Succede – Incontro con Francesca Mazzoleni e il cast

La giovane regista Francesca Mazzoleni e i giovanissimi membri del cast raccontano la genesi di Succede, dai primi provini all’idea di regia sottostante, che racconta quattro adolescenti a Milano

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Uscirà nelle sale italiane il 5 aprile Succede, racconto di formazione e diario delle emozioni dell’adolescente Meg e dei suoi tre amici Olly, Tom e Sam. Tratto dall’omonimo libro di Sofia Viscardi Succede è il primo lungometraggio di Francesca Mazzoleni, classe ’89, diplomata in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia.  “Il libro” racconta la regista “è piombato nella mia vita da un momento all’altro. Cercavano una regista e la Indigo mi ha contattato. È stata un’occasione meravigliosa. Leggendo il libro di Sofia mi sono accorta che avevo tantissimi elementi su cui lavorare ma c’era comunque una chiave adolescenziale, che è quella del racconto di formazione, dell’adolescenza che ci accomuna tutti. Ho cercato il più possibile di mantenere la spontaneità di quell’età, di non dare giudizi e di dare una tridimensionalità ai personaggi. Quando dopo mesi di casting ho trovato i miei attori, tutto  ha preso una direzione più chiara e precisa.”
Noi ci siamo avvicinati al progetto passo passo” racconta Francesca Cima, produttrice, “cercando di restituire il contenuto del libro e anche il suo carattere di esordio. Per noi non era fondamentale che la regista fosse donna però sono davvero felice che lo sia, perchè lo sguardo femminile può essere importante in un racconto come questo… quello che volevamo davvero però era un giovane che capisse il progetto e avesse voglia di comunicarlo.  Lavorare con i giovani ora è la cosa più importante che il cinema può deve fare.”

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E sono infatti i giovanissimi attori a raccontare i propri personaggi e il modo in cui sono arrivati ai provini per il film, a cominciare dalla protagonista Meg, l’attrice Margherita Morchio: “Io sono appassionata di teatro da sempre, e a marzo ho letto del provino alla mia scuola di teatro “Quelli di Grock”. A luglio poi mi hanno detto che mi avevano presa ed è stato davvero emozionante. Mi riconosco nel mio personaggio per moltissimi aspetti, io anche sono insicura e timida. Per evitare di essere troppo me stessa sullo schermo, ho deciso di concentrarmi sulle differenze fra me e Meg, lei ad esempio è molto razionale, io sono tutto il contrario, se amo qualcosa mi ci butto subito. Per questo aspetto, per questo lavoro di distacco che ho fatto, i mesi di prove prima delll’inizio della lavorazione sono stati fondamentali“. La pensa allo stesso modo anche Matteo Oscar Giuggioli, nel film Tom, migliore amico di Meg: “I mesi di prova sono stati fondamentali, anche perchè quando mi è arrivata la proposta ero molto impegnato, stavo girando Gli Sdraiati di Francesca Archibugi. Quel laboratorio pre-film mi ha davvero fatto crescere dal punto di vista attoriale, come anche il set mi ha insegnato il rispetto che devi alle persone che lavorano con te“.
Matilde Passera, l’estroversa Olly, è arrivata al ruolo in modo completamente diverso: “Seguivo Sofia Viscardi su Instagram e un giorno ho letto il suo post sulla possibilità di cimentarsi in un provino. Quando sono arrivata c’era tantissima gente, più di 3000 ragazzi…Mi hanno presa e sono iniziate le prove con Matteo e Marghe e il lavoro sul testo è stato fondamentale.
Il romano Brando Pacitto (che ha all’attivo, fra le altre cose, un film con Gabriele Muccino e uno con Roan Johnson) racconta con ironia il suo approccio al personaggio e con Milano: “A quanto pare mi fanno sempre fare lo sfigato, forse devo farmi qualche domanda…Io interpreto il cugino romano di Olly che improvvisamente si ritrova al centro della realtà giovanile milanese, diversissima da quella romana. Devo dire che non conoscevo affatto Milano e ora è come la mia seconda casa.”

E il rapporto della regista con la città dei grattacieli? Milano è stata una sfida di immaginario bellissima, è una città in continua crescita, ho provato a immaginarla mentre cresce con i personaggi. Questo film per me è radicato alla città e agli spazi esterni, che a Milano sono molto diversi di Roma per esempio, ma non meno magici. La chiave registica per raccontare questa storia per me è stata una sorta di naturalismo magico: era fondamentale restituire la spontaneità e la verità di questi ragazzi ma al contempo volevo creare una sorta di microcosmo magico intorno a loro.
Autrice del libro in giovanissima età, Sofia Viscardi spiega che è per l’idea di restituire la magia che ha affidato, fiduciosa, il suo libro nelle mani di Francesca Mazzoleni e degli sceneggiatori Paola Mammini e Pietro Seghetti: “Il film non tradisce affatto le intenzioni del libro e non ne perde il linguaggio e l’atmosfera…finalmente esiste un film moderno di giovani che si raccontano e non che vengono raccontati dagli adulti“.

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