SPECIALE – Nel regno del tutto gratis… –
Una rivista come Sentieri in edicola non guadagnerebbe abbastanza (vedi Duel), ma almeno sulla rete viene letta. Questo è il punto. I ventenni che vogliono guadagnare occupandosi di cultura, se hanno cervello, sanno che non possono pensare di farlo facendosi pagare dai lettori del loro sito web “colto”. Un altro lettore interviene nel dibattito in corso
Leggo stupito l'articolo all'url http://www.sentieriselvaggi.it/wp-content/uploads/articolo.asp?idarticolo=7041&idsezione=11 in cui si vaneggia di un'ipotetica versione a pagamento di un sito come Sentieri Selvaggi che con un euro da ciascuno dei suoi 20.546 visitatori unici mensili migliorerebbe la qualità del suo servizio e potrebbe pagare i suoi collaboratori. Ho detto "stupito" perché non riesco a capire come gli abili critici di Sentieri, persone capaci di leggere, decodificare e spiegare la realtà possano solo immaginare che il numero 20.546 da loro sbandierato possa mai relazionarsi al denaro (www.pigrecoemme.com a marzo ha fatto più di 70.000 visite uniche e non guadagnerà mai un soldo. Il programma Adsense di Google fa offerte speciali solo per chi supera i dieci milioni di contatti unici al mese).
Verso la fine chi ha steso l'articolo si chiede: " perché ci leggono? Solo perché è "gratis"?". Possibile che non capisca che è esattamente così? Una rivista come Sentieri in edicola non gudagnerebbe abbastanza (vedi Duel), ma almeno sulla rete viene letta. Questo è il punto. Pubblicare un sito non è cosa da ricchi di famiglia: i soldi necessari per qualche centinaio di megabyte di spazio web non sono che noccioline rispetto alle cifre di cui si deve parlare quando si parla di carta stampata, quadricromia e distribuzione nelle edicole mentre la registrazione della testata è un fastidoso vezzo utile solo affinché i siti "fighetti" se ne vantino nel footer e anch'essa, se si vuole, non rappresenta un costo proibitivo.
Insomma: i ventenni che vogliono guadagnare occupandosi di cultura, se hanno cervello, sanno che non possono pensare di farlo facendosi pagare dai lettori del loro sito web "colto" (l'unico sito a pagamento che mi viene in mente ora è il forum di somethingawful, e chi conosce la rete sta già sghignazzando).
Mah, ora ho sonno. E' la seconda volta in vita mia che scrivo ad una rivista e non ho neanche voglia di finire la lettera.
Giacomo Fabbrocino.