"Terza generazione" di Kate Woods

Adolescente non è né bello né brutto, è solo conoscere e conoscersi senza ipocrisie. Anche se il proprio mondo risulta inconciliabile con quelli sognati. “Terza generazione” viene da un romanzo e dà vita ad una famiglia sfilacciata dai propri vuoti di verità

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Onore alla Fandango che ci dà la possibilità di vedere opere lontane, minori, necessarie. Sidney, Australia, terra un po' europea, un po' americana, sempre ricca di fermenti. Le comunità italiane ne sono parte integrante ed è da una travagliata famiglia di origini siciliane che prende corpo la storia di "Terza generazione (Looking for Alibrandi)", primo lungometraggio di Kate Woods, tratto dall'omonimo romanzo di Melina Marchetta. Si capisce bene perché sia il libro più rubato nelle biblioteche delle scuole australiane. E' forte la sensazione di "verità" (oddio che parola!) che fuoriesce dai personaggi. Non la avvertivamo dai film di Mike Leigh: qualità e contraddizioni, ovvero umanità. Merito di attori ben assortiti, dai veterani Anthony La Paglia e Greta Scacchi alla nostra Elena Cotta, mirabile nonna, a giovani emergenti, su tutti Pia Miranda, la diciassettenne Josie Alibrandi, snodo dei percorsi di conoscenza che si sviluppano. La sua età è fondamentale per capire, è l'età mostruosa del bianco/nero, bello/brutto, tutto/subito, delle trasformazioni irreversibili che rimbombano in testa come gli ossessivi pensieri fuoricampo iniziali. L'adolescenza di Josie, vivace borsista in un esclusivo college cattolico, sarà sconvolta dall'incontro col padre, che non sapeva di esserlo. E dal suicidio dell'amato John, perfetto rampollo di famiglia bene cui le aspettative pressanti saranno fatali. Lo scaciato Jacob di contro sarà per lei la giusta guida al mondo reale. Un mondo fatto di scoperte sconvolgenti sulle sue origini che la nonna ha protetto per anni dai pregiudizi catto-siculi e australiani pur di evitare il disonore di una famiglia "dannata" dal Peccato. Dicotomie estreme e pur allegre, rappresentate nei colori rossi del mondo italico di Josie, non ultimi quelli rituali delle pomodorate, contrapposti alle fredde tonalità del college e della Sidney privilegiata (non si vedrà infatti il sangue del letto di morte di John). Segreti e bugie non potranno così che sciogliersi come niente al sole del conformismo perché, come nella tintarella della canzone di Mina che apre e chiude le danze, "c'è una che non prende il sole ma la luna". Titolo originale: Looking for Alibrandi
Regia: Kate Woods
Sceneggiatura: Melina Marchetta tratto dal suo romanzo &quotLooking for Alibrandi&quot Fotografia: Toby Oliver
Montaggio: Martin Connor
Musica: Alan John
Scenografia: Stephen Curtis
Costumi: Michael Wilkinson
Interpreti: Pia Miranda (Josephine Alibrandi), Greta Scacchi (Christina Alibrandi), Anthony La Paglia (Michael Andretti), Elena Cotta (Katia Alibrandi), Kerry Walker (Sister Louise), Kick Gurry (Jacob Coote), Matthew Newton (John Barton), Leeanna Walsman (Carly Bishop)
Produzione: Robyn Kershaw per Beyond Films
Distribuzione: Fandango
Durata: 103'
Origine: Australia, 2000

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