartiene è quella triste e opaca di persone sole e chiuse in se stesse, ma lei conserva nei suoi occhi la luce dell' infanzia e la capacità di ascoltare la vita che la circonda, e questo alla fine la farà entrare in contatto con chi ama. Il suo mondo non è affatto male, se non altro esprime una sensibilità altra che percorre il sentiero dell'attenzione in un mondo sempre più distratto e monotono. Ciao! Al prossimo sondaggio!! Poesia75
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Vi scrivo dopo aver letto lo 'speciale Amelie'.
Sono rimasta allibita. Io amo il cinema, da Melies in poi, e detesto il buonismo, sono una di quelle che si fa crasse risate con 'Harry, pioggia di sangue", ma non capisco perchè tanta acrimonia contro un film assolutamente delizioso. Falso, cattivo, un'ombra di nero … con tutte le porcherie che si vedono sugli schermi avete deciso di scagliarvi contro quello che è chiaramente un 'filmetto' senza nessuna pretesa, fortunatamente, ma allegro, divertente e, soprattutto, realmente fiabesco.
La mia modesta impressione è che gli autori degli articoli siano da ascrivere fra coloro in grado di digerire qualsiasi 'autentica porcheria buonista' e incapaci di lasciarsi andare ad un'ora e mezza di puro divertimento. Per quanto mi riguarda poi, la fotografia dei film di Jeunet mi è sempre piaciuta, non ho trovato assolutamente nessun particolare di 'cattivo gusto' e ritengo che ci siano trovate e sequenze assolutamente apprezzabili. Scusate se mi sono permessa di criticare.
Cordiali saluti
Maria Durante
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Gentile critico Giona Nazzaro, ho letto le sue feroci critiche al nuovo film di Jeunet "Il favoloso mondo di Amelie" su sentieriselvaggi e mi sono permesso di scriverLe per due ragioni:

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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la prima è che io sono uno studente di cinema di Arezzo (come capirà dal curriculum che per inciso le invio) che ambisce a diventare regista (ho gia realizzato vari corti amatoriali, uno di essi premiato) o critico cinematografico (scrivo gia per vari siti). Dunque mi piacerebbe che lei mi fornisca magari qualche utile consiglio per iniziare questa professione

la seconda è rispondere doverosamente al suo attacco ad Amelie, cosa che ho reputato necessario per rispetto al suo autore Jeunet: come si può infirmare del suo valore educativo-fiabesco (ma non infantile o puerile, badi bene a non fraintendere) un film come Amelie che esce dai soliti schemi del grigio cinema odierno per raggiungere vette altissime di poesia e di sentimentalismo (altro che Pearl Harbor, qui siamo dalle parti di Frank Capra e di Prevert e anche più in alto forse)?? mi domando subito, ma altrettanto immediatamente mi viene in mente le parole che lei usa per stroncarlo: cioè lei strumentalizza politicamente un film assolutamente ingenuo (da questo punto di vista) come Amelie che non vuole dare niente per scontato nè proclamare assunti eterni, ma soltanto fare sorridere e riflettere sulla vita, l'amore e la morte per due ore, riuscendovi a mio parere pienamente bene.

Che la critica di un film sia soggettiva è un dato di fatto, ma non può assolutamente definirmi Amelie sinonimo di globalizzazione quando esce da tutti gli schemi per ritornare semmai ai primordi surreali e quando poi,soprattutto, leggo righe favorevoli di suo pugno su Paparazzi, Merry Christmas e "film" (ma ha il coraggio di chiamarli film??) simili discorrendo.

A questo punto, lei quindi nel panorama cinematofragico mondiale attuale non intravede nulla di buono , mi pare di capire? mi corregga se sbaglio…

Inoltre, secondo me (e qui azzardo forse troppo nei miei discorsi) infarcisce lo scritto di paroloni e termini da critico intellettuale con la puzza sotto al naso che si erge a vindice di non si sa quale cinema e quale regista e finisce per non sapere bene nemmeno lei cosa scrivere e mascherare i suoi dubbi sotto una patina di italiano lessicalmente colto e variegato, ma estremamente ermetico e oscuro che non facilità nè il lettore comune sulla comprensione di un film nè dà fiducia al lettore invece esperto sulle sue reali capacità critico-interpretative.

Nella speranza di poter ottenre una sua risposta (per tutte le due questioni che le ho posto) e nella speranza di poter mantenere rapporti sereni dopo quello che mi sono sentito di dirle, la saluto cordialmente e la ringrazio in fin dei conti per il suo articolo che mi ha permesso di scrivere – e a lungo – su un argomento come il cinema che mi sta a cuore e che per me è vitale, nel bene e nel male delle critiche di ognun critico.

La saluto rispettosamente
Roberto

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Mi chiedo veramente a cosa serva la critica cinematografica. E mi rispondo:
1) A informare gli utenti di cinema
2) A spiegare agli autori di film i loro film
3) A dare un senso alla vita dei critici cinematografici
4) A perdere occasioni buone per tacere
5) A trasformare gli effetti disindromi di andro/meno pausa in brillanti
articoli
6) A esplicitare un rapporto vittima carnefice dove il critico è comunque
vittima anche se si mostra ineffabilmente crudele ed il film è semre
carnefice in quanto indifferente come la natura di Eisenstanjana memoria.
7) A parlare male di un film come Ameliè Poulin che non chiede niente a
nessuno e regala qualcosa di piccolo e buono, come un croissant o un
aleggera brezza di primavera a certi critici che pur di continuare a
mangiare letame e respirare benzezne rifiutano la ruffiana e dolce
fragranza della bellezza.

Suor Nina Bochi

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il film mi è piaciuto molto.
e questo per rispondere al sondaggio.
penso che voler trovare dimensioni politiche o ideologiche in una pellicola del
genere (fiabesca, così sospesa in una dimensione che porta il quotidiano in un
universo quasi alla rovescia), sia quantomeno fuorviante (sarebbe come cercare in cappuccetto rosso
gli afflati di un trionfo della pedofilia o in biancaneve e sette nani una denuncia
alla coltivazione delle mele transgeniche…non scherziamo).
comunque, ho messo le mie idee in un articolo di cui vi scrivo sotto l'indirizzo,
nel caso vi interessi…

http://www.cinemaindipendente.it/schedaarticolo.asp?id=180

alla prossima
alex

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