SUDAFRICA 2010 – Paul il polpo, Larissa Riquelme e il mondiale "fuori campo"

larissa_riquelmeQuesto del Sudafrica sembra il mondiale delle stelle “extradiegetiche”. Si, certo, abbiamo ancora Schnejder e Robben contro Villa e Iniesta, ma le grandi stelle del calcio mondiale hanno tutti, in un modo o nell’altro, deluso. Quello che colpisce di più di questa edizione del mondiale è proprio l’assenza di chi è lì e la presenza, mediatica, di chi non è in Sudafrica. E’ dura da ammettere, ma i veri protagonisti di Sudafrica 2010 sono stati Paul e Larissa. Un polpo e una modella/starlette. 

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larissa_riquelmeA saperlo leggere, il calcio, forse si poteva intuire un simile, per alcuni versi sorprendente, epilogo.
Quattro anni fa nei mondiali di Germania, la Spagna e l’Olanda avevano due squadre giovanissime che espressero il calcio più divertente del torneo. Furono però eliminate, probabilmente, proprio per un eccesso di inesperienza, che gli fece commettere errori contro squadre, come la Francia, meno spettacolari ma più concrete. Quest’anno le due squadre hanno presentato formazioni simili, ma con un bagaglio di esperienza e praticità che, se da un lato ne ha smorzato la vivacità in campo abbassandone il tasso spettacolare, dall’altro le ha rese due temibili corazzate da guerra, praticamente imbattibili, se non dal caso (la prima partita della Spagna con la Svizzera, con quel gol a dir poco rocambolesco).
Ma questo del Sudafrica sembra il mondiale delle stelle “extradiegetiche”. Si, certo, abbiamo ancora Schnejder e Robben contro Villa e Iniesta, ma le grandi stelle del calcio mondiale hanno tutti, in un modo o nell’altro, deluso. A cominciare dalle due vecchie finaliste, Francia e Italia, passando per Kakà, Messi, Ronaldo, Rooney, tutti i grandi protagonisti sono stati in qualche modo sommersi, senza che qualcun altro, Villa e Klose compresi, ne prendesse con forza il posto.
Perché quello che colpisce di più di questa edizione Sudafricana del mondiale è proprio l’assenza di chi è lì e la presenza, mediatica, di chi non è in Sudafrica. Ha cominciato proprio il grande Leader Nelson Mandela a non comparire, quasi annunciando queste stelle cadenti dello spettacolo globale.
E invece sono emersi due personaggi, lontanissimi geograficamente e calcisticamente, appunto, fuori dalle dinamiche del racconto del campo, che hanno catturato l’attenzione dell’immaginario mondiale. E’ così, è dura da ammettere, ma i veri protagonisti di Sudafrica 2010 sono stati Paul e Larissa. Un polpo e una modella/starlette.  Il primo, nato in Gran Bretagna ma tedesco di adozione, ha prima fatto sognare una nazione intera con i suoi pronostici impeccabili, per poi lasciarla nello sconforto con la previsione, come sempre azzeccata,
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Paul il polpo octopusdella sconfitta dei tedeschi contro la Spagna. Se guardiamo i video sul web e anche nei tg in tv, probabilmente Paul il Polpo ha avuto più primi piani e riprese di Cristiano Ronaldo (per una verifica fare pure un confronto tra Paul Octopus e Ronaldo su You tube…), segno di un mondiale che mancando di un cuore forte spettacolare al suo interno è ricorso ad elementi di curiosità internazionale che raccogliessero l’attenzione globale. E da questo punto di vista, per la sua determinazione programmatica, la vera regina del mondiale è stata Larissa Riquelme, la modella paraguaiana le cui immagini sono rimbalzate sui siti e le tv di tutto il mondo a una velocità incredibile (la ricerca su google ci segnala la bellezza di Circa 15.300.000 risultati…). Cosa ha fatto la ragazza per raccogliere una simile attenzione globale? In un mondiale dove le gallerie fotografiche delle tifose riempivano le pagine dei giornali e dei siti web, Larissa ha colpito per un semplice quanto “provocatorio” gesto: teneva in bella mostra il suo cellulare “depositato” nella abbondante scollatura. Ora di scollature abbondanti se ne vedono a migliaia nel web e non solo, ma quel particolare, l’uso della protuberanza femminile come contenitore originale di un oggetto che tutti possediamo, ha colpito più delle traverse di Cristiano Ronaldo e di Leo Messi.  Nel gioco dell’attenzione globale, sempre più dispersa dalle mille nicchie di comunicazione orizzontale della rete, la giovane Riquelme con mossa abile e a suo modo dadaista, ha colto l’attimo fuggente con la combinazione originale corpo+oggetto, trasformando il suo corpo in un portacellulare, l’esuberanza del suo decolté in un metalinguaggio quasi cyberpunk, dove la distanza tra corpo e oggetto si annulla, e il confine tra la comunicazione e il “desiderio globale” viene tracciato su delle linee più avanzate. Non è più il corpo in sé l’oggetto del desiderio globale, ma la sua commistione con la macchina, con la sua familiarità di “corpo infante” attaccato alla ghiandola mammaria, quasi a ribadirne una sua “vita” autonoma, eppure legata al corpo, ormai inevitabilmente “deposito” del nostro futuro di anime terminator.
Il calcio del nuovo millennio è avvisato: ci aspettano corpi tecnologici. Larissa ha lanciato la sfida.
 
