"Step Up 4 Revolution 3D", di Scott Speer


Il merito di questo film è certamente quello di riuscire a trasformare le strade di Miami in un palcoscenico multiforme dove danza, arti visive e tecnologie più avanzate si incontrano nelle esibizioni dei The Mob, esibizioni non fini a sé stesse, ma veri e propri atti di rivolta. La danza diventa così qualcosa di più di un semplice momento performativo: un modo per far sentire la propria voce, per protestare. Una protesta luccicante sì, a tratti davvero fiabesca, ma pur sempre una protesta

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Miami, Lei, Emily (Katrryn McCormick), bella, ricca e ballerina. Lui, Sean (Ryan Guzman), bello, povero e ballerino. Lei figlia di un ricco magnate, lui a capo, con il suo migliore amico, di una trasgressiva crew conosciuta con il nome di The Mob, un gruppo di ballerini, musicisti, e artisti d'avanguardia che cattura l'immaginazione collettiva della città con i loro spettacolari flash mob. Proprio durante un flash mob i due si incontrano, Emily decide di entrare nei The Mob, fanno amicizia, in poco si innamorano. Ovviamente si tratta di un amore pieno di difficoltà. Si dà il caso che il padre di lei, il costruttore senza scrupoli Bill Anderson, annunci il piano di radere al suolo il quartiere sul mare dove i ragazzi della crew vivono,  per costruire l'ennesimo centro commericiale. Per salvare il loro lungomare, il gruppo comincia a preparare il flash mob più importante della loro carriera costringendo i due protagonisti a scegliere tra famiglia e amore.

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La trama ha un vago odore di dramma shakespeariano, l'idea dei due produttori, Adam Shankman e Jennifer Gibgot, infatti, a partire dal primo Step Up del 2006, è proprio quella di unire le ultime tendenze del ballo di strada a storie di amore sul modello di Romeo e Giulietta. E il merito di questo film è certamente quello di riuscire a trasformare le strade di Miami in un palcoscenico multiforme dove danza, arti visive e tecnologie più avanzate si incontrano nelle esibizioni dei The Mob, esibizioni non fini a sé stesse, ma veri e propri atti di rivolta. La danza diventa così qualcosa di più di un semplice momento performativo: un modo per far sentire la propria voce, per protestare. Una protesta luccicante sì, a tratti davvero fiabesca, ma pur sempre una protesta.
Solitamente i film sulla danza sono dotati di una trama sempre uguale: lui/lei poveri ma pieni di buoni sentimenti che puntano ad entrare nella migliore scuola di danza del paese, così passano tutto il film ad allenarsi e a tormentarsi e alla fine entrano nella benedetta scuola, quasi sempre fidanzandosi con una brava persona che li ha aiutati a preparare l'audizione.

Ecco, bisogna dire che Step Up 4 racconta una storia un po' più audace. I protagonisti, intanto, fanno parte di una comunità, quella dei The Mob, e loro passione per la danza è finalizzata alla realizzazione del messaggio che la crew vuole comunicare. Addirittura Emily proverà ad entrare nella famigerata scuola ma non supererà l'audizione. Il film ruota quasi completamente intorno alla preparazione e all'esecuzione dei flash mob e dunque la regia, opera prima di Scott Speer, autore per lo più di videoclip e spot, si preoccupa di valorizzare maggiormente i momenti performativi. 

Titolo originale: Step Up Revolution
Regia: Scott Speer
Interpreti: Cleopatra Coleman, Misha Gabriel Hamilton, Ryan Guzman, Stephen Boss, Nicole Dabeau, Kathryn McCormick
Origine: USA, 2012
Distribuzione: M2 Pictures
Durata: 99'

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    Un commento

    • Personalmente mi sono fermata al trailer, come anche chi ha recensito il film, sembra…ero già annoiata dalla serie rivoluzione – evento – spettacolo. Certo che i ventenni dipingerli un po meno scemi non farebbe male…