TELEFILM – Bar Stadio e l'altro calcio

Siete stufi di controcampo della Domenica sportiva e del Processo del Lunedì? Bene provate allora la nuova, serie di Paramount Comedy, Bar Stadio. Tra sfottò, imprecazioni e battute fulminanti si parla anche del gioco più bello del mondo: il calcio? – Un'anticipazione dal numero di novembre di "Telefilmagazine"

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di Giorgio Baracco


 

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C'era un tempo, ormai lontano, in cui i giornalisti, facevano i giornalisti, i medici i medici, i preti i preti. Insomma c'erano competenze più o meno accettate, più o meno certificate e ciascuno faceva il suo e non di più. Questo tempo ormai non esiste più: siamo tutti flessibili, al lavoro, nei sentimenti, nella vita. Competenze si mescolano, si trasformano, si fanno fluide: ci sono calciatori di terzo o quarta fila che s'improvvisano star in dubbi reality ed intellettuali ed attori che s'improvvisano esperti di calcio… Perché non provare una via di mezzo si sono detti alla Paramount Comedy? Perché non chiedere ad alcuni affermati comici di fare quello che sono capaci di fare (gli attori) parlando e trattando di un tema che appassiona milioni di italiani come il calcio? Detto fatto ecco una nuova serie prodotta dalla 3ZERO2 andata in onda a partire dal 3 ottobre proprio su Paramount Comedy dal titolo Bar Stadio – il Calcio visto dai Tifosi. Si tratta di un programma originale in cui si fa la parodia del tifoso da bar mescolando le atmosfere della sitcom con quelle degli show comici con sketch brevissimi da due e tre minuti. Protagonisti quattro affermati comici che giocano a fare i tifosi delle principali squadre italiane (Juve, Inter, Milan e Roma) e che si incontrano al Bar per guardare i posticipi della domenica sera. I comici, volti noti del piccolo schermo sono Bebo Storti (Il Conte Uguccione di Mai dire gol e Su la Testa) nel ruolo del tifoso interista e proprietario del Bar, Max Pisu (Tarcisio di Zelig) nella parte dello juventino, Ugo Conti (Colorado Café Live) di fede milanista ed infine Alessandro Di Carlo (Bulldozer) nei panni del romanista. Con loro in studio la barista, l'unica presenza femminile del programma, interpretata dalla stupenda brasiliana Renata Teixeira Nunes (che cosa ci faccia una brasiliana figa in un bar di sfigati, sono gli stessi protagonisti della serie a chiederselo per primi…).


 


Una serie (quasi) in tempo reale


La serie ha la particolarità di modellarsi sull'andamento di campionato di calcio: i copioni sono scritti la domenica sera e sono pronti ad essere recitati il giorno successivo. La sitcom, rincorre dunque la realtà del campionato di calcio al punto di alternare alle battute ed alle gag sul set le immagini dei gol dell'ultimo turno di campionato (per cui se qualcuno se li fosse persi…) ed è girata in tre locali di questo immaginario bar: nella sala di fronte alla tv, al bancone dove prendere da bere e discutere delle notizie lette sul giornali e nel bagno dove liberarsi delle quantità d'alcool ingerite durante i tumultuosi incontri. Dei tre, il bagno è il luogo più intimo e raccolto oltre ad essere l'occasione per provvisori (ed agrodolci) bilanci esistenziali, sempre arricchiti da spiazzanti metafore calcistiche. Altro elemento chiave, il linguaggio. Forse perché su satellite, forse perché non poteva che essere così, ma chiunque voglia avvicinarsi a Bar Stadio si scordi un linguaggio da educande: dimostrando una perfetta conoscenze di questi "ambienti" e del tipo di rapporto tra amici ferocemente divisi da rivalità calcistiche (Finiva «2 a 0, avete rubato ancora una volta»), il tono del linguaggio cade spesso nel turpiloquio, negli sfottò pesantissimi (non si contano, ad esempio, i rapporti sessuali che la moglie di Ugo dovrebbe intrattenere con tutti gli abitanti della via in cui risiede..). A Bar stadio infine non manca una vena malinconica che avvolge la serie e che trova giustificazione nel taglio di antieroi che ciascuno dei protagonisti assume; emblematico il finale del primo episodio quando Bebo, il personaggio forse più cupo ed inquieto, si abbandona ad una riflessione sulla vacuità della sua squadra (e della sua vita): «ogni anno è la stessa storia: aspettative che diventano speranze, speranze che diventano sogni e sogni che diventano incubi… ogni anno dico basta, ma poi… come fai a dire di no sfigato di un barista?».


 


Personaggi:


 


BEBO


È il padrone del bar, l'inevitabile punto di riferimento del posto. Milanese doc non disdegna di usare colorite espressioni dialettale. È il personaggio più cupo, lunatico e malinconico e non per nulla tifa Inter…Come tutti coloro che si sono ormai assuefatti alla sconfitta, trova grande soddisfazione nelle altrui disgrazie (sportive).


 


MAX


Dei quattro è quello che più si avvicina al vincente di professione. Splendido quarantenne brizzolato, sposato con tanto di famiglia, fa dell'amore per la sua squadra del cuore, la Juventus, uno stile di vita. Dall'alto degli scudetti conquistati snocciola pillole di saggezza ai più sfortunati compari del Bar.


 


UGO


A vederlo di primo acchito, pare proprio che la prestanza dei vent'anni l'abbia abbandonato per sempre: basso, rotondetto e con un viso che mostra impietoso il passare degli anni. Forse per questo ha abbandonato la fossa dei Leoni per il comodo cantuccio del Bar. Frequente oggetto di scherno da parte degli amici, reagisce con un flebile "Maleducati".


 


ALESSANDRO


Originario di Roma si è trasferito a Milano per lavoro (Bebo lo prende in giro chiamandolo Trastevere), ma lo ha perso dopo pochi mesi. Vive sbarcando il lunario ed è naturale che finisca per vedere nella "Magica" Roma un momento di riscatto contro le angherie della vita. Piagnone, complottista, sembra un bambino non cresciuto.


 


RENATA


Ha 21 anni e l'aiutobarista assunta da Bebo per potersi guardare in santa pace i posticipi. Bellissima, bionda dalle forme angeliche, vive in Italia in attesa di trasferirsi in Germania per vedere i mondiali 2006. Smentisce gli stereotipi classici sulle bionde stupendo i quattro amici per la sua competenza calcistica discettando di moduli, fuorigioco e gioco moderno.


 


 

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