SULMONACINEMA FILM FESTIVAL – Conferenza stampa di chiusura

carnelutti a sulmona

Presso il Cinema Pacifico di Sulmona, si è tenuta la conferenza stampa conclusiva del 27° Sulmonacinema Film Festival. Sono intervenuti il Presidente di Giuria Valentina Carnelutti, i giurati, Presidente del Sulmonacinema Film Festival Patrizio Iavarone, il direttore artistico Roberto Silvestri e la curatrice e giurata della sezione soundtrack Gabrielle Lucantonio
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valentina carneluttiPresso il Cinema Pacifico di Sulmona, si è tenuta la conferenza stampa conclusiva del 27° Sulmonacinema Film Festival. Sono intervenuti il Presidente di Giuria Valentina Carnelutti, i giurati Enrico Saccà e Dario Jurilli (Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma), Bozena Solovej (Università Gabriele D’Annunzio di Pescara, cattedra di Storia e Critica del Cinema), Carlo Liberatore e Alessandro Venuto (Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell’Immagine de L’Aquila), Anita Magnani e Matilde Piazza (Dipartimento Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna – DAMS), Valeria Marrale ed Elio Ugenti (Università La Sapienza di Roma, corso in Arti e Scienze dello Spettacolo), il Presidente del Sulmonacinema Film Festival Patrizio Iavarone, il direttore artistico Roberto Silvestri e la curatrice e giurata della sezione soundtrack Gabrielle Lucantonio.
Il miglior film del 27° Sulmonacinema Film Festival premiato con l’Ovidio d’argento ed annunciato dal Presidente di Giuria, è l’opera prima Ragazze la vita trema di Paola Sangiovanni, “per l’efficacia con cui combina una ricerca di qualità a un contenuto storico e umano degno di essere espresso, uno stile narrativo semplicemente raffinato all’attualità di un argomento sempre aperto. Oltre a raccontare onestamente un pezzo di storia Ragazze la vita trema è capace di invitare a riflessioni diverse, in modo insieme pudico e intelligente”.
L’Ovidio d’argento per la migliore regia va invece a So che c’è un uomo di Gianclaudio Cappai, “per la capacità di raccontare l’intimità di una storia attraverso una sapiente orchestrazione di elementi visivi e sonori. È infatti la dimensione estetica del film a generare il senso di questa elaborata partitura, all’interno della quale lo spettatore può rompere il muro dell’immagine per accedere direttamente alla fisicità di ambienti e personaggi”.
L’Ovidio per la migliore interpretazione femminile va al cast completo di Ragazze la vita trema, “ad Alessandra, Mariapaola, Marina e Liliana per la serena generosità con cui hanno interpretato la loro generazione in un racconto a tratti anche difficile e doloroso che, grazie alla peculiarità di ciascuna, è capace di parlare al presente oltre che al passato”.
Il premio per la migliore interpretazione maschile è stato invece assegnato a tutti gli uomini di Via della Croce di Serena Nono, “per la generosità e l’impegno, umile, con cui hanno saputo offrirsi al ‘racconto’ e alla sua evoluzione, regalando ai diversi ruoli parti significative delle proprie identità”. Il film realizzato dalla figlia di Luigi Nono ha vinto inoltre una menzione speciale come – a detta della regista – ‘incidente di percorso’per aver saputo perseguire un lavoro stimolante ed estenderne i confini, fino ad annullarli, abbattendo – grazie alla mescolanza delle arti – anche i muri più alti”.
È stato inoltre assegnato il Premio Soundtrack – Miglior colonna sonora. La giuria composta dall’attrice Valentina Carnelutti, Giovanni Guardi di Edizioni Radio Fandango e Gabrielle Lucantonio, curatrice della sezione Soundtrack, l’ha assegnato agli autori delle musiche di Ragazze la vita trema: “A tutto il tessuto sonoro, brani e composizioni originali, perché accompagnano il film in tutto il suo percorso con la delicatezza del presente e il coraggio del passato senza didascalie e con l’autonomia di una voce intonata al racconto”.
