"Stiamo vivendo un momento di profondo cambiamento nel rapporto tra uomo e donna." Incontro con Luca Lucini.

Commedia brillante, "L'uomo perfetto" si sviluppa attorno ad un divertente intreccio d'amore non privo di equivoci. Ce ne parla il regista insieme allo sceneggiatore ed ai protagonisti.

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Sentimentale, ironico, comico: come poter definire questo film?

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Luca Lucini: Io amo definirlo una commedia all'europea: una definizione nata per gioco in fase di montaggio. Ci piaceva quest'atmosfera che poi siamo riusciti a tirar fuori attraverso le scene e le musiche. Ci siamo impegnati nel cercare tanti elementi estetici più moderni, direi più internazionali. Non essendomi mai cimentato nella commedia, inizialmente ero un po' perplesso, poi mi sono fatto prendere dall'idea e l'ho affrontata come una sfida. E' il mio secondo film, quindi non mi ritengo molto pratico. Ho dovuto studiare molto e verificare che nelle vecchie commedie tutto funziona, anche le cose esagerate nel loro interno funzionano. Gli attori hanno risposto benissimo a questo. I ruoli erano delicati per la fragilità di Lucia, l'antipatia iniziale di Maria, l'inconsistenza e stupidità di Paolo e il tono ironico del personaggio di Antonio.


 


Alle spalle c'è un film spagnolo, quindi si parla di remake?


 


Marco Ponti: Effettivamente è un remake ed è stata una bellissima scelta, per cui la produzione si è mostrata da subito compatta e solida dando tutto ciò che uno sceneggiatore può avere, dal cast al resto. Non abbiamo incontrato difficoltà nel trasporre la storia: non credo ci siano grandi salti dalla vita spagnola a quella italiana. Non è mai stata per me una preoccupazione. Mi sembra un film europeo che poteva essere declinato in vari modi, ed abbiamo trovato la declinazione più congeniale alle nostre aspettative.


 


Come ci si sente passare dal ruolo di regista al ruolo di sceneggiatore per altri registi?


 

Marco Ponti: Non c'era il regista a scrivere il film ma il Marco Ponti sceneggiatore. C'è una sorta di piacere consegnare una sceneggiatura e vedere il film fatto: la sceneggiatura contribuisce molto a costruire il film. Non so cosa preferisco, scrivere è molto bello e quando lo faccio non penso a cosa può succedere dopo. Faccio lo sceneggiatore in maniera pura senza pensare che ci sarà poi un regista a lavorarci sopra.

Quanto è stata importante per il cast artistico necessaria una preparazione scrupolosa dettagliata sul copione?


 


Luca Lucini: Il lavoro di preparazione al film sul copione è stato basilare per la costruzione dei personaggi, tant'è che oltre alla lettura della sceneggiatura abbiamo lavorato per più di una settimana su ogni singola parte da interpretare. Volevo che ogni attore modellasse su di sé il proprio personaggio.


 


Riccardo Scamarcio: Io mi ritengo fortunato dell'opportunità: il mio personaggio è un attore che a sua volta recita. E' una parte che ho trovato molto stimolante. La difficoltà maggiore che ho incontrato è stata quella di trovare un giusto equilibrio. In qualche modo eravamo tutti divisi tra realismo e necessità di ammiccare al pubblico con freschezza.


 


Gabriella Pession: E' un progetto del quale si parlava da 4 anni. Mi spaventava il ruolo di Lucia ma poi mi è stato offerto il ruolo di Maria. E' stato un lavoro partito dal copione ma che si è poi creato sul set. Avevo paura che il mio personaggio fosse troppo a macchietta. Invece l'armonia che si è creata, il divertimento generale, mi ha fatto trovare il modo per dare al mio personaggio uno spessore emotivo.


 


Giampaolo Morelli: Per il mio personaggio sono partito un po' dalla mia vita: sono figlio di un magistrato, ma a casa comanda mia madre. Non sapevo quale modello seguire e questa mia indecisione l'ho messa nel personaggio, un po' goffo e vittima delle donne. Lucini era comunque molto aperto ad ogni suggerimento di noi attori. Secondo me ciò che colora  il film è proprio la mancanza di presunzione. Tutti i personaggi, anche quelli secondari, vivono una loro vita e sono molto specifici: aiutano a far respirare al meglio il film.


 


Francesca Inaudi: Io ho un modo strano di lavorare: quando leggo un copione lascio molto spazio a ciò che lo stesso copione mi fa immaginare. Più immagino sulla storia e più riesco ad entrare nel personaggio. E' stato molto importante e forte il rapporto di collaborazione tra noi. Tra l'altro non volevamo che il film rappresentasse il dramma della crisi sentimentale, si voleva anche andare al di là della classe sociale di appartenenza.


 


Per tanto tempo si è ricorso al modello femminile come simbolo di perfezione, in questo film la ricerca della perfezione si rivolge al modello maschile:


 


Luca Lucini: Stiamo vivendo un momento di profondo cambiamento nel rapporto tra uomo e donna. Una volta la passione era a la motrice del matrimonio, adesso conta molto anche l'aspetto razionale. E' un periodo di confusione e vedremo come ne usciremo fuori.


 


Francesca Inaudi: E' un cambio di prospettive in un momento in cui la donna vuole acquisire un ruolo, col rischio di perdere dei lati del suo femminile. La ricerca dell'uomo perfetto è solo un rovesciamento della medaglia rispetto al modello al quale siamo stati abituati finora.

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