SPECIALE "BUONGIORNO NOTTE" – L'immaginazione si fa desiderio
Bellocchio rifiuta le allusioni, non tenta di ricostruire la cronaca di una pagina di storia, ce la racconta, invece, attraverso uno sguardo deformante, talvolta onirico, ben consapevole che la realtà che si racconta al cinema deve cambiare le sue proporzioni e stabilire nuovi rapporti per riuscire a mettere in primo piano le miniature della storia
Il titolo, Buongiorno, notte, riprende, trasformandolo, un verso della poetessa Emily Dickinson (era "Buongiorno – mezzanotte") e da solo basta a descrivere l'atmosfera che si respira nel film, a far sentire tra le dita quell'aria di sospesa magia che Bellocchio ha voluto inventare e con il quale ben si tratteggia il movimento costante che si compie da dentro a fuori e da fuori a dentro. Dalla luce al buio, dall'esterno della città, con le sue strade e i rumori della vita di sempre, al chiuso di una casa con le finestre e le porte sbarrate, in un procedere che si fa sempre più denso e in cui vengono fatti convivere gli opposti nella stessa frase, nella stessa inquadratura, nella stessa parola. Un'opera di compressione dello spazio e del tempo che rende possibile il trascorrere dei cinquantacinque giorni di prigionia di Aldo Moro in una manciata di minuti e la messa in scena di un uomo e del suo dramma nel gioco ottico di uno spioncino. Bellocchio rifiuta splendidamente le allusioni, non tenta di ricostruire la cronaca di una pagina di storia, ce la racconta, invece, attraverso uno sguardo deformante, talvolta onirico, ben consapevole che la realtà che si racconta al cinema deve cambiare le sue proporzioni e stabilire nuovi rapporti, deve essere fatta rivivere per poter cogliere la flagranza del gesto ripetitivo e quotidiano, per riuscire a mettere in primo piano le miniature della storia. È libero e rivoluzionario il suo sguardo, sganciato dagli schemi della cronaca e completamente teso verso l'immaginazione, che si fa desiderio da esaudire, sogno da sognare. Gioco perfetto di equilibrio e invenzione.
Speciale
Buongiorno, notte / Marco Bellocchio
Un genere catastrofista. I nostri effetti speciali: la politica e l'impegno: "Buongiorno notte"
L'immaginazione si fa desiderio: "Buongiorno, notte"
Buonanotte, sogni… "Buongiorno, notte", di Marco Bellocchio