SPECIALE "THE MASTER" – Descendants

philip seymour hoffman e joaquin phoenix in the master

Il cinema di Paul Thomas Anderson sta evolvendo in una riflessione disgustata della storia sociale del proprio paese, accompagnata dalla tragedia dei propri protagonisti. Nonostante i tantissimi temi affrontati dall’autore, questa suo disinnamoramento verso il mondo diventa chiaro analizzando il rapporto tra padri e figli.

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philip seymour hoffman e joaquin phoenix in the masterDall’esordio nel ‘96 fino all’ultimo festival di Venezia, Paul Thomas Anderson è cresciuto davanti al proprio pubblico.

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Il suo cinema sta evolvendo in una riflessione disgustata della storia sociale del proprio paese, accompagnata dalla tragedia dei propri protagonisti. Nonostante i tantissimi temi affrontati dall’autore, questa sorta di disinnamoramento verso il mondo diventa chiaro analizzando il rapporto tra padri e figli delle sue pellicole. Nei suoi primi film, Sydney e Boogie Nights, abbiamo pressoché lo stesso tipo di rapporto. Un giovane sbandato ma pieno di cuore e di talento, che sia John C. Reilly o Mark Wahlberg non è importante, viene preso sotto l’ala protettiva di un furbo “padre” particolare, cioè il giocatore d’azzardo Philip Baker Hall o il pornografo Burt Reynolds. Entrambi, infatti, amano i propri pupilli e sono legittimati come genitori mettono in gioco la propria vita per loro o li raccolgono quando sono in difficoltà.

Anche in Magnolia, con tutti i suoi personaggi e vicende intrecciate, compaiono molte figure di padri snaturati che vengono tutti in qualche modo perdonati dai propri figli. L’esempio più concreto è il personaggio di Jason Robards. Nonostante si capisca che nella vita sia stato un uomo abietto e un pessimo padre, sul letto di morte è cristianamente assolto di tutti i peccati, attraverso la confessione con il suo giovane infermiere e il perdono disperato del figlio Tom Cruise. 

Qualcosa in Anderson però cambia nel 2002, con Ubriaco d’amore. Qui il protagonista Adam Sandler deve lottare per mantenere la felicità accanto alla donna che ama. La sua inadeguatezza ad affrontare la vita deriva dalla sua insopportabile famiglia composta solo da donne. E’ appunto la mancanza di una figura maschile a costringere il personaggio di Sandler a passare all’età adulta affrontando un maschio alfa e cosi meritarsi una compagna.  Da questa latitanza di un padre si arriva a due pellicole disperate come Il petroliere e The Master.

Ormai più che a un confronto generazionale, comunque sempre segnato dall’amore, siamo di fronte ad un conflitto, dove l’impossibilità di convivenza sono accecanti. Entrambi gli archetipi americani (quasi due padri della patria) portati in scena nelle due pellicole, il petroliere Day Lewis e il maestro Hoffman, sono due uomini soli che hanno consapevolezza della propria sconfitta nel momento in cui rinnegano o lasciano andare la propria "prole adottiva" (e dunque scelta con cognizione di causa).  E che sia una folle esplosione di violenza o una canzone incrinata dalla disperazione, in entrambi i casi è palese come ormai per il regista, non potrà più esserci riconciliazione fra padri e figli.

 

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