Sul "ring" di Alessandria

Il festival, giunto alla 4° edizioni, ha proposto diversi match dal cinema trash a Von Trier. Indagine sulla critica on-line e recupero storico di una fondamentale opera del muto, "La caduta di Troia" di Giovanni Pastrone

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Giunto alla quarta edizione, il Festival della critica cinematografica ospitato dal teatro di Alessandria ha mantenuto fede, nel suo primo giorno, al suo nome. Se la metafora pugilistica di RING!, corredato da relativa scenografia e arbitro (Alberto Barbera) promette infatti qualcosa in più di un dibattito tra critici, lo scontro tenutosi ieri pomeriggio ha decisamente scaldato gli animi di un pubblico pronto a schierarsi. Oggetto della polemica, il cinema trash; disputanti, Marco Muller e Marco Giusti tra i sostenitori vs Gianni Rondolino e Maurizio Cabona tra i detrattori. Due emisferi chiusi che difficilmente riescono a comunicare: da un lato perché, sino a ieri, mancavano le occasioni ufficiali; dall'altro perché, nell'atomizzazione critica dei nostri giorni, stabilire un netto confine tra l'oggettività del giudizio e la philia risulta tutt'altro che facile. L'incursione dei film di Dallamano, Cicero e compagnia nel contesto impomatato della Mostra del Cinema di Venezia (incursione promossa proprio da Muller e Giusti) rappresenta un sano sberleffo all'ufficialità del cinema sedicente "serio" o l'incombente minaccia della rivalutazione selvaggia, e quindi dell'anarchismo critico? Il successo di pubblico (anche contemporaneo) di quei film è meritorio di studio e attenzione, oppure di rimozione e scherno?

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La critica on-line è stata poi oggetto dell'indagine congiunta di alcuni giovani scrittori su web e un'icona del giornalismo cinematografico come Claudio G. Fava, titolare di una zona franca anche nelle prossime giornate del Festival. Con la consueta raffinata ironia, destreggiandosi tra incerti scenari futuribili e memorie personali che si intrecciano con la storia culturale del nostro paese, Fava ci guida in un viaggio a tentoni alla scoperta di una realtà così sfuggente e muteiforme come quella di Internet. La giornata di è conclusa con la proiezione de La caduta di Troia dell'astigiano Giovanni Patrone (e Luigi Borgnetto), primo kolossal epico della storia, girato nel 1911 e recentemente restaurato dal Museo Nazionale del Cinema, dalla Cineteca di Bologna e dalla Cineteca del Friuli. Ad accompagnarlo, una composizione realizzata appositamente ed eseguita dal vivo dagli YoYo Mundi e una lettura di brani di Omero, Euripide, Saffo e Baricco (con un'incursione di Brecht?) ad opera di Franco Branciaroli e Federica Castellini. Gli YoYo Mundi, non nuovi a questo tipo di esperienza, sono riusciti ad arricchire l'opera di Pastrone di sfumature quasi espressioniste, esaltandone allo stesso tempo la natura spettacolare.


Il festival ha poi proposto un altro match: Francesco Casetti, Giacomo Poretti e Bruno Fornara vs  Paolo Mereghetti e Alberto Pezzotta su Von Trier.

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