Talking Dreams, di Bruno Rocchi
Talking Dreams è il nuovo lavoro di Bruno Rocchi. Girato in Africa, parla, attraverso la storia di una trasmissione radio, del destino di uomini e donne che nemmeno nel sogno sono sicuri
Fino al 10 ottobre nel capoluogo umbro si svolge il PerSo Film Festival, ormai arrivato alla settima edizione. Tra le varie sezioni, in quella italiana è possibile trovare il nuovo lavoro di Bruno Rocchi che dopo aver realizzato nel 2014 il reportage Monte Gourougou e aver prodotto nel 2015 Bled el Makhzen, sul potere e sulla economia nel Marocco del nord, produce, scrive, dirige e monta Talking Dreams girato in un villaggio dell’Africa occidentale.
Il suo ultimo lavoro racconta di una radio locale che interpreta le immagini oniriche degli ascoltatori. Lo spiega bene all’inizio il protagonista: “Ad ogni sogno corrisponde un sacrificio da fare, così facendo non si scamperà alla morte, ma potrai ricevere qualche gioia”. Gli uomini e le donne sognano, l’esperta li traduce e consiglia come agire. La realtà delle cose è che non si scampa alla morte, ma si può ricercare la gioia abbandonandosi al viaggio. Si ritorna sulla terra dove è nato l’uomo, adesso diventata arida perché sacrificata per il sogno di qualcun altro, poi ritornato con pelle più chiara a mostrare ricchezza e benessere, un po’ come la leggenda dei Dahomey ci racconta la differenza tra etnie.
La storia raccontata da Bruno Rocchi è una storia di ritorni e di viaggi, come quelli che fa durante la notte il suo protagonista e come quello che vorrebbe fare con il suo trattore per tornare a casa. In una terra che è stata in lungo e in largo sfruttata e a cui è rimasta solo la potenza dell’immagine per poter distogliere lo sguardo dalla realtà. Perfino quei sogni un tempo liberatori e di buon auspicio, come sognare uomini bianchi, sono diventati violenti e oscuri. Si sognano suicidi, armi e violenze varie in una terra macchiata e sacrificata per la gioia di qualcun altro, una terra dove non ci appartiene più nemmeno il sogno e dove l’uomo diventa sempre più violento verso le donne che nonostante tutto continuano a resistere e a cullarli come la madre terra che viene calpestata tutti i giorni.