SPECIALE Spider-Man 3 – L'abisso in cui mi spingi è dentro di te! Mary Jane, true love
Amore, non è per niente facile. Non bastano i sogni appesi alle stelle, un anello che sembra il sole, neanche il desiderio che hai di noi e che va molto più veloce di te. – Parte da qui lo speciale "Spider-Man 3", dalle pulsioni dei personaggi del film, cominciando ovviamente da lei, Mary Jane Watson
Mi manca il respiro, di notte, quando sogno quello che non posso vedere. La notte livida di una città dove puoi essere tutto o niente, e tu che l'attraversi, fendi l'aria rarefatta e i grattacieli. Sei un angelo. Non ancora un uomo. Me ne accorgo guardandoti allontanarti, ogni volta. Solo i miei occhi possono vedere. Vedere veramente grande e piccolo insieme, come una capacità visiva amplificata, multidimensionale.
Una ragnatela sospesa tra le stelle. Anche io sono una stella stasera, il mio nome sui cartelloni, anche io mutata, da donna a diva. Come te, stra-ordinaria. E tu. Che parti in una lunga e complicata dissertazione sull'acustica del teatro per smorzare la mia ansia da applausi. E fai la pace intorno con quegli occhi troppo grandi.
Un anello. E troppe prove in mezzo, che ancora non sappiamo. Anche se vai più veloce della gravità per salvarlo. L'ombra di un padre ripete che non valgo. Non faccio in tempo a convincermi che sia solo un'ombra, che subisco un'altra mutazione. Sono di nuovo nessuno/normale tra la folla dell'affollata New York. Trattengo le lacrime. Da Broadway al pub. Per me le critiche a una voce che sembra incapace di farsi sentire, per te le chiavi della città, una parata e un bacio di troppo. E' troppo. Subisco gli inferni della solitudine, della rivalità, dell'insicurezza. L'insicurezza è mortale, perfettamente in grado di vincere anche il ferro e il cerchio di un anello. Ci rincorriamo, da qualche parte c'è qualcosa di te che agonizza. Lo sento. Continuo a vivere. Cerco alternative. Cerco di farle funzionare.
L'abisso ha forme vischiose che non so. Il male umano ti veste inedito, di nero, ti cambia i capelli e le parole. Non so che succede. Guida l'istinto di amarti. Amare è amare le debolezze. Amare è sentire e anticipare. Posso ferirti a morte pur di tenerti in vita. Posso farmi fare male pur di non chiudere la porta.
Amore. Pensare prima alla propria donna che a se stessi. Sì, certo che lo voglio. Ma non puoi farlo veramente, se prima non precipiti e risorgi dai tuoi baratri. E' ovvio, non vuoi farti aiutare. Allora, uno sforzo sovrumano per superare i miei, di limiti. Dallo sfondo, continuo a guardarti allontanare. Nel narcisismo, nell'abuso di potere, nell'egoismo, nella vendetta che contagerà anche i tuoi nemici. Amore, non è per niente facile. Non bastano i sogni appesi alle stelle, un anello che sembra il sole, neanche il desiderio che hai di noi e che va molto più veloce di te. Devi toglierti di dosso il tuo male con le tue stesse mani. Devi combattere a volto nudo. Far scorrere il sangue del dolore, della perdita, e del tempo.
Amore, la morte è una rinascita. Un abbraccio che si moltiplica. Diventa onde.