SPECIALE MILLION DOLLAR BABY – "Lo stupore della ragione"

Lacrime (mal) trattenute sui titoli di coda. Clint Eastwood unisce il cielo e la terra o meglio solleva la terra al cielo. Cinema che lotta per conoscere la ragione del conoscere e libera (per un attimo o per sempre) dal terrore della vita, dall'inautenticità occupante quasi tutto il nostro tempo, misero perché sempre a mancare.

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Lacrime (mal) trattenute sui titoli di coda. La speranza era quella di una storia interminabile, di una meraviglia passionale subita, come stato d'animo sconvolto, provocato da una realtà scenica prevaricatoria che fosse contenuta dal controllo. Clint Eastwood, con mille dubbi, unisce il cielo e la terra o meglio solleva la terra al cielo. La meraviglia delle immagini appena svanite viene dall'oscurità minacciosa della vita in sala, con cui s'identifica, proviene dall'ignoranza di ciò che ci raggiunge e c'investe. Cosa angoscia tanto da lasciare inermi? È il divenire, o meglio, l'imprevedibilità del divenire, l'irrompere degli eventi. Il cinema viaggia da un lato all'altro del corpo: si ode un riverbero, poi un'eco e infine quella paradossale ripetizione della frase "Io amo questo odore…". È una partitura dai piani ritmici (e sensoriali) sfalsati che congiunge all'unisono l'irrazionale relazione tra buio e luce. Come Charlie Parker, John Coltrane, Oscar Peterson (amori indissolubili), è impressionante l'inventiva mai esaurita che si sprigiona su un materiale armonico (e narrativo) apparentemente ridotto. Crescono gradualmente le cellule motiviche, incrementando la genialità dell'esecutore, allargando i confini della partitura, dello schermo, dell'esistenza. Il viaggio doveva terminare proprio ora, quando sembrava proprio che quest'uomo dovesse (ri)trovare due figlie, scoprire il successo, riavvicinarsi all'Immacolata Concezione. Quando sembrava che quest'uomo dovesse proprio porsi in uno stato contrario a quello in cui era all'inizio della ricerca, le cause del divenire si offuscano, la meraviglia (lo sconcerto) però resta e la quiete si blocca al di qua di un vetro appannato che separa l'amaro in bocca e una torta al limone. Contemplazione disinteressata delle cause e insieme l'espressione del massimo interesse: è cinema che lotta per conoscere la ragione del conoscere perché libera (per un attimo o per sempre) dal terrore della vita, dall'inautenticità occupante quasi tutto il nostro tempo, misero perché sempre a mancare. La verità, la coscienza critica, le leggi, sono (a volte) peggiori del male: il divenire si annulla, è impossibile, si fa illusorio. Al diavolo i camuffamenti, le realtà immutabili e al diavolo i "veri" che abbattono gli avversari indifesi o girati di spalle. Tutto ciò che accade (o che è stato ormai) davanti ai nostri occhi bagnati non può non accadere: "necessitas inevitabilitatis" del cuore.  Play again (un milione di volte) for me, baby…

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