SPECIALE SANREMO 2013 – La serata mononota

Elio e le storie tese al Festival di Sanremo

Questa seconda, lunga e noiosa, puntata di Sanremo è stata attesa, vista e tollerata per un solo motivo: l’esibizione di Elio e le storie tese. Con le sue due folli canzoni, soprattutto la folle La canzone mononota, sono riusciti allo stesso tempo ad essere acclamati dal reazionario pubblico e da tutti gli addetti ai lavori (si guardino le reazioni dei twitters) con delle opere diametralmente opposte a tutto quello che il Festival e la sua poetica musicale mortifera hanno sempre cercato di veicolare.

 

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Elio e le storie tese al Festival di SanremoQuesta seconda, lunga e noiosa, puntata di Sanremo è stata attesa, vista e tollerata per un solo motivo: l’esibizione di Elio e le storie tese. Posizionati, per un mero motivo di audience, in fondo alla scaletta, lo storico gruppo milanese con le sue due folli canzoni hanno avuto diversi meriti, tra cui quello di scuotere il pubblico assonato da una sequenza di esibizioni soporifere e sketch comici fallimentari. Inoltre le due straordinarie canzoni “Dannati for Ever” e soprattutto la folle La canzone mononota, pur acclamate dal pubblico e da tutti gli addetti ai lavori (si guardino le reazioni dei twitters) oltre ad avere il “gusto” di far esclamare sul palco dell’Ariston termini come pisello e palle, sono l’esatto opposto di tutto quello che Sanremo e la sua poetica musicale mortifera ha sempre cercato di veicolare. Musicalmente curiose, intelligenti, divertenti e soprattutto ascoltabili, le performance degli Elii corrono il rischio di diventare gli unici momenti musicalmente memorabili di questa edizione faziana del festival, non solo di questa serata. Seconda serata poi che ha regalato davvero poco.

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Se la già di per sé inutile presenza della splendida Bar Refaeli è stata mortificata da un atteggiamento quasi berlusconiano del presentatore (non all’altezza neanche nel terribile siparietto comico con Marcorè), al livello di canzoni siamo di fronte ad un clamoroso passo in dietro rispetto la prima serata. Caliamo un velo pietoso su i Modà (con che coraggio Anna Oxa può definire un Festival/Primo maggio, una qualsiasi competizione che ha questo gruppo nelle sue fila?) e sospendiamo il giudizio sugli Almanegretta e Annalisa (ammettiamo di aver fatto seria difficoltà a capire cosa stessero cantando), non ci resta che dispiacerci nel vedere simpatici (Cristicchi), intelligenti (Gazzè) e talentuosi (Ayane) cantanti non rispondere alle aspettative con pezzi piacevoli ma banalmente dimenticabili. Straniante il momento dedicato all’israeliano Asaf Avidan con il bravo cantante che manda in visibilio una platea che quasi sicuramente ignorava chi lui fosse.Doppiamente triste è quindi il lutto che ha impedito a I ricchi e poveri di presenziare la serata e raccogliere il premio. La loro presenza  avrebbe sicuramente dato a tutti una parentesi nazionalpopolare di alto respiro.In chiusura, vorrei spendere ottime parole per elogiare i primi cantanti della competizione Giovani e consigliarveli come nuove promesse lucenti della nostra discografia. Purtroppo a quel punto il sonno ha preso il sopravvento.

 

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    2 commenti

    • L'argomento "Quant'è brutto Sanremo, signora mia" è già stato sviscerato da e per decenni. Non avreste qualche riflessione un po' più originale da fare a riguardo? Sennò si può sempre non parlarne.

    • Quoto @Daniele, da Sentieri selvaggi mi aspetterei qualcosa di più originale, questi articoli li posso leggere dovunque. Perché parlarne se non avete nulla di originale da dire?