Terra e polvere, di Li Ruijun

Boicottato e poi censurato in Cina, racconta la commovente storia d’amore tra due anime innocenti che si ritrovano miracolosamente in un mondo arcaico che sta scomparendo

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Terra e polvere racconta l’incontro tra due solitudini, due emarginati nelle rispettive famiglie che insieme trovano finalmente un senso alla propria esistenza. Nasce come una “costrizione” la tenera storia d’amore tra Youtie e Guiyng, due individui che condividono la medesima condizione di svilimento fisico e morale. Youtie (Wu Renlin, vero contadino e zio del regista) è considerato un essere inutile, viene chiamato “fratello ferro” perché venuto dopo i metalli nobili, ovvero i fratelli maggiori, e viene trattato come un servo dalla sua stessa famiglia, mentre Guiyng (Hai-Qing, star del cinema cinese) è stata vittima di molestie fin dall’infanzia col risultato di un’incontinenza cronica che le comporta diversi svantaggi fisici. Umiliati ma non avviliti, i due si uniscono in un matrimonio combinato che paradossalmente finirà per renderli liberi e in qualche modo padroni del proprio destino.

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Il sesto lungometraggio da regista di Li Ruijin (Fly With The Crane), passato in concorso alla Berlinale 2022 e poi al Far East Film Festival, è un delicato affresco della provincia rurale cinese del Gansu, luogo natale del regista. È un racconto di povertà, di Terra e polvere, e soprattutto di ostinata avversione al progresso e all’industrializzazione. Non si tratta dell’immagine rassicurante che vorrebbe trasmettere la propaganda nazionalistica, proprio per questo il film è stato cancellato dalla piattaforma streaming cinese in vista del Congresso del Partito Comunista e censurato dalle discussioni sul social Weibo. Ma cosa racconta davvero Li Ruijin? Un’amore purissimo che cresce con il passare delle stagioni, in cui un uomo e una donna si prendono cura l’uno dell’altra come una coppia di rondini nel proprio nido.

Ed è proprio il rapporto simbiotico con la natura ad essere al centro dell’intera vicenda di Terra e polvere, fin dalla prima sequenza quando Ferro decide di alzarsi dal tavolo da pranzo per andare dal suo asino legato fuori al freddo. In quel momento Guiyng capisce di invidiare l’animale per le attenzioni che riceve da quest’uomo, lo stesso che potrebbe renderla felice. E così lei diventa un’altra creatura da accudire e da amare, in maniera diversa dall’asino, ma neanche troppo, soprattutto all’inizio della storia. Ruijin segue la quotidianità dei due protagonisti in maniera precisa e attenta mantenendo sempre la giusta distanza, come a voler lasciare uno spazio intimo e vitale. Per lo stesso motivo non vediamo mai scene di sesso o di contatto fisico totale tra i due, l’intimità cresce col passare dei minuti ma si percepisce dai gesti, dagli sguardi e dai momenti di quotidiana tenerezza. Il regista comunica spesso utilizzando il fuoricampo, come nel potente pianosequenza in cui il marito chiede alla moglie di aiutarlo a caricare la paglia sul carretto sapendo perfettamente che lei non ne sarà in grado e solo sullo stacco di inquadratura capiamo il perchè.

Come una coppia di rondini costruisce il proprio nido, così Ferro e Guiyng costruiscono la propria casa fatta di fango e legno. È impossibile lasciare il proprio posto felice costruito con tanta fatica per andare a vivere in uno squallido appartamento popolare di città, senza asino e senza galline. “Tutto inizia nella terra e tutto finisce nella terra, la terra non ci disprezza, perché noi dovremmo?”, così riflette saggiamente Ferro sulla possibilità di assecondare il progredire dell’urbanizzazione del suo villaggio. Il discorso messo in piedi dal regista è la collisione tra il nuovo mondo e il mondo antico, quello che sta lentamente scomparendo, un discorso simile a quello su cui ragiona spesso e volentieri nel nostro paese Alice Rohrwacher.

Per quanto siano presenti alcune parentesi retoriche, come ad esempio la facile metafora del popolo sfruttato al pari del protagonista costretto letteralmente a donare il sangue al suo padrone, Terra e polvere colpisce per la tenerezza e purezza di sguardo oltre al rigore formale che lo contraddistingue. Commuove la storia d’amore tra due anime innocenti che si ritrovano miracolosamente in un mondo arcaico che si sta estinguendo.

Titolo originale: Yin Ru Chen Yan
Regia: Li Ruijun

Interpreti: Wu Renlin, Hai-Qing, Guangrui Yang, Dengping Zhao, Cailan Wang, Jiangui Zeng, Yunzhi Wu, Zhanhong Ma
Distribuzione: Tucker Film
Durata: 133′
Origine: Cina, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
3.58 (12 voti)
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