“Step Up 3D”, di Jon Chu

step up 3d di jon chuL’intuizione maggiore di Jon M. Chu è di indovinare innanzitutto l’amnio in cui immergere la Sony CineAlta dell’operatore Ken Seng, una New York che nello splendore del Full HD sembra davvero non spegnersi mai, e di lasciar sbizzarrire le geniali coreografie di Hi-Hat e Dave Scott. Step Up 3D non sarà un musical di Stanley Donen ma si tratta comunque di un piccolo capolavoro di cinema elementare, materico, etereo e romantico

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step up 3d di jon chuMolti considerano il 3D un optional perché credono sia solo una questione di roba che esce dallo schermo. Dimenticano che il cinema già possedeva quella capacità: si sono scordati del treno dei Lumière. Nemmeno si tratta di “straniamento” o rottura della “quarta parete”, nella storia del cinema abbiamo già incontrato film che ci “guardano” e “comprendono” come My Son, My Son, What Have Ye Done? e INLAND EMPIRE. La verità è che la terza dimensione è in realtà la quarta: il tempo. Il cinema digitale acquista col 3D una nuova paletta cron-matica.
L’intuizione maggiore di Jon M. Chu è quindi di indovinare innanzitutto l’amnio in cui immergere la Sony CineAlta dell’operatore Ken Seng, una New York che nello splendore del Full HD sembra davvero non spegnersi mai, e di lasciar sbizzarrire le geniali coreografie di Hi-Hat e Dave Scott, inserendole – con una scelta dall’acume commerciale pari solo al suo potenziale emotivo – all’interno di una vicenda a metà strada fra il romanzo di formazione e il mélo adolescenziale. E non a caso, il direttore della fotografia è lo stesso di Quarantine (remake americano del [Rec] di Balagueró e Plaza) e la macchina da presa la stessa di Arca russa e Cloverfield: anche qui siamo dalle parti di un instant movie neorealista che fa propria l’(est)etica del piano sequenza (il sublime balletto sui marciapiedi di Manhattan), della profondità di campo (praticamente ogni round della gara di danza World Jam) e del pedinamento (Moose che insegue le scarpe da ginnastica di Luke fra la folla a Union Square e quest’ultimo che spia Natalie nel club). Step Up 3D è l’obiettivo di una handycam che si riflette nel mangianastri di un vecchio stereo portatile, invitandoci – come Natalie nella discoteca – a chiudere il display digitale per tornare a vedere attraverso il mirino. Coi nostri occhi.
Elementare, materico, etereo, romantico: questo è cinema per chi sa smarrirsi e non ha fretta di ritrovarsi. Jon Chu non sarà Stanley Donen, eppure Step Up 3D è senza dubbio il suo Un giorno a New York. Un piccolo capolavoro.

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Titolo originale: id.
Regia: Jon Chu
Interpreti
: Rick Malambri, Sharni Vinson, Alyson Stoner, Adam G. Sevani, Stephen Boss
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 107’
Origine: USA, 2010

 

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