"Studio illegale" – Incontro con Umberto Carteni e Fabio Volo

umberto carteni per Studio illegale

Tratto dall'omonimo libro cult di Federico Baccamo, Studio Illegale arriva al cinema, il prossimo 7 febbraio, distribuito dalla Warner Bros. Il film è stato presentato questa mattina in un incontro con la stampa romana, dove sono intervenuti il regista Umberto Carteni (Diverso da chi?) e il protagonista Fabio Volo

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carteniTratto dall'omonimo libro cult di Federico Baccamo, Studio Illegale arriva al cinema, il prossimo 7 febbraio, distribuito dalla Warner Bros. Il film è stato presentato questa mattina in un incontro con la stampa romana, dove sono intervenuti il regista Umberto Carteni (Diverso da chi?) e il protagonista Fabio Volo. Presente anche lo stesso Baccamo in veste di co-sceneggiatore della pellicola.

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Che giudizio dai al tuo personaggio?
 
Fabio Volo: Andrea, come nel libro. non fa un vero e proprio percorso di consapevolezza, quello che narrativamente è chiamato "percorso dell'eroe". Da subito lui ha un occhio disilluso, cinico, verso il mondo che lo circonda. Ha sacrificato tutto perchè lui fa parte di un sistema operativo che ti chiede anche la vita e dove non c’è spazio per alcun tipo di relazione. Noi non conosciamo il motivo scatenante di questa sua presa di coscienza. Quindi questa non è una storia dove l’amore arriva e cambia le cose, lui già sa che la sua vita va male. E' solo che quando incontra questa donna, decide che vale la pena lasciarle spazio. Anche la mia vita professionale mi prende tutto, ma io ho la fortuna di fare un lavoro che mi permette di esprimere la mia creatività, per questo non sono diventato arido.
 
 
Nel film ci sono alcuni personaggi che cambiano radicalmente per affrontare il mondo cinico. Ti ha divertito raccontarli?
 
Umberto Carteni: Mi sono divertito tantissimo, soprattutto con il personaggio di Nicola Nocella. Lui è un buono che viene gettato in un contesto dove il cinismo prende il sopravvento. Alla fine lui è quasi costretto a cambiare. Nonostante tutto però ho voluto dargli una sorta di lieto fine, un risvolto conclusivo che salvasse la sua umanità. La sua scena finale, che trovo la più romantica del film, è la dimostrazione che gli viene data un'altra possibilità.
 
 
Una curiosità: Zoè Felix è bellissima, come l’hai trovata?
 
Umberto Carteni: E' stato facile, sono andato in Francia e ho incontrato diverse attrici. Lei mi ha conquistato sin dal primo incontro. Il lavoro sul suo personaggio è stato molto interessante. Senza dubbio lei interpreta il classico clichè della donna francese ma, insieme, abbiamo provato ad entrare dentro allo stereotipo. Abbiamo lavorato sulle sfumature, sui mezzi toni, per dare spontaneità al suo ruolo. Spero che questo bilanciamento sia riuscito.
 
 
Nel film come è stata pensata la colonna sonora?
 
Umberto Carteni: Da quello che so i produttori ancora stanno vendendo i propri organi per pagare i diritti d'autore. Soprattutto il pezzo di James Brown credo sia costato tantissimo. Comunque le canzoni sono state tutte scelte solo da me anche perchè, come tutti noi sappiamo, Fabio odia la musica. Un aiuto fondamentale mi è stato dato da Maxi Trusso un musicista argentino geniale ma completamente folle.
 
 
Come scegli i tuoi film?
 
Fabio Volo: Io ho fatto tanti lavori e sono sempre stato attento a fare solo cose che mi piacciono. Prima di tutto la storia mi deve convincere. In questo caso già conoscevo il libro e Federico Baccamo quindi è stato facile decidere. In più Umberto è un vero seduttore, mi ha coinvolto subito nel progetto. Devo ammettere che anche l'idea di lavorare con Fantastichini ha avuto il suo peso. Io faccio sempre il gioco dei sei gradi di separazione su google, per vedere quanti "passi" mi dividono dai grandi attori. Lavorare con lui mi ha aperto un nuovo mondo di "legami" che non vedo l'ora di scoprire. Non so se lui può dire lo stesso per aver lavorato con me.
 
 
Come hai gestito la tua fama di sciupafemmine misogeno con un ruolo tanto diverso?
 
Fabio Volo: Io sono uno sciupafemmine? Misogeno? Davvero mi vedete cosi? Oggi, devo dire, che ho imparato tante cose di me,perchè non mi ci rivedo assolutamente in questa definizione. Non so come spiegarla. Forse è perchè io sempre considerato stupida questa contrapposizione netta che c'è tra essere un monogamo e un puttaniere. Non essere fidanzato non significa andare con tutte. Io, come il mio personaggio, ho amato molte donne ma soprattutto perchè non ho mai avuto tempo per una relazione. Poi, sempre come lui, ho fatto spazio e la vita mi ha fatto riempire quel vuoto.
 
 
A chi ti sei ispirato per il tuo avvocato?
 
Fabio Volo: Io ho alcuni amici d'infanzia che sono diventati avvocati. In provincia quando vedi delle persone che hanno questo determinato stile di vita te ne rendi subito conto perchè, anche visivamente, si distinguono dalla gente che hanno intorno. Proprio vestendomi come loro, ho capito che l'abito fa davvero il monaco. I completi ti danno la postura, ti fanno sentire già nel ruolo.  Poi, per il carattere del personaggio, io ho tirato il ruolo verso di me, anche perchè io, con il mio Andrea, abbiamo in comune alcune cose come una sorta di cinismo che serve per avere una visione reale delle cose. E poi entrambi capiamo che, alla fine, il calore umano è una necessità biologica.

 

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