"Stay Alive", di William Brent Bell

Il primo lungometraggio di William Brent Bell (autore anche della sceneggiatura) dà l'impressione di non riuscire ad accendere la miccia della "dinamite orrorifica": le polveri sono bagnate in partenza ed il film non esplode nella flagranza terrorizzante che infonde brividi allo spettatore (ed al cinefilo).

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Il titolo è già un monito, più per gli spettatori che per i protagonisti del film però. Stay Alive, rimani vivo. Rimanere vivi senza annoiarsi terribilmente è impresa alquanto ardua per lo spettatore, dove gli appigli visivi (e visionari) per rimaner desti davanti allo schermo sono pressoché inesistenti. Un gruppo di giovani entra in possesso di un videogioco underground (Stay Alive) che ha fama di essere maledetto, dove il nemico finale da abbattere è la Duchessa Sanguinaria, nobildonna assassina vissuta nel '600 e secondo una leggenda, realmente esistita. Il problema è che il giocatore, quando muore nel videogioco, muore allo stesso modo anche nella realtà. Un altro teen horror movie approda nelle sale, senza però lasciare traccia del suo passaggio. Già perché a differenza di altri film similari (vedi il remake e il prequel di Non aprite quella porta e il problematico ed incompreso Hostel) il primo lungometraggio di William Brent Bell (autore anche della sceneggiatura) dà l'impressione di non riuscire ad accendere la miccia della "dinamite orrorifica": le polveri sono bagnate in partenza ed il film non esplode nella flagranza terrorizzante che infonde brividi allo spettatore (ed al cinefilo) bramoso di emozioni. Miscelare il tecnologico (videogame mortalmente interattivo) ed il classico (la duchessa assassina) è certamente idea apprezzabile, ma se il connubio non trova sufficiente sviluppo narrativo, se non è supportato da un'architettura visiva convincente e coinvolgente per lo sguardo, ecco che l'operazione comincia a vacillare sotto i colpi dell'incompletezza visivo-narrativa. Il film dura ottantacinque minuti,  lunghezza media per un film di genere, eppure, allo sguardo risulta enormemente più lungo, segno che la struttura e le fondamenta del lungometraggio non sono sufficientemente robuste per reggerne la durata complessiva. Debolezza e fragilità di impianto dunque, dove per cercare di tamponare le lacune sono state inserite alcune scene pallidamente gore e presi in prestito  personaggi da altri film (le bambine fotocopie di Sadako in Ringu). Il film di Bell merita di essere ricordato più che per le qualità prettamente filmiche, per essere stato l'ultimo ad essere girato a New Orleans prima del devastante uragano Katrina; assurge quindi ad una sorta di testamento cinematografico di una città che si spera, possa presto nuovamente tornare una delle capitali americane del cinema, come nel suo recentissimo, glorioso passato.  

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Titolo originale: id


Regia: William Brent Bell


Interpreti: Jon Foster, Samaire Armstrong, Frankie Muniz, Sophia Bush Jimmi Simpson, Adam Goldberg, Milo Ventimiglia


Distribuzione: Medusa


Durata: 85'


Origine: USA, 2006



 


 



 

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