SPECIALE IL NOSTRO NATALE – Silent Night, Deadly Night, di Charles E. Sellier Jr.

Silent Night, Deadly Night è un classico dell’horror natalizio che all’epoca della sua uscita provocò enormi proteste per l’aver raffigurato Babbo Natale come un killer assetato di sangue

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Nel monotono clima di fine anno tutto paillettes e sorrisi di estrazione alcolica, con buoni propositi subito accantonati di diete prima differite poi rinviate sine die, dei fiocchi stracciati dimenticati in un angolo nel trastullo di un’ultima effimera distrazione da abbracciare e coccolare, una fuga nell’horror cade a puntino tanto per non dimenticarsi totalmente della realtà in questa atmosfera magica sparsa in ogni dove dopo il surplus di lacrime targato Disney.

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Silent Night, Deadly Night è horror anni ottanta diventato di culto sin dalla sua controversa uscita, con un notevole numero di sequel, ben quattro, ed un remake. Billy Chapman è solo un bambino quando alla vigilia di Natale va in un istituto psichiatrico a fare visita al nonno, un prototipo di Santa Claus in pigiama che esce da un muto immobilismo per sussurrare fosche profezie di punizione nelle orecchie del nipote. Di ritorno verso casa i genitori di Billy vengono massacrati da un ladro travestito da Babbo Natale. Billy è traumatizzato per sempre, finisce in una casa per orfani gestita da suore cattoliche, ma va sans dire si attira le antipatie della madre superiora. Passano gli anni, Billy ormai è grande e trova un lavoro in un negozio di giocattoli. Natale è alle porte. Per arrotondare le vendite bisogna si travesta da Babbo Natale, la cosa che lo spaventa di più al mondo, la figura che porta un legame dolorosissimo col passato. Posseduto da un alter ego malvagio di SC diventa un concentrato di violenza cieca, in luogo dei regali porta in dono la morte.

Da uno strato cronologico all’altro con piena adesione alle teorie freudiane si manifesta l’azione differita del trauma, ed ogni passaggio verso il risveglio della sessualità coincide con un accrescimento del malessere psichico. Una sessualità macchiata nella memoria dal tentato stupro della madre prima di essere uccisa dal rapinatore, che durante tutto il film non trova mai una soluzione felice, sempre viziata dal peccato o inopportuna e destinata ad un frustrante amplesso interrotto. Sui cumuli di neve l’orgia di sangue appare una frequenza beffarda postuma sintonizzata sul rosso mentre un coro di bambini intona strofe di angelico candore ed una scure si abbatte crudelmente su un altro ipotetico peccatore.

Cattura did Anche soltanto la minima discordanza da una felicità diffusa come stato di default salterebbe all’occhio, un così impudente stillicidio di malessere prende a picconate l’abitudinaria propensione all’armonia universale, attaccando il punto di riferimento dei bambini di tutto il mondo. Ed infatti all’epoca il film suscitò vagonate di polemiche.

Da Variety di Novembre, 1984: “La maggior parte delle proteste è stata generata dalla sensazione che la raffigurazione di un killer in costume da Babbo Natale avrebbe traumatizzato i bambini e minato la loro tradizionale fiducia in Babbo Natale”. Silent Night, Deadly Night è stato uno dei film più controversi degli anni ’80 a causa della sua campagna pubblicitaria, in particolare di manifesti e spot televisivi, che ha messo in risalto l’assassino vestito da Babbo Natale. Ed a causa delle proteste è stato ritirato poco dopo l’uscita nelle sale. Emblematica l’ultima frase di Billy prima di morire “You’re safe now, Santa Claus is gone.” Siamo salvi, l’avatar malvagio è andato. L’anno prossimo torna lui, quello autentico, barbuto e panciuto con il sacco pieno di giocattoli e dolciumi. Ah, dimenticavo, Billy Chapman aveva un fratello…

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