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    8 commenti

    • Chissà se il polpo sceglie il cellulare di Larissa o va dall'altra parte. Cmq bravi Sentieri è così che si ragiona sulle cose

    • Trovo che era ora che qualcuno ragionasse sull'uso del corpo femminile come "oggetto consapevole", anche se non avevo pensato alla "combinazione originale corpo+oggetto" da "metalinguaggio ciberpunk". La modella sudamericana ha usato il suo corpo di tifosa come marketing puro, giocando con i segni come neanche uno studioso di linguaggio strutturalista. Sembrerà strano a dirsi ma questo è un effetto del femminismo, con la riappropriazione del corpo oggi possiamo farci quello che vogliamo. E l'immaginario mondiale ragazzi cari ormai ci appartiene.

    • Che azzardo accostare un polpo con le "ghiandole mammarie" 🙂 Quello che mi stupisce è la facilità con cui passate da bieche analisi calcistiche a quelle teoriche e di costume, senza scomporvi minimamente. Altri ci ricamerebbero su da grandi pensatori, voi invece giocate con il calcio come luogo dell'inconscio collettivo… @ Sandrino il polpo saprebbe di certo da che parte andare 😉

    • Forse non ci avete fatto caso, ma l'aggressività marketing della ragazza peruviana è arrivata persino a farsi sponsorizzare le tette: http://www.corriere.it/gallery/sport/06-2010/mondiali-calcio-sudafrica/51/larissa-riquelme_c4c4198c-846b-11df-a860-00144f02aabe.shtml#22<br />Axe è un deodorante per uomini, ed è li che inevitabilmente si possa lo sguardo maschile. Corpomacchina ok, caro Chiacchiari, ma anche corposponsor, non vi pare?

    • avete cannato il mio commento, ma perché (a parte il congiuntivo)? in fondo, continuate a tenere un articolo dove è scritto 'un metalinguaggio quasi cyberpunk'. a parte la frase bruttarella, nel quasi c'è tutto. c'è tutta l'indecisione di tanta critica. allora: è o non è? perché quasi non vuol dire niente. perché poi la distanza tra corpo e oggetto si annullerebbe? quali sono queste linee più avanzate, e rispetto a che? tra dieci anni saranno ancora più avanzate? boh. ripeto: fate dei corsi di scrittura critica, ma su quali basi? vi dite critici, coltivate gelosamente il vostro orticello doc, ma non leggo una sola cosa che dica pane al pane. ripeto, togliete quel 'selvaggi', non lo siete, andava così bene la distanza (spettrale) di un falcone maltese.

    • (2) non è poi questione di pane al pane, ma di andare al fondo delle cose, senza tanti abbellimenti, senza tante sfide lanciate da larisse. c'è una foto inquietante, nell'ultimo Espresso, dove si vede una ragazza restauratrice al lavoro sul blu giottesco della cappella degli scrovegni. è un blu, quello nuovo di zecca, su cui si possono avere tanti ma tanti dubbi, rispetto alle sicurezze delle sovrintendenti (chissà perché spesso donne). non ho mai sentito nessun critico in questi mesi parlare di questo. ah già, voi vi occupate di.. ah, la riquelme e il suo fallo /se andate su pichunter o sulle videochat chissà quanti 'corpi infanti' trovate attaccati a chissà quante ghiandole mammarie

    • questo commento di Bix è quasi inutile… ma "quasi non vuol dire niente"… (evviva Larissa! abbasso i maschi invidiosi!)

    • che c'entra dire viva larissa? maschi invidiosi? di cosa? che larissa sia bbona lo si vede, è assodato, ma non è duchamp o warhol, mi dispiace seriamente, anche per l'emanatore dell'articolo. che il mio commento sia inutile può darsi, arrivando da un perfetto sconosciuto e certo testimoniando generici rancori, che diventano un poco più rispettabili se profferiti da personaggi altolocati (depardieu, gallo; è qui che il critico fa un passo indietro e comincia ad adorare). se no bisogna starsene zitti e buoni e mai 'rancorosi' (cito questa parola perché detta da Ghezzi), perché il rancore non è 'oggettivo', non sia mai, solo la tranquilla oggettività è oggettiva (a me invece sembra solo un punto di vista tra i tanti). purtroppo dire viva larissa e fare i tifosi non sposta di una virgola il sentore di una generale debolezza e ovvietà di tanto armamentario critico. non disdegnare le piccole mostre di mestre ha da esser pratica corrente. melissa midwest forever