Sembra che la giuria abbia discusso più sui premi e sui generi che convivono in questo festival che sui film…
Carnelutti: Sì, ci siamo posti così fin dall’inizio. I film erano talmente diversi che hanno creato una sorta di gruppo, ed il cuore era forse l’unico criterio giusto da adottare per poter effettuare una scelta. Abbiamo agito in questa stessa maniera anche per le interpretazioni. L’interpretazione è un portavoce, un mezzo che trasmette, un’occasione di racconto, un mettere in gioco qualcosa di sé. C’è qualcosa in questa verità che soprattutto gli interpreti di Via della Croce hanno messo a disposizione e che dovrebbero fare tutti gli attori. Sicuramente i premi per le interpretazioni sono stati i più univoci.
Come è andata questa 27° edizione del Sulmonacinema Film Festival nonostante la brevità ed i problemi di budget? Siete soddisfatti?
Iavarone: È andata molto bene. Il Sulmonacinema Film Festival reagisce alle tendenze. Facciamo proposte difficili per la normale programmazione, ed il pubblico, anche quello medio, è stato più attento, accogliendo con coraggio le proposte culturali. Inoltre è stato organizzato all’ultimo momento ed abbiamo lavorato con molta forza.
Come è stato lavorare con la giuria?
Carnelutti:  Ci siamo trovati molto uniti su alcune cose, su altre invece c’erano delle distanze, ma mi sono abbandonata alla maggioranza. Il ruolo di presidente è un invito a riconsiderare le proprie opinioni.
I film vincitori dell’Ovidio sono molto diversi tra loro. Uno è molto sofisticato e fa una ricerca su immagini e suoni, un altro ancora è un documentario. Questa grande diversità si è anche riflettuta sulle vedute della giuria?
Carnelutti: Ci siamo incontrati diverse volte dopo la visione dei film e portavamo mano a mano degli argomenti, poi abbiamo discusso di tutti. La prima volta c’è stato un giro di voti, una sorta di primarie, dove ognuno ha detto la sua. Qualcuno era deciso su alcune cose, qualcun altro su altre ancora, ma eravamo anche uniti su degli aspetti. Poi c’è stato l’accanimento. Noi infatti siamo spettatori privilegiati, vediamo i film in modo diverso, ma abbiamo fatto una scelta precisa: guardare i film come spettatori. Alla seconda tornata abbiamo quindi abbandonato la scrittura ed optato per la discussione, in particolare che cosa si intende per regia e per film: forse all’inizio eravamo confusi. Ho invece insistito sulla menzione speciale a Serena Nono perché, a mio parere, deve esserci un criterio etico perché un film esista. Infine siamo andati fuori, abbiamo fumato, sono arrivati i dolci ed abbiamo votato di nuovo più uniti e sereni.
Che differenza c’è tra miglior film e miglior regia?
Carnelutti: Eh, noi l’abbiamo stabilito arbitrariamente, ed in poche ore. Non so se le altre giurie adottino il nostro stesso criterio. Il miglior film è, indipendentemente dalla realizzazione e dallo stile, quello che nell’insieme arriva in una botta, quello che usciti dal cinema ci fa dire ‘mi è piaciuto’, quello a cui ripenso giorni dopo averlo visto tenendo conto che ha un valore al di là. La regia è invece il lavoro accurato per restituire la situazione. È approfittare di una realtà per seguire la visione e restituirla. Anche da qui la menzione a Via della Croce: individuare una visione e restituircela come botta emotiva.
Cosa saranno i premi di quest’anno?
Iavarone: Ci sono stati tagliati i fondi, quindi ci siamo trovati costretti a togliere il gettone, ma il nostro premio ha sempre avuto più un valore di simbolo che di sostanza. Oltretutto abbiamo dovuto tagliare il concorso Cortissimi, le scuole ed un giorno di programmazione. È un’edizione che abbiamo dovuto fare con un’incertezza assoluta di fondi, ed anche per questo il nostro festival è il simbolo di quella cultura che se la deve vedere da sola. In linea con la scelta del festival prendiamo noi in mano il Cinema Pacifico. Il Sulmonacinema Film Festival è nato nel 1982, contro la chiusura di tutte le sale della città. Beh, è un ricorso storico e speriamo che gli spazi si moltiplichino nonostante un mercato bloccato da una certa distribuzione e da certi finanziamenti.
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