"Starbuck – 533 figli…e non saperlo!", di Ken Scott
Starbuck è una piacevole commedia che sbandiera da subito la sua non ambizione al ritratto sociologico, inserendosi in punta di piedi negli attuali temi etici riguardanti i tanto dibattuti confini dell’istituzione Famiglia. Certo è un po’ troppo semplicistico il modo in cui ogni (s)nodo si sciolga facilmente, ma il tutto è abbastanza coerente con lo spirito fatato alla Frank Capra che il film insegue
Questa è una piacevole commedia che sbandiera da subito la sua non ambizione al ritratto sociologico, inserendosi in punta di piedi negli attualissimi temi etici riguardanti i tanto dibattuti confini dell’istituzione Famiglia. Il protagonista David è refrattario alle responsabilità, non riesce nemmeno a esser un buon corriere per la macelleria di suo padre e scappa dalla sua donna che non trova il modo di dirgli che è incinta. Il contatto con questa gioventù così variegata, con le tante (ben 533…) parti di se stesso che vivono e operano nel mondo, diventa un atto catartico, liberatorio, che implica una crescita. I suoi figli costituiranno una sorta di famiglia allargata costruita sulle differenze: dal calciatore famoso al depresso Emo, dal disabile cronico all’attore in erba, dalla tossicodipendente al musicista contestatario. Tutti convinti di poter formare una vera e propria comunità che deve ri-trovare prospettive per sopravvivere all’assenza di guida e prospettive. Alla crisi.
Sia chiaro, il tono del film è (sin troppo) edulcorato, latore di uno spirito fatato alla Franck Capra che non cede di fronte a niente: David dice letteralmente di voler essere non un padre ma un angelo custode per quei ragazzi. E allora: tra siparietti comici e crisi magicamente superate avviene la crescita, David si apre alle responsabilità e accetta in tutti i sensi la “paternità”. Certo niente di nuovo sotto il sole, certo il giovane regista poteva essere più graffiante nella sua riflessione e certo è evidentemente semplicistico il modo in cui ogni (s)nodo si sciolga facilmente. Ma Starbuck rimane comunque una commedia fuori dagli schemi che probabilmente, suo malgrado, accenderà dibattiti e avrà un eco oltre lo schermo (è già pronto un remake hollywoodiano prodotto da Steven Spielberg in persona). E, in fondo, questo è tutto ciò che il buon vecchio “cinema medio” ha sempre tentare di fare: intrattenere e divertire il suo spettatore, seminando anche qualche dubbio nelle sue certezze.
Titolo originale: Starbuck
Regia: Ken Scott
Interpreti: Patrick Huard, Antoine Bertrand, Julie LeBreton, Igor Ovadis, David Michael, Patrick Martin, David Giguère, Sarah-Jeanne Labrosse
Origine: Canada, 2011
Distribuzione: Bolero Film, Europictures distribuzione
Durata: 109'