Tecla Insolia: ritratto di una timida Modesta

Il talento esplosivo dell’artista che, a soli 21 anni, ha ottenuto una doppia candidatura alla 70° edizione dei David di Donatello per L’arte della gioia e Familia

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OPEN DAY FILMMAKING & POSTPRODUZIONE: 23 maggio

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“Mi sono sempre ribellata più a me stessa che agli altri. La mia insicurezza è sempre stata il veicolo con cui ottenere qualcosa” confessa Tecla Insolia in una recente intervista. Insicura e timida nella vita privata, la giovane artista classe 2004 ha già dimostrato bravura e spregiudicatezza nella sua breve carriera, arrivando a una doppia candidatura ai David di Donatello. In questa 70° edizione, infatti, troviamo il suo nome nella categoria Miglior attrice protagonista per L’arte della gioia di Valeria Golino e in quella per la Miglior attrice non protagonista per Familia di Francesco Costabile.

Nata a Varese da genitori siciliani, è cresciuta a Piombino dove, ad appena cinque anni, inizia la propria formazione musicale presso la Woodstock Academy. La strada sembra segnata verso un futuro da cantautrice. Nel 2019 vince la competizione canora Sanremo Young, acquisendo così il diritto di partecipare al Festival di Sanremo 2020 nella categoria Nuove Proposte con il brano 8 marzo, si posiziona seconda e vince il Premio della sala stampa “Lucio Dalla” e il Premio alla Miglior interpretazione “Enzo Jannacci”. Quest’ultimo assegnatole “per aver raccontato il ruolo della donna spesso drammaticamente inserito in difficili contesti sociali”.

Ma parallelamente alla passione per la musica e il canto, nasce quella per la recitazione. Tecla Insolia diventa rapidamente un volto Rai grazie alla partecipazione a serie tv come Vite in fuga, 5 minuti prima L’allieva, passando per i film Tutta colpa della fata Morgana di Matteo Oleotto e La bambina che non voleva cantare di Costanza Quatriglio. La regista, dopo il documentario Il mio cuore umano presentato al Festival di Locarno, decide di portare nuovamente sullo schermo la storia della cantante Nada, questa volta con un film per la televisione che vede protagonista proprio Insolia.

Il percorso artistico di Tecla prosegue tra studi di registrazione e set cinematografici, arrivando all’incontro decisivo con Valeria Golino e il personaggio di Modesta. “Pur non essendo nell’immaginario di nessuno fisicamente quello che, perfino io pensavo, che Modesta dovesse essere inizialmente, ha sbaragliato tutte le altre ‘rivali’. Aveva diciott’anni quando abbiamo fatto il film. Ma piccola proprio, una ragazzina. Tecla ha un talento incredibile, è portentosa. Adesso non riuscirei a trovare nessun altro per quel ruolo”, ha dichiarato la regista de L’arte della gioia durante l’incontro nella sede di Sentieri Selvaggi in occasione della consegna del Premio Sentieri Selvaggi alla Miglior Serie TV italiana 2024.

L’interpretazione della giovane orfana siciliana di inizio Novecento tratta dall’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza, sembrerebbe essere il vero ruolo della “svolta”. Un personaggio, quello di Modesta, nata in una povera famiglia contadina, che ha colpito per intensità, coraggio e insaziabile voglia di riscatto. Un lavoro profondo di Tecla Insolia che ha comportato anche il superamento della propria timidezza e dei tabù legati al corpo e al piacere femminile. “Io mi ritrovo quasi meravigliata ad ascoltare la questione legata al femminile, immersa in un personaggio così conturbante e diverso. Ho sempre cercato di convincermi che tra uomini e donne non ci fossero differenze, ma più vado avanti più mi rendo conto che invece una differenza c’è”.

In occasione dell’8 marzo, l’attrice è stata anche protagonista, insieme a Valeria Golino, Jasmine Trinca, Elodie, Ornella Vanoni e Vittoria Piria, di una tavola rotonda dal titolo “L’arte della ribellione”. Un momento di confronto per la Giornata internazionale dei diritti delle donne e sui condizionamenti che ancora opprimono i ruoli di genere nella società.

“Non so se posso dire di aver imparato qualcosa da Modesta, alla quale cerco di ispirarmi – ha detto Tecla in una recente intervista – ma sicuramente la lezione che mi porto dietro è stata di andare avanti, di buttarmi, di non tirarmi indietro. Fare l’attrice è una cosa che ho inseguito consapevolmente”. E infatti, in attesa di scoprire se e quanti David porterà a casa, è già tornata sul grande schermo con L’albero. L’attrice veste i panni della protagonista, Bianca, intrappolata in una vita sregolata fatta di abuso di sostanze. Un film drammatico scritto e diretto da Sara Petraglia, al suo esordio alla regia, già presentato alla Festa del Cinema di Roma e disponibile in sala dallo scorso marzo.


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