SPECIALE – Nel regno del tutto gratis… – tuttogratis?

Una lettrice si confessa preoccupata per lo scenario che si prospetta con l'ideologia della cultura gratuita. Che fine farà chi ci lavora? Un altro intervento nel dibattito lanciato dalla nostra rivista su Internet a pagamento.

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Strano modo di lanciare un dibattito il vostro, con un finto annuncio e il  giochetto del pesce d'aprile…
Personalmente sono lieta che Sentieri selvaggi sia ancora "gratuita", anche se avevo dato la mia disponibilita' al pagamento. Vi piace giocare? Vi piace provocare? Bene, stiamo al gioco allora.
Ma non riesco a comprendere i ragionamenti di Francesco. Prima attacca la
vostra iniziativa come "bambinesca" (possibile che non si riesca a ragionare senza dover insultare gli altri? possibile ancora che definire gli altri "bambini" sia ancora un insulto?), per poi entrare in un  tourbillion di contraddizioni che, a mio parere, non fanno altro che confermare le riflessioni amare del Direttore Chiacchiari. Francesco sostiene giustamente che Internet non e' affatto gratis, perche' tutti comunque alla fine paghiamo i collegamenti telefonici, e la mia impressione e' che vi contesti piu' il metodo scelto che non il pagamento in se per se (anche se ha votato per Sentieri gratis). Difende il download (e la pirateria?) e vorrebbe stimolarvi ad accettare le regole del mercato (ma esiste un mercato?), per poi accusarvi di, comunque, avere la pubblicità e quindi come vi permettete di chiederci pure i soldi? Credo che Francesco abbia ragione ad arrabbiarsi se si e' sentito in colpa per aver votato per Internet gratis, ma a mio
avviso non dovrebbe pensarla cosi. Se non ho capito male il vostro giochetto
da pesce d'aprile non era tanto centrato sul fatto di farci pagare Sentieri  selvaggi ma sul farci ragionare insieme a voi sul'ideologia dominante (soprattutto tra i giovani, di sinistra) della cultura gratis. E in questo senso mi sembra che Francesco proprio non abbia capito il grido di allarme che Sentieri ci lancia, mentre io sono molto preoccupata. Ci sarà spazio in futuro per un "lavoro intellettuale" giovanile se nessuno lo vorrà piu' pagare? Siamo sul serio costretti a immaginare un futuro dove si scriverà dopo il lavoro da operaio o la giornata di studio, la notte, senza che mai questo divenga una professione? E infine: se i film saranno tutti disponibili gratis sul web o in copia perfetta DVD e l'industria fallisce, tutti coloro che ci lavorano, che fine faranno?
Credo che voi, maledetti critici dispettosi, ci avete lanciato un segnale
utile e importante. Sarebbe bello che in tanti dicessero la propria.

Lucia Vasto

GLI ALTRI INTERVENTI

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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"Regno del tutto gratis un c….."


L'editoriale di Federico Chiacchiari del 1 aprile

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