TELEFILM – Ancora sulla scena del crimine: "Cold Case"

Dopo "Senza Traccia", su Rai Due arriva un nuovo telefilm investigativo in stile "C.S.I.", "Cold Case" un poliziesco di buon livello con una novità al femminile: questa volta a condurre le indagini è una bionda, interpretata dall'attrice Kathryn Morris Un'anticipazione dal numero di marzo di TelefilmMagazine.

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di Giorgio Baracco

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Prodotto ancora una volta da Jerry Bruckheimer arriva anche in Italia un nuovo inquietante ed intrigante drama televisivo, Cold Case. Il titolo allude a complicati casi d'omicidio rimasti irrisolti ed ormai dimenticati e quindi non più caldi, bensì "freddi", in inglese cold, appunto: si tratta di oscure storie di sangue il cui relativo incartamento giace ormai da anni nei polverosi scaffali dei dipartimenti di polizia. Dimenticati da tutti, forse, ma non da Lilly Rush (l'attrice Kathryn Morris, già vista in Minority Report) una risoluta detective, protagonista principe della serie: a lei sono state affidate le indagini su questi omicidi, dopo che qualche nuovo elemento è stato riportato alla luce, e lei ci si dedica anima e corpo. Certo, a prima vista con quegli occhi azzurri e quei soffici capelli biondi, tutto sembra fuorché lo stereotipo del poliziotto(a) dalla tempra d'acciaio, capace di guardare un uomo giacere in una pozza di sangue senza battere ciglio.


 


Una donna con… gli attributi


In realtà Lilly fa sfoggio fin da subito di un'energia insospettabile e si dimostra perfettamente a suo agio nel condurre indagini scomode ed imbarazzanti: come lei stessa, in un lampo di autocoscienza (ed ironia) ammette nel secondo episodio «sono la classica tipa capace di fare incazzare chiunque». E non solo: c'è qualcosa di quasi religioso nel modo in cui Lilly concepisce il suo lavoro, il senso di una vera e proprio missione che trascende l'ambito puramente professionale, tanto da sentirla affermare «Nessuna persona dovrebbe essere dimenticata. Tutti dovrebbero avere giustizia prima o poi». Se a questo aggiungiamo il fatto che è single e che sembra essere la classica tipa che non dorme mai e che non ha alcuna vita sociale, ecco a voi il profilo del perfetto poliziotto per cui non esistono casi impossibili da risolvere…


Ed è proprio Lilly la vera novità in uno show che per il resto sfodera il consolidato e vincente repertorio di Bruckheimer, l'uomo dietro ai maggiori successi polizieschi degli ultimi anni, da C.S.I. a Senza Traccia: qualità cinematografica, sequenze in flashback, ritmo sincopato della regia, attenzione maniacale per i dettagli.


 


La sua squadra


Ad affiancare la Rush nella sua indefessa ricerca della verità attraverso l'utilizzo di nuove tecniche scientifiche indisponibili all'epoca dell'omicidio, oppure attraverso nuove prove e testimonianze, c'è un affiatato team di detective: il suo capo è il Tenente John Stillman (l'attore John Finn), poi c'è il suo partner, Scotty Valens (Danny Pino), l'esperto Will Jeffries (Thom Barry) sorta di "memoria storica" del gruppo e infine, ultimo ma non ultimo, Nick Vera (Jeremy Ratchford) un vero e proprio duro a cui viene spesso affidato il compito di "convincere" i sospettati più recalcitranti a confessare. Il telefilm si ispira spesso a fatti di cronaca vera, sin dal primo episodio in cui il plot richiama, quasi alla lettera, il caso della quindicenne Martha Moxley morta ammazzata nel 1975 nel Connecticut: un caso apparentemente irrisolvibile che richiese alla polizia anni ed anni di lavoro prima di scoprire il colpevole. In conclusione, a Cold Case non mancano certo stile, ritmo e charme anche se forse i punti di contatto con le altre creazioni per il piccolo schermo di Bruckheimer cominciano a farsi notare: formula vincente, ormai, non solo non si cambia, ma si clona all'infinito!


 

www.telefilmmagazine.com

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