La regista britannica Sarah Gavron ha presentato insieme alla produttrice Faye Ward Suffragette, il film che porta per la prima volta sul grande schermo la lotta per il diritto di voto alle donne che nel 1912 ha infiammato Londra, e che vede protagoniste Carey Mulligan, Helena Bonham Carter e Meryl Streep nei panni di Emmeline Pankhurst, l’attivista che ha guidato il movimento.

“La ragione per cui abbiamo deciso di fare questo film – ha detto la Gavron – è che non è stato mai fatto un film che parlasse delle donne che hanno cambiato la storia. È un tema molto attuale perché anche nel nostro secolo le donne continuano a combattere le loro battaglie, visto che il 23% della popolazione analfabeta è composta da donne e solo il 22% delle donne è presente in parlamento, inoltre nel Regno Unito ancora una donna su tre subisce violenza sessuale”. E la produttrice Faye Ward ha accolto subito positivamente il progetto, proprio per la sua attualità: ” Volevamo fare un film che parlasse dei problemi di oggi richiamando la storia, e credo che l’aspetto più interessante sia proprio vedere come il passato si specchia nel presente. Ma il nostro obiettivo non era raccontare il movimento femminile da un punto di vista frivolo, come spesso è stato fatto, ma creare un film viscerale, che rappresentasse la lotta con uno spirito maschile”.

Tuttavia le figure maschili sono semplici comparse in questa storia, anche se c’erano anche alcuni uomini che supportavano le suffragette. “Alcuni uomini erano solidali, come il personaggio del marito di Helena Bonham Carter che nasce da storie reali, e c’erano anche alcuni parlamentari che sostenevano il movimento. In altri casi invece gli uomini erano intrappolati dalle convenzioni come il marito di Maud e temevano di essere esclusi dalla comunità per il comportamento delle loro mogli. Ma qui le donne sono senza dubbio al centro dell’attenzione visto che sono così rari i film sulle donne “.

Il movimento delle suffragette si è distinto rispetto agli altri per l’eterogeneità delle classi sociali che vi hanno preso parte, che non contemplavano solo le intellettuali e le donne indipendenti, ma anche le operaie: “Era un movimento diverso dagli altri, che attraversava le classi in un’Inghilterra in cui la divisione di classe era molto marcata – afferma la Gavron – nonostante le donne più umili avessero molto più da perdere rispetto alle altre, perché entrare nel movimento poteva voler dire perdere il lavoro o la famiglia. Per questo abbiamo scelto di tirarle fuori dalle tenebre in cui la storia le ha nascoste, perché sono proprio loro che più hanno militato e grazie al loro sacrificio in Inghilterra sono cambiate molte cose. Spero per questo che questo film possa raggiungere le nuove generazioni, che spesso danno per scontati i loro diritti e non vanno a votare. Il cinema ha un potere inimmaginabile, e spero che Suffragette possa aprire un nuovo punto di vista su una storia spesso tralasciata dai libri, e motivare all’azione verso tutte le battaglie che ancora bisogna combattere per raggiungere il riconoscimento dei diritti umani in tutto il mondo.”