SPECIALE TRANSFORMERS 4 – American Dad

Wahlberg
La dichiarazione d’intenti era partita sin dalla rivoluzione copernicana che ha stravolto il cast della saga degli Autobot. Con questa decisione radicale il regista californiano, più dei capitoli precedenti, decide di rendere questo Transformers 4 – L’era dell’estinzione, ancora di più, il manifesto della sua ideologia tradizionalista: l’elogio del Buon Padre Americano.

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La dichiarazione d’intenti era partita sin dalla rivoluzione copernicana che ha stravolto il cast della saga di Transformers. La condizione posta da Michael Bay per continuare a narrare le avventure di Optimum Prime e dei suoi Autobot è stata appunto condizionata alla libertà di presentare un nuovo anno zero. Fuori l’eroe per caso Shia LaBeouf, ormai perso tra svilenti processi mediatici e proteste situazioniste da red carpet, dentro il working class hero Mark Wahlberg. Con questa decisione radicale il regista californiano, più dei capitoli precedenti, decide di rendere questo Transformers 4 – L’era dell’estinzione, ancora di più, il manifesto della sua ideologia tradizionalista: l’elogio del Buon Padre Americano. Il ritratto bayano del perfetto American Dad parte da lontano, sin da quel capolavoro di Armageddon, dove un magnifico Bruce Willis (l’uomo più coraggioso che abbia mai conosciuto) sceglieva di sacrificare tutto per permettere di non avere più paura. Non è forse questo il compito principale di un genitore, l’essenza stessa dell’essere padre? Per Bay il discorso sociale definitivo ruota solo su questo: l’America è la più grande nazione del mondo perché i Padri hanno sempre protetto i propri Figli (che sia stato a Pearl Harbor o su un asteroide non ha importanza).

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Il regista sente davvero questa responsabilità politica e, in questo ultimo capitolo, sceglie di veicolarla attraverso il corpo e il volto di Mark Wahlberg. Dopo l’esperienza di Pain & Gain (benedetto sia quel set!), la collaborazione tra Bay e l’attore di boston è sbocciata e si è caricata di nuovi significati. Il regista ha scoperto nel suo nuovo protagonista l’unico alter-ego possibile, riconoscendolo come un fratello a partire dalla biografia. Entrambi venuti dalla serie B (la pubblicità per uno, la musica rap per l’altro), sono stati costretti ad ogni passo a dimostrare, più di altri, il proprio valore contro pregiudizi e presunzioni. I due sembravano da sempre essere nati per lavorare insieme e il risultato di Transformers 4 ne è il felice esito. Il Cade Yeager di Wahlberg, infatti, è la sintesi di tutto il Cinema e il Mondo di Bay. Inventore sfortunato, idealista perso dietro i propri sogni di Spettacolo e padre vedovo pronto a tutto per la felicità della figlia (persino ad accettare un nuovo, imprevisto, fidanzato) l’eroe texano è l’unico disposto a vedere nei Transformers la salvezza e a difenderli contro tutti (i critici perbenisti?). E’ solo grazie alla sua forza ferina di difendere la propria famiglia che Optimus (altro saggio e giusto pater familias) riconosce il meglio della razza umana/americana, eleggendolo come degno alleato. E’ in questa naturale alleanza tra uomo e robot, tra mortale e divinità, che Bay rinnova il sacro patto con il proprio Cinema. Un mondo fatto di valori e di tradizione, dove i Padri ci prenderanno sempre per mano per portarci verso la meraviglia.

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