Terrifier 3: una nuova vita per il torture porn

Più di 50 milioni di dollari in USA e oltre 1,5 milioni di euro in Italia con le anteprime. Un fenomeno capace di dare nuovo lustro al genere splatter e gore per anni appannaggio delle community web

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Una nuova stella è sorta nel firmamento delle icone horror: si tratta di Art il clown, la star della saga di Terrifier, cominciata nel 2016 a seguito dei cortometraggi The 9th Circle e Terrifier, e del film a episodi All Hallow’s Eve. Con Damien Leone alla regia e David Howard Thornton nei panni del clown assassino, ormai questo franchise sembra inarrestabile regalando sempre nuove soddisfazioni ai suoi creatori: arrivati a Terrifier 3, il terzo ha il primato di essere il primo capitolo a essere proiettato nelle sale cinematografiche. Più di 50 milioni di dollari nei soli Stati Uniti d’America, dove è uscito quasi un mese fa, e 63 milioni di dollari nel mondo. Inoltre, un dato molto interessante è fornito dal box office italiano: anche se Terrifier 3 è uscito in Italia solo ieri, il 7 novembre, con le sole anteprime è riuscito ad attrarre più di centottanta mila spettatori e a ottenere più di 1,5 milioni di euro.

Questo enorme successo ha riportato in auge il torture porn, sottogenere cinematografico diventato mainstream con Saw – L’enigmista di James Wan nel 2004 e diventato negli anni un must per un grande numero di cinefili. E Terrifier 3, con le sue sequenze splatter e le attraenti ragazze che vengono macellate, rientra perfettamente nella categoria. 

Titoli come la trilogia The Human Centipede di Tom Six, il mockumentary Megan is missing, il cult mai arrivato in Italia del revenge porn I Spit on Your Grave di Meir Zarchi, le opere del regista tedesco Marian Dora  e Guinea Pig, una serie giapponese di finti snuff movies che ha suscitato negli anni reazioni di shock e incredulità. Tutti questi o non hanno avuto successo al cinema e sono stati riscoperti dai peer network o dalle community del web, o al cinema non ci sono mai arrivati e sono diventati cult con un largo seguito per le vie della cosiddetta “pirateria”. La saga di Terrifer poteva non veder mai una sala cinematografica, nata all’inizio come cortometraggi e poi con il primo film (l’episodico All Hallow’s Eve) uscito direttamente in DVD: il successo del terzo capitolo del franchise è tale non solo per i suoi autori ma anche per tutti questi film che non hanno avuto la stessa occasione.

Si tratta di un’altra faccia della medaglia a cui stiamo già assistendo, cioè l’inizio della mescolanza tra il genere gore e splatter con il cinema d’autore, quello che abbiamo iniziato a chiamare elevated horror. Un esempio? In a Violent Nature, di Chris Nash, capace di far dialogare il cinema d’autore con il genere slasher più violento.


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