"Surf's Up – I re delle onde", di Ash Brannon e Chris Buck

surf's upGirato in stile "mockumentary", ovvero finto documentario, l'antroporfismo è quello più vicino alla parodia e al cinema “Scary”. Nella nuova animazione, quella più sconvolgente di effetti, sembra di assistere ad una seria metamorfosi, una contesa fra una logica invisibile, che si pone come incrollabile e le ragioni di chi vuole “veramente” vivere come pinguini e polli…

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surf's upCody Maverick è un giovane e ambizioso pinguino che ha come sogno quello di esordire nel mondo del surf professionistico: lasciare la casa natia e partecipare al Big Z Memorial Contest. Lungo la strada dall’Antartide fino all’isola di Pin Gu, dove si svolge la competizione con i migliori surfisti-pinguini di tutto il mondo. Film d’animazione girato in stile "mockumentary", ovvero finto documentario, Surf's Up ha avuto un grande successo negli USA anche grazie all’illustre cast di doppiatori (nella versione originale, Shia Labeouf presta la voce al protagonista e Jeff Bridges a Big Z). Dirigono Ash Brannon (Toy Story 2) e Chris Buck (Tarzan). Cresciuto senza padre, divorato da una balena, Cody ha avuto come punto di riferimento e come idolo il più grande di tutti i tempi in questa specialità: Big Z. Spera con tutte le sue forze, anche se deriso da suo fratello maggiore e privato del dovuto appoggio della madre, di arrivare a partecipare alla gara dell’anno. Scovato da un talent scout, giunge al fatidico evento, conosce per caso il suo grande eroe sparito dalle gare dieci anni prima e considerato morto dai suoi tifosi. In finale dovrà vedersela con il perfido, spaccone e dieci volte campione Tank Ewans e con il suo migliore amico Chicken Joe, l’unico pollo del pianeta capace di cavalcare un’onda. Travolti dell’estatica dei tramonti, delle spiagge, dei ghiacciai e soprattutto dell’acqua cristallina, vero banco di prova per tutti gli autori “cartoon”. In più, l’uso dell’intervista, della tecnica documentaria e di un divertito, quanto fittizio, uso della macchina a spalla, sembra voler spingere al massimo il gusto all’antropomorfismo, specie quello più vicino alla parodia e al cinema “Scary”. Opera interessante perché sembra ripensare al cinema, ricercando le sue origini attraverso un delicato e a volte raffinato recupero citazionista che richiede naturalmente una sorta di sapere residuale. Inoltre la portata visiva è di assoluto rilievo: a volte, nel nuovo cinema d’animazione, quello più strabiliante di effetti, sembra di assistere ad una seria metamorfosi, una contesa fra una logica invisibile, che si pone come incrollabile e le ragioni di chi vuole “veramente” vivere come pinguini e polli. Quasi tutto il cinema d'animazione di oggi mostra il mutamento. L'intreccio narrativo è lo spazio in cui si mostra la metamorfosi delle cose. L'intreccio è il sapere possibile di questa metamorfosi, quando, nell'impermanenza delle immagini che circondano il nostro sguardo sullo schermo, nel continuo oscillare, scorrere, fluttuare, decidiamo una traiettoria, e su questa traiettoria cominciamo a scorgere atteggiamenti, posture, tratti, movimenti, che hanno sempre meno di non umano.  

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Titolo originale: Surf’s Up
Regia: Ash Brannon, Chris Buck
Distribuzione: Sony Pictures Releasing 
Durata: 85’
Origine: USA, 2007

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