SUDAFRICA 2010 – Il calcio e la poesia


Che meraviglia il gioco del calcio e i suoi mondiali… con questi versi del poeta spagnolo Gabriel Celaya, il poeta tifoso del Real Sociedad

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Che meraviglia il gioco del calcio e i suoi mondiali (anche se l'Italia è fuori dalla manifestazione ormai da giorni… Ma siamo ancora i campioni del mondo in carica… ancora fino all'11 luglio); che meraviglia farlo "giocare" con le immagini (del cinema) e con le parole (della critica); ma ancora di più che meraviglia farlo (ri)vivere come "metafora viva" (per dirla con Paul Ricoeur) in quell'arte della parola che è il fare poetico… E noi vogliamo ricordarlo qui con questi versi del poeta spagnolo Gabriel Celaya (e lo ricorderemo con altre poesie in questi ultimi giorni del Mondiale sudafricano…), il poeta tifoso del Real Sociedad, squadra sconfitta in tre finali della Coppa del Re dagli stessi avversari, i blaugrana del Barcellona. La Contro-ode di Celaya, che vi proponiamo di seguito, fu una risposta all'Ode a Platko di Rafael Alberti, dedicata invece al portiere ungherese del Barcellona…

CONTRO-ODE DEL POETA DELLA REAL SOCIEDAD 

E anch’io ricordo la nostra triplice sconfitta

In quelle partite contro il Barcellona

Che se ci vinse non fu grazie a Platko,

ma per dieci rigori lampanti che ci rubarono.

Magliette biancoblù volavano

Nell’aria, felici, come liberi uccelli,

assaltavano la porta difesa con furia

e nulla poté allora tutta l’intelligenza

e lo spiegamento dei bravi di Donostia

che lottavano contro la rabbia cieca

e il fango, e i falli, e un arbitro venduto.

Tutti lo ricordiamo e forse più di te,

mio caro Alberti, lo ricordo io,

perché io ero lì, perché vidi ciò che vidi,

ciò che tu hai dimenticato, ma noi sempre

ricordiamo: vincemmo. Vincemmo alla buon’ora,

e c’è qualcosa che non cambiano i falsi risultati.

 

 

La poesia di Celaya è tratta dalla rivista POESIA, numero 208

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