Tarkovskij" ovvero "la nostalgia dell'armonia"

Alphaville Cineclub propone, dal 15 al 21 aprile, la monografica completa dedicata al regista

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Alphaville Cineclub
Roma Via del Pigneto 283
 
Tarkovskij
 Ovvero ‘ La nostalgia dell’armonia’
 
Monografica
 
15/23 aprile ‘09
Ore 21.00
 
 
 
“L’immagine non è una qualunque idea espressa dal regista,
 ma tutto un mondo luccicato in una goccia di acqua”
Andrej Tarkovskij.
 
 
Alphaville Cineclub propone, dal 15 al 21 aprile 2009 dalle ore 21.00 presso la sua sede di Via del Pigneto 283. “La nostalgia dell’armonia”, monografica completa dedicata al grande regista russo A. Tarkovskij(1932-1986), che così all’epoca definì il suo lavoro,considerato da sempre tra i più poetici della storia del cinema.
Figlio del poeta Arseni Tarkovskij, Andrej Tarkovskij si evolve grazie al mezzo cinematografico che lo spinge a interessarsi alle arti; studia la musica, la pittura, la scultura. Nel 1956 si iscrive al VGIK (Scuola Superiore di Cinematografia) a Mosca e segue i corsi di Michail Romm, un quotato regista del periodo. Tarkovskij potrà sviluppare appieno le sue idee, cosa per cui sarà riconoscente al maestro, verso il quale avrà sempre parole di grande stima: “Questo maestro mi ha insegnato ad essere me stesso”.
Considerato dalla critica come uno dei padri della Settima Arte al pari di Bergman, Buñuel, Kurosawa, Fellini, i suoi lavori esplorano il passaggio dell’uomo dall’immaginario al razionale, dando vita a suggestioni visive ipnotiche e visionarie in cui si intrecciano simboli di origine pagana e cristiana. Tra i temi cari al regista dunque la spiritualità, i quattro elementi della vita, la solitudine degli esseri, i loro sogni, la loro immaginazione , i loro tormenti esistenziali.
Si inizia mercoledì 15 aprile conIl rullo compressore e il violino”,saggio di diploma nonché esordio del regista che racconta l’amicizia tra il piccolo Sasha, violinista in erba e Sergej, giovane e generoso operaio asfaltatore. I limiti “scolastici” di questo tenero lavoro sono palesi, ma c’è già in luce un’originalità ed un’indipendenza all’epoca non comuni.
A seguire verrà proiettato il primo lungometraggio di Tarkovskij, “L’infanzia di Ivan”(1962). Il dodicenne Ivan, rimasto senza famiglia, unitosi ai partigiani russi, si lacera tra l’odio per il nemico tedesco ed il bisogno di tenerezza. Questo lirico e tragico racconto sull’infanzia rapinata dalla guerra trovò un appassionato difensore in Jean- Paul Sartre. Presentato a Venezia, vinse il Leone d’oro.
Giovedì 16 aprile è prevista la proiezione del lungometraggio “Andrej Rublëv” (1966),opera che rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rublëv, risultando uno dei migliori film di quegli anni in tutta la cinematografia mondiale. Il capolavoro di Tarkovskij è il più maturo risultato, in campo cinematografico, della cultura del dissenso nell’URSS.
“Solaris”, terzo film del regista (1972), prosegue la monografica venerdì 17 aprile. Ispirato al roma nzo di Stanislaw Lem , è la storia di una spedizione scientifica sul pianeta Solaris, un pianeta in cui avvengono strani fenomeni riconducibili ad un oceano ‘pensante’ che materializza fisicamente il passato ed i ricordi. Angoscioso ed enigmatico, questo film è un’avventura della coscienza più che della conoscenza. Prima opera di fanta(co)scienza di Tarkovskij.
Sabato 18 aprile è la volta di Lo specchio”(1974), film tra i più personali del regista, in cui l’autore fa un bilancio della propria vita attraverso il racconto della sua infanzia e di sé stesso adulto. Nella rievocazione s’intersecano passato e presente, realtà e fantasia , colore e bianco-nero, rimorsi privati e graffi pubblici. Film di un poeta che ha la forma e la struttura di un poema.
“Stalker” (1979), in programma domenica 19 aprile, storia di un viaggio all’interno di una misteriosa Zona in cui esiste una stanza capace di esaudire i desideri di chi riesce ad arrivarvi , è ispirato al racconto “Picnic sul ciglio della strada” dei fratelli Strugackij e rappresenta probabilmente il vertice figurativo del cinema di Tarkovskij: lentissime carrellate su pavimenti d’acqua, dialoghi filosofici ed un’atmosfera da apocalisse post-atomica rendono l’opera affascinante e sfuggente. Ultimo film che l’autore girò in URSS.
La rassegna prosegue mercoledì 22 aprile con “Nostalghia” (1983), primo film dell’esilio, in cui Tarkovskij si avvale della collaborazione di Tonino Guerra. È la storia di un intellettuale russo che si trova in Italia per scrivere la biografia di un compatriota, musicista del ‘700 morto suicida,di cui racconta la sua nostalgia per la madrepatria , probabilmente intensa come quella del regista. Gran premio del cinema di creazione al Festival di Cannes 1983.
 
Giovedì 23 aprile la monografica si chiude con l’ultima opera di Tarkovskij, “Sacrificio” (1986). Nella sua casa su un’isola svedese, l’anziano intellettuale Alexander vede crollare tutto ciò in cui crede in seguito all’improvviso scoppio di una catastrofe misteriosa. Disperato prega Dio di salvare il mondo, facendo voto di rinunciare a tutto ciò che possiede pur che tutto ritorni come prima. Con “Sacrificio”, Tarkovskij firma un’opera raffinata e sontuosa, densa di omaggi a Bergman; di più, sviluppa tutte le tematiche tarkovskiane e le porta, in un certo senso, a compimento. Presentato a Cannes, suscita entusiasmo unanime.
 
Introduzione alla rassegna a cura di P.Salvatori.
 
 
3393618216/ 3388639465
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