SPECIALE "Il Cartaio": cinema anno zero

Argento riparte da zero. Dagli anni Sessanta (nouvellisti?) per saltare a piedi pari quattro decenni di cinema e piombando oggi qui, come se nulla fosse cambiato, come se un quarantennio non avesse cristallizzato un cinema della chiarezza e della simmetria per poi ricacciarlo nelle redivive sevizie estetiche du papà

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Non è il poker il gioco che interessa ad Argento. Ma allora a che gioco sta giocando? Forse al gioco del cinema, probabilmente. Ma anche se fosse dove vuole arrivare e quanto pensa che lo spettatore/giocatore potrà e vorrà stargli dietro? Da parte nostra siamo già allibiti a questo punto, e non riusciamo a capire bene se questo luogo si trovi all'inizio o prossimo alla fine del gioco-cinema argentiano. Ecco, non sappiamo sino a quando questa vera e propria macchina di perturbazione cinematografica potrà andare avanti, rallentando e arrancando sui rimossi di un cinema di genere che chiede ancora un certo rispetto, sia pur filologico. Intanto però, godiamoci questo parco giochi e saliamo sul trenino in cellulosa (geniale ancora l'uso che Argento fa dell'oggetto treno/cinema) che con una flemma da suspense parahitchcockiana, ci porta diritto e diretto sul corpo dell'assassino in uno dei momenti più belli del film. Ma qui siamo già alla fine del percorso, il discorso di Argento è giunto al capolinea. Prima si sono verificate ancora quelle dislessie estetiche tipiche di Argento che tanto sono invise alla nostra benamata critica italiana. Non capendo, la stessa, che se esiste oggi una coerenza gesuitica nel mostrare un cinema che parafrasa se stesso senza però parodiarsi con comodi postmodernismi, quella risiede proprio nei film di Argento. Al contrario però, per alcuni è proprio quello di Argento il cinema della parodia, stimolatore di facile ironia e risolini. Capiamolo, Dario Argento riparte da zero. Dagli anni Sessanta (nouvellisti?) per saltare a piedi pari quattro decenni di cinema e piombando oggi qui, come se nulla fosse cambiato, come se un quarantennio non avesse cristallizzato un cinema della chiarezza e della simmetria per poi ricacciarlo nelle redivive sevizie estetiche du papa. Dario Argento quindi poteva andare bene qualche lustro fa, quando ancora il nostro palato non si era assuefatto allo studio del bello mulinobianchista, ai successi di tutte le meglio gioventù possibili e inimmaginabili. Non siamo dunque pronti, ancora e tuttavia, come non eravamo pronti quarant'anni fa, d'altronde. E pensare che Argento ce la sta mettendo tutta per farci capire, per anteporre il nostro sguardo al suo, per dirci di un gioco che irride tutto ciò che è cinema preconfezionato, precostituito, gradito e laccato. Tuttavia non basta. Non serve usare un doppiaggio argutamente posticcio, dialoghi d'annata, non servono sussulti inaspettati come il balletto nell'obitorio, ma nemmeno soddisfano momenti di voluta e geniale inutilità di una scrittura che lascia spazio al depistamento ingenuo nelle apparizioni del barista. Non bastano proprio perché vengono presi e accolti per quello che sono, non per quello a cui sottendono. Non sappiamo se è Argento ad osare troppo, o noi a esitare ancora. Soprattutto dopo che ci hanno già spiegato che se i passanti del Belmondo dei Campi Elisi guardano in macchina, non significa che il cinema ne perde, o decede. Ma che anzi (ri)nasce da lì, sotto un (nuovo) punto di vista. Non è quindi strano se sono proprio i Cahiers du Cinema ad andare in brodo di giuggiole per Dario Argento. Oltre a noi, logicamente. E' difficile resistere a momenti di sublime poesia come quando il poliziotto inglese scopre il covo al Gianicolo, immergendosi nella selva e la neve di piume viene a cingerlo col suo monito.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative