Swirling: la Sun Ra Arkestra torna con un nuovo manifesto afrofuturista

Una delle reazioni, tra mainstream e avanguardia, alle politiche dell’epoca-Trump ora conclusa è stato il ritorno in questi anni del credo afrofuturista, qui celebrato dagli iniziatori del movimento

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Solo un anno fa, il 23 ottobre 2019, la Sun Ra Arkestra si esibiva sul palco del Monk, a Roma, in uno sgargiante concerto-spettacolo, un mix di musica, danze, canti e giocoleria. Il 9 ottobre è uscito il loro nuovo album, Swirling, un evento straordinario considerato che l’ultima raccolta, Somewhere Else, risale al 1993, anno di morte del fondatore Sun Ra. Prodotto da Marshall Allen, attuale leader ultranovantenne del collettivo jazz nato negli anni ’50, il disco è stato lanciato dal singolo Angels and Demons at Play, una rivisitazione della title-track dell’album del 1963, e contiene dieci tracce che spaziano tra inediti e riedizioni di vecchi brani (come Seductive Fantasy del 1979).

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Conosciuta principalmente per le live performance coinvolgenti e coloratissime, a cui talvolta hanno preso parte anche 30 o 40 elementi, tra musicisti, ballerini e saltimbanchi, l’Arkestra porta avanti un progetto artistico a 360 gradi che unisce sonorità mistiche e sperimentali al folklore afroamericano.
Promotore di una visione cosmica definita afrofuturismo, Sun Ra è stato per tutta la vita una figura intellettualmente controversa, ma mossa da una grandissima sensibilità artistica: abilissimo pianista jazz e compositore, la sua musica nasce dall’incontro del swing di Duke Ellington e Count Basie coi ritmi e le armonie del boogie woogie, per avvicinarsi poi al free jazz di John Coltrane e Thelonious Monk. Grande sperimentatore e pioniere della musica elettronica, inventò un modo del tutto personale di suonare i synth e le tastiere elettroniche. Nel corso della sua vita Sun Ra ha promulgato una visione del mondo che si pone a metà tra la filosofia e l’esoterismo: l’idea di base del suo pensiero consiste nel superamento del concetto di razza e nella convinzione che i neri discendano da una civiltà aliena iper tecnologica che è riuscita a conciliare lo sviluppo hi tech con una condizione di vita primordiale. A dimostrazione dell’importanza e dell’influenza che Sun Ra ha avuto per la comunità black americana, è possibile ritrovare riferimenti più o meno espliciti alle sue idee in diversi prodotti artistici e culturali mainstream degli ultimi anni, dal cinema di Ava DuVernay e Jordan Peele alla musica di Beyoncé, trovando il suo apice nel regno di Wakanda, nato dal genio di Stan Lee e portato sul grande schermo da Ryan Coogler con Black Panther nel 2018.

Così come i concerti, che sono vere e proprie celebrazioni del mito di Sun Ra, Swirling riprende sonorità già esplorate dalla band nei precedenti lavori, omaggiando quello che di fatto è per tutti i musicisti e i seguaci dell’Arkestra un guru, passando da atmosfere mistiche a ritmi bebop, con variazioni jazz e soul.
Una sorta di rievocazione mitica fatta di rituali coreografici e musiche tribali e psichedeliche che permettono di immergersi in una dimensione trascendentale in cui passato e futuro sono indissolubilmente legati, portandoci quasi a credere che esplosioni sonore così viscerali debbano essere necessariamente frutto di un’arcana connessione tra antiche civiltà ancestrali e futuristici universi alieni.

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